domenica 8 gennaio 2023

Come riformare la governance dell’economia e dell’eurozona

 

UNO, definire un obiettivo di riduzione del rapporto debito pubblico / PIL paese per paese, puntando per esempio al raggiungimento dell’obiettivo del fiscal compact – 60% di livello debito / PIL raggiunto in vent’anni.

Commento al punto UNO: il debito pubblico in moneta straniera (cioè in moneta non emessa dallo stato che emette il debito) comporta un rischio di insolvenza che va ridotto al minimo. L’euro non è emesso dagli Stati dell’eurozona che collocano, ognuno, i loro titoli sovrani di debito pubblico. Dal punto di vista dei mercati finanziari, è quindi debito in moneta straniera.

 

DUE, chiarire (come peraltro è già chiaro leggendo trattati e regolamenti) che i crediti fiscali utilizzabili in compensazione e non rimborsabili in cash (Moneta Fiscale / MF) non sono inclusi nel debito pubblico.

Commento al punto DUE: la MF non è debito perché non sussiste alcun impegno di rimborso. Non è possibile che condizioni di mercato o manovre speculative forzino lo Stato che la emette a disconoscere il suo impegno di accettare MF a saldo delle obbligazioni pecuniarie (fiscali in primo luogo) verso di esso.

 

TRE, la BCE s’impegna a garantire incondizionatamente il debito pubblico degli stati che rispettino la traiettoria del rapporto debito pubblico / PIL definita come da punto UNO.

Commento al punto TRE: il puntuale impegno degli obiettivi di contenimento del rapporto debito pubblico / PIL deve andare di pari passo con la garanzia della banca centrale di eliminare il rischio di default, evitando che l’Eurozona si trovi in posizione perennemente svantaggiata rispetto a tutti gli altri paesi economicamente avanzati (dove nessuno pensa seriamente alla possibilità che la banca centrale permetta al Tesoro di andare in default).

 

QUATTRO, la BCE opera per ottenere un’inflazione media, nell’Eurozona, il più vicina possibile all’obiettivo del 2%.

Commento al punto QUATTRO: è l’obiettivo primario della BCE.

 

CINQUE, i paesi che manifestino scostamenti rispetto all’obiettivo d’inflazione dell’Eurozona devono operare per riportare il proprio livello verso la media. Se sono sotto, devono adottare politiche di sostegno della domanda mediante espansione fiscale. Se sono sopra, possono a seconda dell’origine dello scostamento adottare politiche fiscali restrittive, oppure (in una situazione come l’attuale in cui lo scostamento deriva principalmente da problemi di approvvigionamenti e forniture) adottare politiche fiscali espansive finalizzate a ridurre oneri e imposte indirette su beni di prima necessità e/o a domanda rigida (es. alimentari ed energia).

Commento al punto CINQUE: la BCE ha difficoltà a raggiungere il suo obiettivo primario perché la politica monetaria da sola è spesso insufficiente a tale scopo. Il punto CINQUE assicura che gli Stati coadiuvino la BCE con un appropriato utilizzo delle leve fiscali.

 

SEI: i paesi che manifestino saldi di bilancia commerciale fortemente positivi o negativi devono agire per riportarli verso la parità. I paesi in surplus possono scegliere tra politiche di espansione della domanda interna (che aumentano l’import) e maggiore tassazione dei fattori produttivi (che riducono l’export) o un mix delle due cose; viceversa i paesi in deficit (commerciale) possono scegliere tra contrazione della domanda interna (che diminuisce l’import) e minore tassazione dei fattori produttivi (che aumenta l’export): anche in questo caso, è possibile mixare i due interventi.

Commento al punto SEI: questo, per evitare che alcuni paesi accumulino passività finanziarie, la cui contropartita è la crescita del debito privato netto in valuta estera di altri: crescita che rischia di essere destabilizzante.

 

SETTE: il MEF offre ai risparmiatori Conti di Risparmio di due categorie: conti su cui può essere depositata Moneta Fiscale (utilizzabile per compensare imposte, ma che non dà diritto al rimborso in euro) e conti rimborsabili in euro.

Commento al punto SETTE: questi conti sono uno strumento ideale per agevolare la circolazione della MF (nel primo caso) e come strumento alternativo per l’emissione di debito pubblico (nel secondo caso: rispetto ai titoli di Stato, non si prestano ad attività di trading e sono quindi uno strumento finanziario non speculativo e molto meno influenzabile dagli andamenti dei mercati finanziari).

 

OTTO: l’Italia crea un sistema di banche a proprietà e controllo pubblico, partendo ad esempio da un polo incentrato su Monte dei Paschi di Siena.

Commento al punto OTTO: un sistema di banche pubbliche (come quello che la Germania, ad esempio, continua a detenere) è un preziosissimo strumento di politica economica al servizio dello sviluppo.

 

5 commenti:

  1. Condivido tutti i punti ed i relativi commenti, aggiungo solo qualche osservazione in più:

    Commento al punto UNO: il debito pubblico è un problema se esterno, cioè contratto con i mercati finanziari, mentre non è un problema se è interno, cioè generato da Conti di Risparmio intestati solo a residenti e senza fluttuazioni di valore sui mercati.

    Commento al punto DUE: la MF non è debito pubblico perché il credito d’imposta non è mai rimborsabile da parte dello Stato, quindi deve essere contabilizzato solo come mancato gettito futuro.

    Commento al punto TRE: finanziare una parte della spesa pubblica con MF significa produrre un aumento di PIL senza aumento di Debito, quindi la riduzione del rapporto Debito/PIL è facile e veloce.

    Commento al punto QUATTRO: è l’obiettivo primario della BCE, ma con le politiche monetarie non si possono ridurre i prezzi di beni e servizi quando crescono i costi per produrli (aumento costo dell’energia e del credito).

    Commento al punto CINQUE: bisogna agire sulla leva fiscale, riducendo i costi di produzione, e questo lo possono fare solo gli Stati.

    Commento al punto SEI: gli investimenti dello Stato devono servire ad agevolare ed aumentare la produzione di beni e servizi interni, rispetto a quelli provenienti dall’estero, in modo di correggere gli squilibri della bilancia commerciale.

    Commento al punto SETTE: i Conti di Risparmio servono ad evitare i ricatti dei mercati finanziari e rendono sostenibile il debito pubblico.

    Commento al punto OTTO: un sistema di banche pubbliche (come in Germania nel 2020 con 820 miliardi di euro di maggiore credito bancario pubblico), è fondamentale per dare liquidità alle piccole e medie imprese.

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    1. Su UNO: il debito collocato tramite i conti di risparmio è meno soggetto a trading speculativo il che è positivo (come si dice al punto SETTE) però se non è moneta fiscale ma debito rimborsabile in euro, espone comunque al rischio di non riuscire a rifinanziarlo.

      Su DUE: in effetti non deve essere contabilizzato in alcun modo, solo darà luogo ceteris paribus a minor gettito futuro: a quel punto se ne terrà conto in sede delle future manovre di bilancio pubblico (fermo restando che l'effetto espansivo del maggior potere d'acquisto in circolazione può benissimo compensare il minor gettito dovuto all'utilizzo della moneta fiscale).

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    3. Su DUE: purtroppo per il principio di prudenza nel bilancio dello Stato, il MEF fino ad oggi ha richiesto "le coperture economiche" per il mancato gettito futuro, considerato nell'anno del suo utilizzo, visto che il DEF è pluriennale. Non hanno considerato però l'incremento di gettito nei primi anni perché incerto, ma in realtà sarebbe giusto almeno fare una stima di questo incremento di gettito, visto che è quasi certo e quantificabile con un certo margine di sicurezza.

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    4. Sarebbe giustissimo ma anche se non viene accettato, la via percorribile è emettere MF utilizzabile per compensare tasse dopo due anni (come i CCF). Le coperture devono essere predisposte con effetto, anch'esse, dopo due anni, e possono essere rimosse nella misura in cui si viene a creare gettito compensativo.

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