sabato 29 maggio 2021

Mottarone, lockdown e confronti inappropriati

 

I tragici eventi del Mottarone hanno colpito tutti. Per quanto mi riguarda, anche un po’ di più. Ho una casa di vacanza a seicento metri dalla stazione intermedia della funivia Stresa – Mottarone. In quelle cabine ci sono stato tante volte, con mia moglie, mia figlia e tanti amici.

E l’indignazione è inevitabilmente salita alle stelle da quando sono emerse chiare indicazioni che la sciagura è stata provocata dalla manomissione del sistema frenante, attuata al solo scopo di lasciare la funivia in funzione invece di effettuare i necessari interventi di manutenzione. 

“La strage dell’avidità”, si è detto. Però alcuni commenti su testate giornalistiche e televisive sono andati oltre, introducendo un parallelo tra la tragedia della funivia e la fine del lockdown. Si sono letti titoli tipo “la strage delle riaperture”.

Il parallelo è del tutto fuori luogo.

Si dice: così come non si può, per ottenere un beneficio economico, far funzionare una funivia in condizioni insicure, neanche è possibile allentare misure restrittive finalizzate a contenere la diffusione del Covid, solo perché hanno un impatto sull’economia.

Provo a sintetizzare qual è la differenza.

Viaggiare su una funivia turistica non è indispensabile né essenziale per nessuno. Ammirare dall’alto i paesaggi del Lago Maggiore è molto bello, ma non è certo imprescindibile. In cima al Mottarone ci si arriva, peraltro, anche in auto in moto in bici a piedi. La funivia o viene gestita in condizioni di totale sicurezza – oppure la collettività ne può fare tranquillamente a meno.

Uscire di casa, anche ma non solo per lavorare, è invece la normalità per chiunque. Se è anomalo e inaccettabile salire su una funivia con un sistema di sicurezza disattivato, è invece NECESSARIO, per la maggior parte della popolazione, uscire di casa.

C’è il Covid, certo, e questo ha indotto all’adozione di provvedimenti restrittivi e limitazioni. Ma queste limitazioni non possono essere e in effetti non sono mai state totali. Anche nel periodo del lockdown “stretto”, marzo-maggio 2020, metà dell’economia (inevitabilmente) è rimasta in funzione, e da casa si è usciti – non fosse altro che per andare al supermercato o in farmacia.

Il rischio zero per la gestione di una funivia è raggiungibile – e se non lo fosse, di una funivia turistica si può fare a meno.

Il rischio zero per i movimenti di persone, anche nel corso di una pandemia, NON è raggiungibile e murare in casa l’intera popolazione NON è possibile. E non è forse peggio mantenere chiuse in casa, in un ambiente ristretto, due persone quando altre due invece devono inevitabilmente entrare e uscire ? non è forse che il rischio di formazione di un focolaio aumenta invece di diminuire ? il dubbio è quantomeno lecito. 

Manomettere i sistemi di sicurezza della Stresa – Mottarone è stato un atto sciagurato, irresponsabile, criminale.

Discutere dell’utilità e della misura dei lockdown è invece doveroso. Le restrizioni alla libertà di movimento tra l’altro hanno costi certi e benefici difficili da quantificare. E ogni attività umana comporta un grado di rischio. Il dibattito sui vari trade-off – riduzione dei problemi sanitari, danni economici, limitazione di diritti civili e costituzionali – è indispensabile.

È giusto allentare le restrizioni come si sta facendo in queste settimane ? io penso di sì. Opinioni contrarie sono assolutamente legittime, e confrontarsi è giusto e necessario.

Ma mettere in qualche modo sullo stesso piano chi ritiene appropriato allentare il lockdown e chi ha colpevolmente provocato una strage – no, questo è fuori da ogni logica.

 

4 commenti:

  1. Megas Alexandros: Caro Marco, il problema è sempre lo stesso, uno Stato al quale viene impedita la politica fiscale, costretto a cedere modelli monopolistici di business in mano a privati, i quali con incassi sicuri hanno solo il compito di contenere i costi e contare i soldi.... il tutto a discapito della sicurezza. Stesso modello di autostrade, big pharma ecc.
    E’ il mondo degli ultimi 30 anni che ha scavato un solco enorme tra pochi ricchi e tanti poveri.
    Sono coloro che ci hanno fatto entrare nell euro e che ci tengono dentro ancora.
    Il tutto si risolverebbe facilmente con uno Stato che si riappropria della propria moneta e di tutti i beni dati in concessione.

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    1. Sono perfettamente d’accordo ma è un tema differente rispetto a quello di cui parlavo nel post.

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  2. Altra strage degli imprenditori tanto per cambiare...

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  3. Più del 50% degli antibiotici in uso oggi secondo la prof gloria saccani jotti è stata scoperta in Italia Ermes pagani la rifampicina e le cefalosporine Giuseppe brotzu che non trovando su richiesta dell'australiano florey gli mandò dei campioni che vennero girati all'inglese abraham che isolò e brevettò e vendette a glaxo e ely senza riconoscimenti per brotzu come sono bravi e giusti questi anglosassoni chissà quanto denaro avrebbe potuto fare brotzu e l'Italia con la vendita di quel brevetto alle multinazionali...
    LUCA

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