sabato 18 febbraio 2017

Perché i CCF sono un progetto a rischio zero

Uno dei dubbi che più di frequente mi vengono espressi, dagli interlocutori a cui espongo il progetto, si riassume nella domanda “ma se poi, contrariamente alle previsioni, l’erogazione di CCF non produce alcun effetto espansivo, nel momento in cui – a due anni di distanza – i CCF stessi vengono utilizzati per conseguire sconti fiscali, si crea un “buco” nelle entrate statali”.

Bene, immaginiamo che l’assegnazione di CCF a famiglie e imprese non produca, effettivamente, alcun effetto espansivo. E’ un’ipotesi inverosimile: equivale a immaginare che chi riceve un titolo con un significativo valore di mercato – perché equivale a uno sconto fiscale utilizzabile tra due anni – li metta in un cassetto e se ne scordi fino al momento futuro in cui, appunto, li userà per ridurre pagamenti d’imposta.

Equivale a ipotizzare, in altri termini, che il ricevente non ceda i CCF sul mercato finanziario in cambio di euro, o che lo faccia e poi non spenda gli euro ricavati, né che li usi come contropartita di acquisti di beni e di servizi. Neanche per un centesimo.

Ma discutiamo pure gli effetti di questo “caso limite”. Nel momento in cui una determinata quantità di CCF viene assegnata, possono essere previste azioni compensative (tagli di spesa e/o incrementi di imposte) che decorrano anch’essi fra due anni, entrando però in vigore se e solo se non si è verificata una crescita di PIL e gettito fiscale sufficiente a compensare l’utilizzo dei CCF stessi.

Queste azioni compensative possono essere “normate” fin dall’inizio del progetto, il che tra l’altro confuta qualsiasi asserzione, o eccezione alla luce dei trattati UE, dei regolamenti, o dell’articolo 81 della Costituzione, che la manovra sia “priva di copertura”.

Ora, se si verifica il caso limite – zero effetto espansivo – due anni dopo la partenza del progetto i CCF vengono utilizzati e riducono il gettito, ma le azioni compensative pareggiano esattamente l’impatto sul deficit pubblico di questo utilizzo.

In altri termini, la partita finisce zero a zero: zero benefici e zero danni.

Attuando il progetto CCF in questi termini, il rischio di “buco fiscale a termine” semplicemente non esiste, anche nell’ipotesi – estremamente remota – che non ci sia alcun effetto positivo su domanda, PIL e occupazione.

Con altissima probabilità, l’effetto del progetto CCF sull’economia è fortemente positivo. Nell’inverosimile eventualità in cui questo non avvenga, l’effetto è, alla peggio, nullo. In nessun caso sono ipotizzabili danni o controindicazioni.

26 commenti:

  1. Giovanni Albin: Si può aggiungere un vincolo a spendere i propri ccf entro un tot di mesi pena la decadenza degli stessi.

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    1. Qui però ti potrebbero obiettare che chi riceve i CCF potrebbe spendere quelli AL POSTO, ma non IN AGGIUNTA agli euro.

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  3. Mi sono perso un pezzo: i ccf possone essere dati ad "aventi bisogno" che i quanto tali li spenderanno velocemente, altrimenti potrebbero essere vendutia detentori di liquididità che li pagano ad un prezzo minore in virtù del fatto che verranno scontati solo dopo un certo tempo, come altri buoni, ma in questo caso lo stato nol li cede a prezzo zero ma ne ricavava liquidità; a questo punto è lo stato a dover spendere questa liquidità per promuovere l'economia e con essa il moltiplicatore del reddito......

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    1. No, lo Stato assegna i CCF gratuitamente, SEMPRE. Poi ci saranno due alternative per il detentore: usarli direttamente per pagare l'acquisto di beni o servizi, o venderli sul mercato finanziario (come si venderebbe un BOT o un BTP) e ottenere euro, che potranno poi essere spesi. Ma quando si vendono CCF contro euro la controparte non è lo Stato ma un operatore finanziario. Lo Stato non interviene più.

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  4. (Fuori tema )

    http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/12283723/mario-draghi-quanto-ci-costa-uscire-euro.html

    sta storia del Target 2..come scritto in precedenti post...non sarà un reale problema ..nel senso che si può risolvere. Però vedo che non sono i giornali che fanno allarmismo ..è proprio Draghi che mette la questione in termini minacciosi...al punto di ipotizzare l'esclusione della eventuale nuova moneta fuori dal circuito internazionale (ma si può fare una cosa del genere? )..

    Shardan

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    1. cioè mi sembra di capire che il Drago la mette giù nei termini di un qualcosa da saldare immediatamente in contemporanea con un eventuale uscita..e non di una cosa che si può risolvere (come dovrebbe ) normalmente dopo l'uscita . Cioè un ricatto .

      Poi vorrei capire come si fa ad non riconoscere la nuova lira ..su un Paese come l'Italia..che è una grossa economia..e chi sarebbero i Paesi o gli organismi internazionali che a causa del saldo target 2 (che da quel che si è detto precedentemente non è un problema..) non riconoscerebbero la nuova lira ??? dal ragionamento/minaccia del Draghetto parrebbe che le istituzioni intenazionali pur sapendo che non è un problema ..e che l'Italia può adempiere anche dopo l'eventuale passaggio alla neolira..si presteranno ai diktat UE su un qualcosa che non è un problema tecnico..ma un dispetto ??? mi sfugge qualcosa...(l'Inghilterra con la sterlina o gli Stati Uniti con il dollaro...dichiaratamente ostili all'UE e all'Euro...:" no guarda..cara Italia..non hai saldato subito in tot il contenzioso target 2 dei nostri amatissimi dell'UE..la tua lira non la riconosciamo...; -))...mah...

      (Quella di Draghetto..è una risposta diretta ad un interrogazione parlamentera se non erro...quindi dovrebbe essere una risposta "seria"..)

      Shardan

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    2. Eh no, qui è proprio Libero Quotidiano che fa allarmismo. Draghi non ha detto che "i 358,6 miliardi di passivo che oggi rappresentano il saldo passivo dell'azienda Italia verso il sistema andrebbero regolati a vista, pena l' esclusione della nuova moneta dal sistema dei pagamenti internazionali." Il passivo è di Bankitalia (che non è l'azienda Italia), le possibili regolazioni sono di vario tipo ma non si è mai affermato che dovrebbero avvenire "a vista", e l'"esclusione dal sistema dei pagamenti internazionali" è fantasia sbrigliata dell'autore.

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    3. Le considerazioni che ritengo rilevanti in merito al tema Target2 le ho esposte in alcuni post precedenti, e poi pubblicate su Micromega, in questo articolo.

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  5. Torniamo al punto: quando si fa una proposta "economica" che riguarda uno stato si fa conseguentemente una proposta politica ed in questo caso si propone un escamotage per superare i limiti imposti, ma non presupposti, dell'euro in particolare per quei paesi che grazie a scelte disgraziate quale quella del pareggio di bilancio in costituzione, sono stati resi sudditi e non soci con pari diritti della comunità dell'euro governata nei fatti dalla Bce e di diritto dalla commissione europea. Ciò detto, e rimanendo il fatto che qualunque manovra si faccia il risultato dipende da chi questa manovra governa, è del tutto evidente che una distribuzione di denaro, anche sotto forma di ccf, nel nostro paese corre dei grossissimi rischi forse non di evasione fiscale, vista la tipologia dei titoli in questione, ma sicuramente di corruzione, di mercato nero dei medesimi, di riciclaggio di denaro sporco e via discorrendo ( è su tutti i giornali in questi giorni ad esempio la questione dei derivati della Morgan&stanley). Tutte questioni che potrebbero facilmente essere risolte utilizzando i ccf per il pagamento delle commesse di stato o meglio di quelle commesse di stato che sono per loro natura sotto gli occhi, se non altro per interesse civico e diretto, di cittadini stampa e media in generale.Con il vantaggio inoltre di poter essere riversati copiosamente nelle casse delle amministrazioni locali creando nei loro confronti un ulteriore strumento di verifica.Per altro verso conosci già la mia opinione sulla carta di credito fiscale utilizzabile per tutte le forme di welfare dal reddito minimo al supporto abitativo e quant'altro. Nela fattispecie inoltre, utilizzare i ccf come mezzo di pagamento dei lavori pubblici, per lo stesso sistema in cui devono o dovrebbero essere pagate le varie tranches in genere ad avanzamento lavori, consentirebbe di monitorare, se non pilotare, il rientro fiscale della manovra e del moltiplicatore che ne deriva premiando sia lo Stato che azzererebbe o quasi il rischio di deficit, sia l'impresa che incasserebbe lo sconto/premio in virtù della rapidità dell'esecuzione dell'opera rendendo un ulteriore servizio ai cittadini.Tutto ciò sempre sperando che l'euro non crolli co nun gran tonfo per conto suo in un momento in cui il nostro governo abbia l'alto "spessore morale e culturale" di quello attuale con le catastrofiche conseguenze che ci si può aspettare che si possono raccogliere nel concetto: vendiamo tutto alla morgan stanley o chi per lei compreso il colosseo ed il marchio del regiano....

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    1. Infatti l'utilizzo dei CCF a supporto di un potenziamento degli investimenti pubblici è sempre stata parte del progetto. Tieni però conto che non può essere l'unico utilizzo. Devi anche sostenere i redditi delle famiglie, ridurre il cuneo fiscale alle imprese, rafforzare la spesa sociale. E gli investimenti pubblici hanno anche il difetto di tempi meno immediati per l'attuazione dei vari progetti. Detto questo, ci saranno ANCHE gli investimenti pubblici, senza dubbio.

