venerdì 24 ottobre 2014

CCF e BTP fiscali


La soluzione dell’eurocrisi, che darebbe all’Eurozona un assetto permanente e stabile, può a mio parere svilupparsi sulla base dei seguenti principi.

Ogni stato si impegna a mantenere il saldo tra incassi e pagamenti pubblici in euro al di sotto di una percentuale prefissata del PIL, anno per anno. Il limite potrebbe essere il 3% di cui al trattato di Maastricht, o anche un livello più conservativo: si può arrivare al pareggio di bilancio pubblico (definito come sopra – saldo incassi / pagamenti in euro).

I paesi che hanno un eccesso nel rapporto debito pubblico lordo / PIL, rispetto al 60%, si impegnano a ridurlo anno per anno, entro un arco di tempo di vent’anni come previsto dal Fiscal Compact (o anche più breve). Per debito pubblico si intende quello che deve essere rimborsato in euro.

Il raggiungimento di questi obiettivi è impossibile mediante l'adozione di politiche di austerità, che comprimono il PIL e vanificano il beneficio sul deficit pubblico che da ormai tre anni ci si propone (senza successo) di raggiungere mediante tagli di spesa e incrementi di tassazione.

Diventa invece possibile se vengono adottati gli strumenti previsti dalla Riforma Morbida:

Certificati di Credito Fiscale, ovvero titoli che vengono attribuiti gratuitamente alle aziende per ridurre i loro costi di produzione, ai lavoratori per integrare i loro redditi, e vengono inoltre utilizzati per effettuare altre azioni di spesa, investimenti pubblici e integrazione di potere d’acquisto di varie categorie di soggetti (integrazioni pensionistiche, reddito di cittadinanza, ecc.). I CCF danno diritto al possessore, a partire da due anni dopo la loro attribuzione, di utilizzarli per pagare tasse e per saldare obbligazioni finanziarie di qualsiasi tipo nei confronti della pubblica amministrazione.

BTP fiscali: vengono emessi titoli che lo Stato non si impegna a rimborsare bensì ad accettare (alla scadenza di capitale e interessi) a soddisfacimento di tasse e altre obbligazioni finanziarie nei confronti della pubblica amministrazione (analogamente ai CCF).

In aggiunta, ulteriori aggiustamenti utili a conseguire gli obiettivi di riduzione del deficit pubblico e del debito pubblico da rimborsarsi in euro possono, se necessario in particolari contesti e situazioni, essere conseguiti:

Offrendo ai possessori di CCF e/o di BTP fiscali la possibilità di dilazionare il loro utilizzo, a fronte di una maggiorazione dell’importo utilizzabile.

Proponendo su base volontaria, per alcune voci di spesa, la conversione dei pagamenti e della denominazione dei contratti da euro a CCF.

Mi riprometto, a breve, di aggiornare ed estendere le proiezioni economiche in modo da rendere esplicito sotto quali ipotesi l’Italia può conseguire i risultati sopra descritti, e nello stesso tempo rilanciare l’economia e l’occupazione, mantenere l’inflazione a livelli moderati ed evitare squilibri nei saldi commerciali esteri.

9 commenti:

  1. Salve Marco, tutto bene tranne il primo paragrafo. Stai passando dalla parte dei proeuro? Scherzi a parte, buon lavoro!!!

    Massimo C.

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    1. Sai, sono antieurosistema. Dopodiché mostro che si può riformarlo senza farlo deflagrare... se si vuole.

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  2. Titoli di Stato che lo Stato non si impegna a rimborsare ma ad accettare per il pagamento delle tasse. Ma scusa non fate prima a dire che volete la Lira? A che serve tutto sto giro di CCCF? Che è una supercazzola monetaria?

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    1. Se ci riflette, e' il modo per reintrodurre la lira a fianco dell'euro (e poi per sostituirlo), senza romperlo (evitando quindi tutte le complicazioni del caso).

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    2. Di nascosto? Senza che nessuno se ne accorga?

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    3. No. Alla luce del sole. Di nascosto (fino all'ultimo momento) andrebbe fatto il breakup: ed e' uno dei problemi.

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    4. Ma quale break up? E' tutta una fanfaronata della politica europea per impaurire il popolo e impedire che possa consumare, costruire, lavorare cioè togliere soldi che sono investiti tutti in finanza facendola collassare.

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  3. L'ipotesi di assegnare alle imprese i CCF rimane un punto critico e richiede una elaborazione attenta, perché i CCF nella proposta in generale avanzata non potrebbero essere utilizzati subito per ridurre il cuneo fiscale, ma dopo due anni. Si potrebbe ipotizzare in proposito una utilizzabilità immediata solo per pagare contributi previdenziali dei lavoratori. Ma è un'idea da vagliare.
    Credo che i CCF siano una riforma che sebbene presenta rischi per lo squilibrio della bilancia dei pagamenti sia da implementare in un circuito digitale e interoperabile con il circuito bancario, ma di proprietà statale. Ciò per l'Italia è urgente.
    Questo sistema digitale dei CCF è urgente soprattutto per proteggere il nostro Paese da situazioni improvvise di crisi economiche e monetarie internazionali ma anche a fini di sviluppo economico.
    Una eventuale prossima crisi troverebbe infatti l'Italia già seriamente colpita dalle politiche attuate in questi anni ed essa potrebbe avere effetti ancora più disastrosi.

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    1. Ma la riduzione del cuneo fiscale in realtà è immediata, perché anche se utilizzabili per ottenere sconti fiscali due anni dopo l’assegnazione, i CCF hanno valore immediato in quanto incorporano un diritto patrimoniale futuro ma certo. Per lo stesso motivo hanno valore immediato, per esempio, BTP rimborsabili tra due anni.

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