sabato 28 settembre 2019

Caro Draghi, la MMT per l’Eurozona sono i CCF


Ha suscitato parecchi commenti una recente dichiarazione di Mario Draghi di fronte al parlamento UE. La sua è stata un’inattesa apertura ai principi della Modern Monetary Theory.

Draghi ha menzionato un paper di Stanley Fischer – eminente economista, già vicepresidente della Federal Reserve, nonché relatore della tesi di dottorato dello stesso Draghi al MIT e docente di parecchi altri studiosi di rilievo, tra cui Paul Krugman e Olivier Blanchard.

Fischer ha sostenuto l’opportunità, in date condizioni, che le banche centrali mettano moneta “direttamente nelle mani di agenti economici, pubblici e privati, affinchè la spendano”.

Draghi ha commentato che “si tratta obiettivamente di concetti abbastanza innovativi. Non sono stati discussi dal Governing Council della BCE. Dovremmo esaminarli, ma non sono stati testati”.

Su quest’ultimo punto l’affermazione di Draghi è per la verità alquanto contestabile. L’azione effettuata da Schacht tra il 1933 e il 1937 con i MEFO bills in Germania è stata un test altamente significativo – e splendidamente riuscito.

En passant, se ci si fanno venire dubbi su una proposta di politica economica perché si teme che non sia stata perfettamente testata, che dire invece dell’insistenza con cui UE e BCE ne sostengono altre come “l’austerità per ridurre il debito pubblico” o “il Quantitative Easing per produrre inflazione” ? queste sì che sono state supertestate in anni recentissimi. E si è constatato, al di là di ogni possibile dubbio, che non funzionano.

Ma tornando alle dichiarazioni di Draghi, è invece corretta la sua affermazione che “il compito di distribuire moneta a un soggetto o a un altro è tipicamente un compito della politica fiscale. E’ una decisione del governo, non della banca centrale”.

Molto giusto, questo. Il che però ci porta a capire come questo tema può essere correttamente affrontato e risolto. Se la banca centrale è indipendente dai governi, come nel caso del BCE, quale strumento hanno a disposizione i governi stessi per effettuare questa azione di politica economica (che è, appunto, una forma di politica fiscale) ?

Forse (?) a sua insaputa, Draghi non ha aperto solo alla MMT. Ha aperto ai CCF.


7 commenti:

  1. Beh ma se ne avessero intenzione i governi non potrebbero direttamente aumentare il deficit in euro (abolendo le regole di Maastricht)? Ovvio che non lo faranno ma tecnicamente funzionerebbe. O no ?

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    1. Ma l'abolizione, o la modifica, delle regole di Maastricht dev'essere approvata a livello UE, mentre l'emissione di CCF può essere effettuata dagli stati singolarmente. Senza contare che aumentare i deficit richiede di collocare debito (espresso in moneta che non si emette, quindi a rischio default) sul mercato; emettere CCF no.

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  2. Si ma emettere certificati di credito fiscale, sbaglio o equivale e dire di emettere promesse di pagamento di tasse ?
    Non sono la stessa cosa dei biglietti di Stato ? In cosa si differenziano da questi ?

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    1. La differenza è che l'accettazione dei biglietti di Stato è obbligatoria anche per i privati. Nel caso dei CCF, lo Stato si obbliga ad accettarli, ma la circolazione tra privati avviene solo su base volontaria.

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    2. Si ma il fatto che Draghi abbia aperto a queste soluzioni, cosa ci riserva ? Cioè, gatta ci cova ? Io so che l'ideale è la moneta auritiana di proprietà del portatore senza né debito né credito.

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    3. In un'intervista, giusto ieri sul Financial Times, Draghi ha dichiarato che serve la possibilità di effettuare politiche fiscali espansive e questo richiede l'integrazione fiscale tra gli stati membri dell'Eurozona. Ma questo è un vicolo cieco perché i tedeschi sono in totale disaccordo. Rimangono i CCF.

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