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  6. Si, probabilmente per mia negligenza mi è sfuggito qualche articolo o altre pubblicazione, ma francamente non capisco come distribuire i ccf gratuitamente al di fuori del welfare. Pensando agli anni ottanta, quando l'irpef arrivava fino al 65% il cuneo fiscale non èra un problema per la pmi che viaggiava ancora a vele spiegate.E se gli investimenti pubblici viaggiano al rallentatore anche le tranches dei pagamenti seguiranno gli stessi tempi mettendo al sicuro il deficit nel momento dello sconto dei ccf. E sui tempi.... mi sa che occorre aspettare le prossime elezioni e sperare ,a dita incrociate,che il qi dei prossimi eletti sia un pochino più elevato e che diminuisca la loro sudditanza agli interessi economico finanziari diminuisca di conseguenza. Tieni presente che l'attuale, diffuso, analfabetismo funzionale, imporrebbe slogan del tipo: fottiamo la Merkel con i ccf...... :-)

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    1. Distribuire i CCF al di fuori del welfare è semplicissimo: per esempio, riduci il cuneo fiscale assegnando ad ogni datore di lavoro un CCF da nominali 100 euro per ogni 2.000 euro di retribuzione lorda pagata (lorda nel senso di stipendio netto + contributi + imposte pagate alla fonte per conto del dipendente).

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    2. Tra l'altro questo disincentiva le situazioni irregolari e il lavoro nero (perché ovviamente i CCF li attribuisci solo in presenza di rapporti di lavoro a norma di legge).

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    3. giustissimo , ma se poi l'imprenditore usa questo aumentato "profitto" per finanziarizzarlo come spesso succede, il che è la stessa problematica che occorre affrontare, ma in quel caso è automatico perchè si prende di mira il reddito del nucleo famigliare, nel caso del"disoccupato/inoccupato al quale si vuol dare il reddito minimo.E' del tutto evidente che occorre tenersi fuori, se si vuole sperare in un moltiplicatore soddisfacente, da situazioni in cui non è certo che la moneta cosi liberata ovvero rimessa in circolazione venga di nuovo nascosta in qualche deposito.I ccf servono per aumentare la quantità di valuta circolante, non per sostituirla la qual cosa potrebbe essere utile solo se il mercato fosse solo interno, ma se il mercato fosse solo interno non ci sarebbe l'euro, ma forse neanche il mercato :-)

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    4. Ma l'obbiettivo è appunto incrementare la domanda interna senza peggiorare i saldi commerciali esteri. E le dimensioni dell'intervento - all'incirca 70% integrazioni salariali, investimenti e welfare, 30% competitività via riduzione del cuneo fiscale dal lato delle aziende - sono tarate su quell'obbiettivo.

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  7. PS considera anche che al congresso di SI gli interventi a favore del reddito minimo sono stati molti compresi quelli di Coffrati Landini Airaudo Fratoianni Vendola, e che qualcuno si è preso persino la briga di far votare un paio di mozioni sui Certificati di credito fiscale....

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    1. Qualcuno di nome Claudio Nesti :) ? Ma sono passate, le mozioni ?

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    2. si ma sono mozioni .... ovvero qualcuno ha posto la questione vediamo poi se si riesce a farla stare a galla. Ricordati che era un congresso fondativo e quindi, a differenza dei congressi di organizzazioni già costituite, la discussione estesa ovvero quella che una volta veniva definita fase precongressuale in questo caso sarà necessariamente post congressuale.E' un fatto che la questione "euro" è del tutto aperta e non c'è nessuna posizione prevalente, e quindi restano aperte tutte le discussione su tutti i possibili piani b. Se vuoi sapere quello che penso... non saremo noi a risolvere il problema ...l'euro sta andando a lezione di un antico rituale giapponese denominato harakiri :-)

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    3. Ps... non le ho presentate io, evidentemente c'è sempre qualche fonte di luce in mezzo alle tenebre.....

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    4. Non sarà Sinistra Italiana a risolvere la questione perché, quand'anche lo volesse e capisse come, non sarà SI il partito di maggioranza del prossimo governo... detto ciò mi fa piacere che oltre a te altri capiscano il tema ! ri-domando però, le mozioni sono passate ? e già che ci sono, mi puoi dare i nomi dei proponenti ?

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    5. Dalla regia mi suggeriscono Lanfranco Turci...

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  10. Ma l'erogazione gratuita dei CCF o della MF alle imprese per ridurre il cuneo fiscale o come sconto sulle future tasse da pagare non possono essere interpretate dall'Europa come generici "aiuti di Stato" e quindi intervenire in tal senso?

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    1. No, perché gli aiuti di Stato sono tali se erogati, in una qualsiasi forma, a singole aziende o a specifici settori. I CCF erogati a TUTTE le aziende (senza distinzioni) equivalgono a una riduzione fiscale generale: e le decisioni in merito agli interventi generali sulla fiscalità spettano agli Stati, in totale autonomia.

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