mercoledì 18 aprile 2018

Il Maastricht Debt non comprende i crediti fiscali


Qui di seguito è riportata la composizione del debito delle amministrazioni pubbliche italiane a fine 2017, come esposto a pagina 8 della pubblicazione Banca d’Italia reperibile a questo link.

I criteri di composizione del prospetto sono perfettamente omogenei con quelli utilizzati da Eurostat per determinare il cosiddetto “Maastricht Debt”, che è la grandezza rilevante ai fini del Patto di Stabilità e Crescita e del Fiscal Compact. Il dato totale (2.256 miliardi) non comprende ancora circa 11 miliardi imputabili alle operazioni di ristrutturazione e salvataggio di Veneto Banca e di Banca Popolare di Vicenza.

Raccolta postale                                                  14
Altri depositi e monete metalliche                    159
Titoli a breve termine                                        107
Titoli a medio e lungo termine                       1.805
Prestiti di Istituzioni Finanziarie Monetarie     127
Passività connesse con i prestiti EFSF               34
Altre passività (*)                                               10
TOTALE                                                        2.256

(*) Debiti commerciali per la sola parte oggetto di operazioni di factoring pro-soluto: vedi penultima nota dal fondo a pagina 24 della pubblicazione Banca d’Italia sopra citata.


Come si vede, nessun credito di natura fiscale è incluso nel prospetto, nonostante già oggi esistano svariate categorie di crediti utilizzabili in compensazione (tra cui crediti per ristrutturazioni immobiliari, perdite pregresse, superammortamenti), senza però dare diritto a rimborsi “cash”: esattamente come i CCF.

4 commenti:

  1. Domande:
    1)Il vuoto di entrate dei primi due anni prima della conversione in Euro dei CCF come verrà riempito?
    2) Dire CCF e dire Stato che paga le aziende per pagare meno tasse è lo stesso?Perchè non è una partita di giro?
    3) Se i CCF funzionano,eliminamo tutta la pressione fiscale per 5-10 anni,tanto poi ritornano attraverso maggiori profitti e quindi entrate?Perchè già che ci siamo non facciamo 1000 miliardi di Euro all'anno di CCF?.
    4)Se tutti risparmiassero i CCF niente domanda,niente produttività,niente entrate per il fisco?
    5) Se c'è evasione fiscale prima dei CCF,ci sarà anche dopo e gli imprenditori si terranno per se tutte le entrate aggiuntive. O no?
    Lorenzo Zanellato

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    1. 1) Nei primi due anni non c'è vuoto di entrata ma anzi per definizione beneficio, perché i CCF possono essere spesi tra privati - alimentando quindi PIL e gettito - ma non ancora utilizzati per scontare tasse (2) lo Stato utilizza CCF (in parte) per alimentare spesa pubblica, quindi domanda e PIL. Si introduce un nuovo strumento per finanziare crescita di domanda e produzione (3) perché la maggior domanda necessaria a eliminare l’output gap non è così elevata; oltre certi livelli l’emissione di CCF spingerebbe la domanda al di là della capacità produttiva del sistema economico, creando quindi inflazione e non espansione produttiva (4) si’ ma questo non è possibile per la parte destinata a spesa pubblica ed è del tutto implausibile per quella destinata a consumatori e aziende perché la propensione marginale al consumo è almeno dell’80% e anche di più nei periodi di depressione economica (come oggi) (5) i CCF casomai sono un disincentivo all’evasione perché quelli destinati a lavoratori e aziende vengono assegnati solo se si è in perfetta regola sul piano fiscale e contributivo.

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  2. Controreplica in domande:
    1) Siccome i CCF sono già utilizzabili anche se non sussiste la possibilità di sconto fiscale per due anni,che senso ha distinguere momento di emissione e sconto?A ben vedere è sempre una forma di immissione di liquidità.
    2) I CCF consegnati ai disoccupati incentiverebbe la pigrizia e a stare a casa, non accettando i lavori più umili.
    3) I CCF appaiono molto simili al reddito di cittadinanza perchè arriva maggiore liquidità senza lavorare,posso capire abbassare le tasse,ma nel complesso è un pasto gratis,ossia create un diritto in capo a Y,ma non sappiamo se corrisponderà un dovere z, che potrebbe dare un lavoro di scarsa qualità o aumentare i prezzi anticipando il reale aumento dei prezzi(profezia autoavverante).
    Lorenzo zanellato

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    1. 1) Ha senso per aver chiaro che i due anni dilazione permettono all’economia di riprendersi e di generare gettito fiscale compensativo 2)3) questo è un problema non dei CCF in quanti tali ma del reddito di cittadinanza; se si ha questo dubbio si può invece sviluppare un programma di assunzioni nel settore pubblico pagate in CCF.

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