sabato 23 febbraio 2013

Perchè (certi) politici non cambiano mai idea

Forse non è niente di particolarmente originale ma… non guasta riflettere sui motivi per i quali i politici non ammettono i propri errori, a dispetto delle smentite che la realtà quotidiana fornisce. Dal blog di Paul Krugman, questo commento (oggi) in merito al Cancelliere dello Scacchiere (il Ministro delle Finanze) inglese George Osborne, e ai pessimi risultati delle sue politiche di austerità.

“Suppose George Osborne were to admit that austerity isn’t working. What, then, would be left of his claim to be qualified to do, well, anything? He has to stick it out until something turns up, no matter how many lives it destroys… The point is that a large part of the reason we’re locked into such a mess is careerism. And yes, that’s quite vile, if you think about it: politicians and pundits alike letting the world burn — probably unconsciously, but still — because their personal position would be hurt if they admitted to past mistakes.”

“Immaginate che George Osborne ammetta che l’austerità non sta funzionando. Che cosa rimarrebbe, allora, della sua pretesa di essere qualificato per – bè, qualsiasi cosa ? E’ costretto a sostenere la sua posizione finchè qualcosa capita, e non importa quante vite si distruggono nel frattempo… Il punto è che buona parte del motivo per cui siamo incastrati in questo disastro è il carrierismo. E sì, è alquanto ripugnante se ci pensate: politici, così come esperti, che lasciano bruciare il mondo – probabilmente in modo inconscio, ma così è – perché la loro personale posizione sarebbe danneggiata se ammettessero gli errori passati”.
 
”In modo inconscio” non ci giurerei. Per il resto, ho solo da aggiungere che quanto sopra è ancora più vero se a “George Osborne” sostituiamo per esempio “Mario Monti”, “Alberto Alesina”, “Herman Van Rompuy” o “Olli Rehn".

1 commento: