tag:blogger.com,1999:blog-81797585758621426602024-03-18T10:48:29.419+01:00Basta con l'EurocrisiBlog dedicato al progetto Moneta Fiscale / Certificati di Compensazione Fiscale - MF / CCF), soluzione per la crisi dell'Eurozona.
Progetto reperibile in <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2019/04/aggiornamento-progetto-moneta-fiscale.html">questo post</a>. Cronistoria degli eventi rilevanti <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2021/04/cronistoria-della-moneta-fiscale.html">qui</a>.
I CCF sono anche noti come Certificati di Credito Fiscale.Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.comBlogger1358125tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-56015847485212608682024-03-16T10:54:00.004+01:002024-03-16T10:54:51.153+01:00Finanza bancaria e finanza pubblica<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Una banca non ha bisogno di raccogliere depositi per
erogare finanziamenti. Non presta i soldi che “ha raccolto prima”. Nel momento
in cui eroga un finanziamento, automaticamente crea un deposito che è nella
disponibilità del soggetto che ha ricevuto il prestito. Accendo un mutuo per
100.000 euro, la banca crea 100.000 euro di depositi di cui io sono il
titolare, io prendo i 100.000 euro e compro l’immobile.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Certo, la banca ha questo punto ha 100.000 euro all’attivo
e 100.000 al passivo. Il deposito bancario è infatti una passività della banca. Questo
può diventare un problema per la banca se si trova a corto di liquidità, se il
titolare del deposito ne richiede l’estinzione, e se la banca non ha accesso al
rifinanziamento presso la Banca Centrale. Ma questa è una situazione del tutto
anomala. Normalmente, questo problema per la banca non sussiste.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il punto da sottolineare, come dicevo prima, è che la
banca crea depositi quando eroga i finanziamenti. Non ha bisogno di raccogliere
per poi finanziare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Allo stesso modo, uno Stato che emette moneta non ha
bisogno di raccogliere soldi per poi spendere. Crea moneta, la spende e l’atto
di spesa immette automaticamente risparmio nel sistema economico: la moneta
messa in circolazione è risparmio di chi la riceve. L’emissione di titoli di
Stato è un’opportunità offerta al titolare del risparmio per impiegarlo. Non è necessaria
per “finanziare la spesa”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">L’emissione di debito pubblico per finanziare la spesa
è necessaria solo se lo Stato spende una forma di moneta che non emette. E’
necessaria per lo Stato italiano perché spende euro, e solo per quello. Non
sarebbe necessaria, e non era necessaria, quando lo Stato spendeva lire.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-32282718255028570602024-03-13T12:39:00.006+01:002024-03-13T12:39:44.626+01:00Moneta elettronica<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Fabio Conditi e Leopoldo Salmaso hanno elaborato una “definizione
metaforica” di moneta elettronica (inteso come il progetto di adottare una
moneta elettronica a gestione centralizzata come mezzo ESCLUSIVO di scambio,
escludendo qualsiasi altra forma, cartacea o di altro tipo) molto illuminante.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">“Tu accetteresti di vivere ai piani alti di un
condominio senza scale e con un solo ascensore di proprietà di un privato, che
l’ha costruito a tue spese, e che ciò nonostante devi pagare ogni volta che lo
utilizzi, e che per di più il privato in questione può impedirti di usare se
gli sei antipatico ?”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da riflettere.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-89843232623334912982024-03-09T09:46:00.000+01:002024-03-09T09:46:19.757+01:00Il debito finto non è una necessità<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il mio <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2024/02/le-dieci-cose-piu-una-da-capire-su.html">decalogo / undecalogo</a> è la sintesi di quello
che tutti dovrebbero capire sulla finanza pubblica. Ma se dieci o undici punti
vi sembrano troppi, cercate, vi prego, di averne ben chiaro almeno uno: questo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Uno Stato che emette moneta non ha bisogno di emettere
debito per finanziare le proprie attività. NON NE HA BISOGNO. ASSOLUTAMENTE NO.
IN NESSUN MODO.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Uno Stato che emette moneta spende per attuare le sue
finalità, e poi preleva con le tasse una parte di quello che ha speso, per
evitare eccessi di inflazione e per ridistribuire il reddito e il risparmio tra
i cittadini.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Non esiste NESSUNA ragione, ma proprio nessuna, per
cui lo Stato dovrebbe far ricorso a una banca centrale “indipendente” (da chi
?) o peggio ancora ai mercati finanziari.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Non ha in effetti nessuna motivazione economica
l’esistenza di un istituto di emissione indipendente dallo Stato. L’emissione
monetaria è un fondamentale strumento di gestione dell’economia, quindi una
leva che deve essere manovrata da un governo democraticamente eletto e soggetto
al giudizio dei cittadini.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">SE NO, SOGGETTO A CHI ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il cosiddetto debito pubblico, come dice il mio amico
Giovanni Piva, quando è espresso in moneta sovrana è un debito FINTO. Posso
sempre, io Stato, emettere moneta per rimborsarlo e rifinanziarlo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E’ uno strumento non indispensabile, ma utile per
fornire ai cittadini uno strumento di impiego del proprio risparmio. Né più né
meno di questo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Uno Stato sovrano emette e gestisce la propria moneta.
