venerdì 13 maggio 2022

Il Giappone fa venire il mal di testa (agli euroausterici)

 

Non c’è niente da fare. Gli euroausterici pensano di segnare un punto a loro favore nel dibattito (come se il risultato fosse ancora aperto: in realtà hanno perso mille a zero) e di nuovo arriva il Giappone a negargli anche il gol della bandiera.

Di questi tempi, gli euroausterici amano ripetere che “avete visto, a furia di stampare moneta l’inflazione è ripartita”.

Affermazione che non sta in piedi perché l’inflazione è risalita prima a causa del dissesto delle catene di fornitura di componenti e materie prime, nel marasma delle riaperture post lockdown; e poi per effetto della crisi ucraina, che ha dato un’ulteriore spinta ai prezzi di gas, petrolio, grano, fertilizzanti eccetera.

Per capire che non è la “stampa di moneta” che ha fatto ripartire l’inflazione, basta constatare che le banche centrali hanno “stampato”, in particolare facendo Quantitative Easing, per lustri se non per decenni. Soprattutto dalla crisi finanziaria mondiale del 2008 in poi. Ma di inflazione, nemmeno l’ombra – fino a tutto il 2020.

E chi segue questo blog sa che c'è una strada per continuare ad attuare politiche economiche ESPANSIVE, non restrittive, mitigando gli effetti dell’inflazione: ridurre imposte indirette, accise, oneri di sistema sul costo del lavoro, sull’energia, sui prodotti alimentari.

Ancora una volta, il Giappone fornisce una smentita vivente alle tesi euroausteriche. Vediamo i dati consuntivi 2020-2021 e previsionali 2022, come da ultimo rapporto (World Economic Outlook, aprile 2022) del Fondo Monetario Internazionale.


Inflazione (indice dei prezzi al consumo):

consuntivo 2020 0,0%

consuntivo 2021 -0,3%

previsione 2022 1,0%

 

Mamma mia, che livelli impressionanti, che iperinflazione… sicuramente hanno fatto austerità da paura, vero ?

Ehm, no.

 

Deficit pubblico / PIL

consuntivo 2020 9,0%

consuntivo 2021 7,6%

previsione 2022 7,8%


Non si stanno preoccupando di pompare meno soldi nell’economia, i nostri amici asiatici.

Ma neanche sembrano un granché turbati (questa è storia nota, del resto) dal terribbbbbile debito pubblico:

 

Debito pubblico / PIL

consuntivo 2020 259,0%

consuntivo 2021 263,1%

previsione 2022 262,5%

 

In realtà, correttamente la pubblicazione del FMI riporta non solo il debito lordo, ma anche il debito netto. Netto di cosa ? della quota che è stata comprata dalla Bank of Japan. Come ? stampando moneta, cioè facendo quello che secondo gli euroausterici dovrebbe scatenare un’inflazione incontrollata.

Il debito pubblico netto / PIL del Giappone a fine 2021 era pari al 168,9%. Il che significa che una quota di debito pubblico quasi pari all’intero PIL nipponico è stata comprata dalla banca centrale tramite emissione monetaria.

E mentre il mondo occidentale è atterrito e sgomento dall’inflazione ai livelli più alti degli ultimi decenni, il paese dove la banca centrale ha comprato debito pubblico quanto nessun altro, in misura circa pari al PIL, con corrispondente emissione di moneta, sta… all’1%.

Non è la “stampa di moneta” che crea inflazione. Non è il deficit pubblico. Non è il debito pubblico.

È l’equilibrio (o meglio, il DISequilibrio) tra domanda e offerta di beni e servizi reali, tra disponibilità di potere d’acquisto e capacità produttiva del sistema economico. Capacità, quest’ultima, che è fortemente influenzata anche dalle politiche di tassazione dei fattori produttivi e di incentivazione agli investimenti.

Se qui in Occidente, e in particolare in Italia, non lo capiamo e non andiamo in direzione opposta rispetto all’euroausterismo, che pensa di risolvere chissà che tagliando spese, aumentando tasse e comprimendo investimenti; se lasciamo campo libero ai falchi delle banca centrali che credono all’equivalenza moneta = inflazione…

…non otterremo di mitigare gli effetti dei maggiori prezzi al consumo. Se non passando tramite una crisi paurosa, con costi economici e sociali molto, ma MOLTO peggiori.

4 commenti:

  1. Luigi Secchi: Bell'articolo come sempre. Suggerisco però di rendere più chiaro il concetto di stampare moneta, che oggi è declinabile in a) comprare obbligazioni in pancia alle banche e b) versare quei soldi sui cc dei cittadini (vedi Trump nel 2020/21). Sicuramente la prima misura non è inflazionistica, la seconda potrebbe esserlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questi sono un temi ricorrente del blog, oserei dire storici... vedi fra i tanti i post del 24.5.2013 e del 9.1.2014.

      Elimina
  2. Magistrale come al solito spero di vederla in tv da qualche parte ma non è in linea col pensiero finanziario che ci domina (nn dominante)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mai capito come si entra nei circuiti delle ospitate televisive.

      Elimina