sabato 11 maggio 2019

Vincoli temporali all'utilizzo dei CCF


Fin dalla prima formulazione, ho proposto l’introduzione dei CCF (Certificati di Credito Fiscale) con un differimento temporale tra la data di emissione / assegnazione, e la data in cui diventano utilizzabili per ridurre pagamenti all’erario.

Per esempio, un CCF viene emesso il 1° gennaio 2020 e diventa utilizzabile (nel senso sopra definito) a partire dal 1° gennaio 2022.

Lo scopo è di dare tempo all’assegnazione dei CCF di stimolare la domanda e l’attività economica, con il conseguente incremento di PIL e di entrate fiscali, in modo che al momento dell’utilizzo (nell’esempio, nel 2022) la ripresa compensi i minori incassi dovuti all’utilizzo stesso.

Ricordo che i CCF, incorporando un diritto patrimoniale futuro ma certo (il diritto a sconti d'imposta), hanno valore fin dal momento dell'emissione: così come un CTZ a due anni ha valore già oggi, anche se fino alla scadenza finale non dà diritto ad alcun beneficio finanziario.

La scelta dei due anni come periodo di differimento è, in qualche modo, arbitraria, nel senso che non esistono fattori tecnici sulla base dei quali non si possa scegliere un periodo più lungo, o uno più breve.

La mia idea era di avere un differimento abbastanza lungo per permettere di beneficiare della ripresa della domanda; ma non troppo lungo, perché altrimenti nei percettori dei CCF potrebbe crearsi un qualche tipo di dubbio sul valore di un beneficio economico al momento non conseguito, e rimandato a un futuro troppo distante (o percepito come tale).

Due anni mi pareva (e mi pare) un compromesso sensato tra queste due esigenze.

Vari interlocutori, tuttavia, mi hanno manifestato la sensazione che sarebbe più cauto un periodo di differimento più lungo, per avere sicurezze ancora maggiori in merito alla generazione di entrate fiscali compensative.

Una variante da prendere in considerazione potrebbe essere di distribuire CCF in parte minore, a utilizzabilità immediata; e in parte maggiore, con un periodo di differimento, ad esempio, di tre anni.

Qualcosa del tipo: il 20% del CCF sono a utilizzabilità immediata, l’80% differita di tre anni. La media del periodo di differimento è 2,4 anni, quindi superiore a 2.

Il vantaggio di questa variante è che una parte dei CCF sono utilizzabili subito, e quindi viene a cadere ogni dubbio sul fatto che abbiano un effettivo valore. Il che si riflette positivamente anche sulla valutazione percepita dei CCF “differiti”.

In pratica, il CCF “immediato” è un “euro fiscale”, il CCF “differito” un titolo simile a un normale BTP o CTZ che a scadenza viene rimborsato non in euro ma in “euro fiscali”.

Tra parentesi, tutte le valutazioni che abbiamo effettuato (vedi qui da pag. 16 a pag. 19) sono basate sull’ipotesi che i CCF vengano utilizzati (per conseguire sconti fiscali) nell’esatto momento in cui termina il periodo di differimento.

In realtà una parte, forse consistente, degli ”euro fiscali” che si conseguono quando questo periodo termina (o fin da subito, se emettiamo, in parte, anche CCF “non differiti”) circoleranno in transazioni tra privati per un certo periodo di tempo, prima dell’utilizzo finale.

Si può anche ottenere un effetto di estensione di questo periodo dando la possibilità di mantenere gli “euro fiscali” su conti che offrono una remunerazione leggermente più alta dei normali conti correnti in euro (oggi è facile, visto che i conti bancari rendono zero…). Per esempio 1% in più.

I conti correnti sarebbero comunque, in qualsiasi momento, utilizzabili per effettuare pagamenti a controparti che accettino gli “euro fiscali”. I possessori tenderanno invece a differire, almeno in una certa misura, l'utilizzo per conseguire sconti fiscali, allo scopo di beneficiare degli interessi.


5 commenti:

  1. Mi sembra un'impostazione molto piú efficace.

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  2. Opinione personale:

    non fatelo con una parte "a utilizzo immediato"... se lo fate, "ammazzate" il mercato (ossia, il "meccanismo di scambio" fra euro e CCF). Mantenendo invece la posticipazione nella maturazione della valenza fiscale, i CCF divengono ancora di più una "quasi moneta" attraverso la fluttuazione (che poi, alla fine, penso che non sarebbe una fluttuazione "esagerata") del rapporto di "scambio" fra euro e CCF. Ossia, se voi "inficiate" quel tipo di mercato, automaticamente andate a porre a rischio anche la funzione di "riserva di valore" svolta dal CCF (ossia, la capacità di "mettere in circolo" risparmi in euro in cambio di CCF e si tratta di uno "scambio" in grado di funzionare se c'è tale mercato). Ossia, il risultato è di registrare più deficit e alla fine di mobilitare meno risorse finanziare.

    Francesco Chini

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    1. Non vedo perché Francesco, e comunque il mercato di scambio tra CCF a utilizzo immediato ed euro in ogni caso ci sarebbe, perché non tutti quelli che ricevono CCF a utilizzo immediato hanno tasse da pagare: qualcuno quindi li venderebbe contro euro.

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    2. Sì, in effetti sarebbe come "spostare le lancette" di tre/quattro anni in avanti cioè quando ci sarebbero comunque dei CCF a utilizzo immediato in giro.

      Quindi, invece di emettere CCF con valenza fiscale maturante dopo due anni dalla data di emissione, emettere il 20% di CCF a "maturazione immediata" e l'80% di CCF con valenza fiscale maturante dopo tre anni dalla data di emissione?

      L'ipotesi è che ciò potrebbe avere un effetto positivo sul moltiplicatore (cosa positiva), io però non ne sarei così sicuro. Quello che mi rende perplesso è come verrebbero percepite le due "classi" di CCF (gli "immediati" e i "triennali") cioè non vorrei che alla fine si ottenesse che sì, il 20% di "immediati" verrebbero effettivamente utilizzati negli scambi, ma non il restante 80%... ossia temo che tutto ciò risulti in un (involontario) "incentivo" a "tenere nel cassetto" il restante 80% invece di utilizzarlo quanto prima.

      Francesco Chini

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    3. Immagina che ti diano un 80% di normali BTP a tre anni. E' maggior reddito che in parte preponderante destinerai a spesa, o vendendoli contro euro, o pagando in BTP esercizi commerciali disposti ad accettarli. Con i CCF a utilizzo differito è la stessa cosa. Che poi ce ne siano in circolazione altri a utilizzo immediato, non sposta.

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