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sabato 5 marzo 2016

Demurrage e dintorni

Fabrizio Vanzan e Francesco Chini, attivisti–divulgatori della Mosler Economics, mi hanno sottoposto alcune idee ed elementi di riflessione in merito alla possibile emissione di CCF “deperibili”: che poi è un applicazione del demurrage teorizzato e proposto, in particolare, da Silvio Gesell.

Nelle parole di Fabrizio:

“…l’esistenza stessa di scadenze ed importi variabili, peraltro decrescenti, renderebbe più “complessa” la contabilizzazione del debito, ergo potrebbe facilitare l’emissione dei CCF senza iscrizione al passivo…”.

Fabrizio e Francesco si preoccupano qui del trattamento contabile dei CCF, cioè del fatto che siano da computare ai fini del calcolo di deficit e debito pubblico nel momento in cui vengono emessi.

A me, tuttavia, appaiono molto persuasivi gli argomenti sintetizzati in vari post, questo e questo in particolare, nonché le verifiche che abbiamo effettuato (soprattutto grazie al lavoro di Massimo Costa) alla luce di trattati UE e regolamenti Eurostat. La natura non debitoria del CCF mi sembra argomentata e riscontrata in modo molto convincente.

Ancora più rilevante è il concetto che il progetto CCF, integrato dalle clausole di salvaguardia non-procicliche, permette l’avvio di una forte ripresa economica senza che, in nessuna circostanza plausibile, il debito pubblico che può causare un evento di default (o, alternativamente, che deve essere garantito dalla BCE) sia mai destinato ad aumentare in rapporto al PIL. Vedi questo post per alcune considerazioni sul tema.

Se il governo italiano (o di qualsiasi altro stato membro dell’Eurozona) ha la volontà politica di uscire dai vincoli dell’austerità e di avviare una forte ripresa, con il progetto CCF può farlo. E nello stesso tempo consegue tutti i risultati sostanziali che il Fiscal Compact e gli altri meccanismi di funzionamento dell’Eurosistema si propongono di ottenere (senza peraltro riuscirci, nel contesto attuale): ridurre i rischi di insolvenza sul debito pubblico, e l’ammontare delle relative garanzie.

Se questa volontà politica non esiste, è un altro discorso… ma a quel punto non sblocchiamo certo la situazione utilizzando varianti tecniche.

Aggiungo che il demurrage è un’idea sulla quale ho sempre avuto parecchie perplessità. Una moneta che perde di valore nel tempo ha un valore economico, mi pare, molto inferiore al suo importo facciale di partenza, il che riduce di parecchio la valenza espansiva della sua emissione ed assegnazione.

E sull’effetto espansivo del puro e semplice incremento della velocità di circolazione mi pare che ci sia un equivoco, per i motivi che spiegavo nel post linkato.

A quanto mi risulta, in effetti, la moneta complementare credo di maggior successo mai emessa (e tuttora attivamente circolante), il WIR elvetico, prevedeva inizialmente un meccanismo di demurrage, e l’ha poi abbandonato.


Ma forse mi sfugge qualcosa, in particolare su quest’ultimo tema. Graditi commenti !