mercoledì 18 agosto 2021

Una differenza tra spesa pubblica e spesa privata


In merito alla (erronea) equivalenza tra bilancio pubblico e bilancio privato, riflettete un po’ su quanto segue.

Se un soggetto privato – un individuo, un’azienda, una famiglia – spende, si ritrova con SOLDI IN MENO. 

Se il settore pubblico di un paese spende, il paese medesimo si ritrova invece con SOLDI IN PIU’ (alla sola condizione che i soldi non vengano destinati all’acquisto di beni o servizi di produzione estera). A fronte della spesa, vengono prodotti beni o servizi; MA NON SOLO: il produttore dei medesimi beni o servizi si ritrova con più reddito e con più risparmio.

Se la spesa pubblica netta aumenta per effetto di maggiori trasferimenti o minori tasse, non c’è invece (nell’immediato) maggiore produzione di beni e servizi, ma comunque si verifica un incremento di reddito e di risparmio da parte dei soggetti privati che ricevono i trasferimenti o beneficiano delle minori tasse; che presumibilmente con quel risparmio spenderanno di più in acquisto di beni e di servizi di nuova produzione.

Il paese nel suo complesso si ritrova con SOLDI IN PIU’, ma non è per questo vero, tuttavia, che il suo settore pubblico si debba trovare con debiti in più. Questo avviene solo se il settore pubblico rinuncia ad emettere moneta (bene che può essere prodotto a costo zero). Rinuncia che non ha motivazioni economiche sensate.

La spesa pubblica netta NON può per questo essere espansa all’infinito: ma i vincoli sono la disponibilità di risorse produttive (se sono sature, non potranno essere prodotti beni o servizi in più se non riducendo la produzione di altri) e i saldi commerciali esteri.

Al contrario, NON è un vincolo nessun predeterminato livello di deficit o di debito del settore pubblico. A meno che, appunto, il settore pubblico del paese abbia cessato di emettere moneta, e/o abbia deciso di indebitarsi in moneta estera: come è avvenuto dall’introduzione dell’euro in poi.

Quest’ultima è la disfunzione che va corretta.

 

5 commenti:

  1. Giuseppe Castellese: Mi chiedo: perché l'Europa non emette moneta se non per acquistare il debito pubblico eccessivo dei Paesi membri con il quantitative easing?

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    1. Risposte: un mix di fanatismo dogmatico, di inspirazione teutonica, e il desiderio (fortemente malsano) di utilizzare il razionamento della moneta come strumento di potere.

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    2. volutamente per colpire il nostro paese.

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  2. Ettore G. Gatti: Mi sembra una risposta incompleta: in un mercato globale dei capitali, sostanzialmente basato sulla libertà di movimento degli stessi, le scelte di politica economica sono guidate da equilibri reciproci fra le monete che hanno o ambiscono ad avere un ruolo di attrazione internazionale dei capitali. Questa situazione implica una condizionalità di scelte che sono favorevoli alle elite finanziarie globali (i Money managers come li chiamava Minsky).

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    1. il punto è che disponendo della propria moneta, in condizioni di sostanziale equilibrio negli scambi con l'estero (e l'Italia è in effetti in surplus per decine di miliardi) l'economia NON HA BISOGNO di attrarre capitali dall'estero per crescere.

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