NON LA DEVE CHIEDERE A NESSUNO.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-63108117261745128742024-03-03T12:08:00.002+01:002024-03-03T12:08:42.099+01:00Federico Caffé sul populismo<p> Con molti ringraziamenti a Dante Preve per aver scoperto la citazione.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjg_1iy4buqz0QvJdjyQV-9R-1G2ZstihrxmTjBM9Nw-v8RxX-h4o0akzGTu5ageOpmrP8XK8zbq8bCe8JAE8OZ4c7-pSZjd2ZDTlyRPgDtY3Rbefr1cumBzK2Gz_DTjVFHHg5YVdWZBTcbTR3fOOaBaNsKcwhIKLSfNCZ38adN4_R3dz-4RZttMpQ7Q_s1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="506" data-original-width="557" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjg_1iy4buqz0QvJdjyQV-9R-1G2ZstihrxmTjBM9Nw-v8RxX-h4o0akzGTu5ageOpmrP8XK8zbq8bCe8JAE8OZ4c7-pSZjd2ZDTlyRPgDtY3Rbefr1cumBzK2Gz_DTjVFHHg5YVdWZBTcbTR3fOOaBaNsKcwhIKLSfNCZ38adN4_R3dz-4RZttMpQ7Q_s1=s16000" /></a></div><br /><br /><p></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-82599261342116981662024-03-01T09:12:00.009+01:002024-03-01T09:12:35.918+01:00Debito pubblico non è aver vissuto sopra le proprie possibilità<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La confusione tra debito pubblico e debito estero è
una delle più letali, tra le molte in cui si inciampa leggendo i commenti
economici dei giornaloni e dei media più o meno paludati.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il debito pubblico, secondo questi commenti, è l’espressione
di “aver vissuto sopra le proprie possibilità”. E a chi non è adeguatamente
informato questo può sembrare ovvio e logico. No ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Beh, non è né ovvio, né logico, né vero.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E una pulce nell’orecchio dovrebbe metterla la
constatazione che TUTTI i paesi di un qualche rilievo economico hanno un debito
pubblico.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Sì vabbè, si ribatte in genere a chi fa questo
osservazione, ma è un problema di livello. Il debito pubblico italiano è “mostruosamente
alto” (in realtà è più alto della media ma è poco più di metà di quello
giapponese, rispetto al PIL. Ma non è questo il punto). “Un po’” di debito
pubblico è normale ma noi ne abbiamo “decisamente troppo”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Vediamo di chiarire.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">“Vivere al di sopra delle proprie possibilità” vuol
dire, se ha un qualche significato, spendere più del proprio reddito, che per
un paese equivale a spendere più di quanto si produce. Se è questo il caso,
significa che utilizzo beni e servizi provenienti da paesi stranieri, e quindi
(dato che non me li regalano) accumulo passività finanziarie nei loro
confronti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In realtà non è necessariamente vero che questa sia
una politica errata o pericolosa. Potrei, ad esempio, importare dall’esterno
beni d’investimento e quindi accumulare passività finanziarie per aumentare il
mio potenziale produttivo. Come del resto fanno molte aziende. E non è affatto
detto che finanziare a debito degli investimenti produttivi sia una mossa
scorretta. Anzi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma poniamo pure che questo non sia il caso. Poniamo di
accumulare passività verso l’estero a causa di consumi interni eccessivi. Bene:
accumulare passività finanziarie verso l’estero NON vuol dire avere un debito
PUBBLICO, ma un debito ESTERO, o per essere più precisi una posizione finanziaria
netta sull’estero negativa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E’ il caso dell’Italia ? ma proprio per niente.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">L’Italia ha un SURPLUS negli scambi di beni e servizi
con l’estero, e ha una posizione finanziaria netta sull’estero POSITIVA.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E il debito pubblico ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il debito pubblico NON è la conseguenza di un eccesso
di consumi. NON nasce dall’aver speso più di quanto si produce. E’ invece, semplicemente,
un mezzo offerto a cittadini e aziende per impiegare il proprio risparmio
finanziario PRIVATO. E in Italia è più alto che altrove proprio perché è più
alto il risparmio privato.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il debito pubblico italiano non sarebbe mai, MAI stato
un problema se la scellerata decisione di entrare nell’euro non avesse prodotto
il rischio di non riuscire a rifinanziarlo. Perché l’euro, al contrario della
lira, non lo emettiamo noi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quando sentite dire (e lo sentite tutti i giorni) che “l’Italia
ha vissuto sopra le proprie possibilità e prova di questo è il debito pubblico”
sappiate che chi esprime questo concetto è un ANALFABETA MACROECONOMICO.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-10261331882800652852024-02-28T09:10:00.002+01:002024-02-28T09:10:48.731+01:00Convegno a Bologna, venerdì 1° marzo h 14<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEju72zY8a20H6rEJRFPq_d7FG3J4MQkRCJ-1NBb_dyhB2IZK3RelyJkWHgyrDDReKqKdbOV7Qauomjm72iIQvTnLlpPXn-fdmnZvaH3WOGQDGSwOpwhL6TblsKGoxCAyQEZGCoFdsRnhqewuW4XGa520i3FbQso14vKAukiPIzun4tVMIFoSC5lSnbnPINh" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="859" data-original-width="610" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEju72zY8a20H6rEJRFPq_d7FG3J4MQkRCJ-1NBb_dyhB2IZK3RelyJkWHgyrDDReKqKdbOV7Qauomjm72iIQvTnLlpPXn-fdmnZvaH3WOGQDGSwOpwhL6TblsKGoxCAyQEZGCoFdsRnhqewuW4XGa520i3FbQso14vKAukiPIzun4tVMIFoSC5lSnbnPINh=s16000" /></a></div><br /><p></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-13831812158650133512024-02-24T11:00:00.009+01:002024-02-24T11:00:51.364+01:00Le dieci cose (più una) da capire su deficit e debito pubblico<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">UNO: uno Stato che controlla e gestisce la propria
moneta non ha bisogno di emettere debito: semplicemente può realizzare deficit
spendendo più di quello che tassa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">DUE: automaticamente, quando lo Stato fa deficit, il
settore privato aumenta il suo risparmio. Se lo Stato spende più di quanto
tassa, il settore privato incassa più di quanto sborsa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">TRE: quindi il deficit pubblico non drena MA CREA
risparmio privato. L’eccesso di spesa rispetto alle tasse rimane nelle tasche
del settore privato e ne incrementa il risparmio finanziario.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">QUATTRO: l’emissione di moneta attuata dallo Stato mediante
il deficit è normale e fisiologica, perché in un’economia che cresce i mezzi di
pagamento in circolazione devono aumentare. Se lo Stato non fa deficit l’alternativa
è espandere solo il credito privato, il che oltre certi livelli è
destabilizzante.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">CINQUE: il deficit può essere eccessivo, ma non in
conseguenza del superamento di un limite numerico prestabilito, bensì dell’eventuale
generarsi di tensioni inflazionistiche.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">SEI: l’altra variabile da tenere sotto controllo è il
saldo commerciale estero (export meno import). Se il saldo estero peggiora, il
deficit pubblico alimenta comunque risparmio privato, ma in questo caso si tratta
di risparmio privato estero e non nazionale.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">SETTE: il debito pubblico in moneta propria non è
altro che uno strumento che lo Stato offre al settore privato per impiegare il
risparmio privato generato dal deficit pubblico. NON E’ UN ONERE SULLE FUTURE GENERAZIONI.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">OTTO: il debito pubblico in moneta propria NON è un
problema per lo Stato emittente, che è SEMPRE sicuro di poterlo rifinanziare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">NOVE: non esistono limiti numerici precisi, validi in
qualsiasi circostanza, che il deficit e il debito pubblico non dovrebbero
superare. Il deficit va regolato tenuto conto di altre variabili – inflazione,
disoccupazione, crescita, saldi commerciali esteri.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">DIECI: l’unico debito pubblico veramente pericoloso è
quello emesso in moneta straniera sopravvalutata rispetto alle condizioni della
propria economia. Quindi l’euro è pericoloso per l’Italia (perché è più forte
di quanto era la lira) ma non per la Germania (perché è più debole di quanto
era il marco). La Germania quando volesse potrebbe tornare a emettere marchi,
che varrebbero più dell’euro: nessun problema a rifinanziare il debito. L’Italia
emetterebbe lire che varrebbero meno dell’euro: potenziali problemi a
rifinanziare il debito.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">DIECI BIS: QUEST’ULTIMA E’ LA PRINCIPALE RAGIONE PER
CUI L’ITALIA NON DOVEVA ENTRARE NELL’EURO.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">(Dieci cose, più una, che gli economisti mainstream, i
media paludati e la maggioranza dei politici ASSOLUTAMENTE NON CAPISCONO. O
fanno finta, ma se fingono sono molto bravi a fingere).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">(Dieci cose, più una, che l’opinione pubblica DEVE
ASSOLUTAMENTE ARRIVARE A COMPRENDERE).<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-80738314032199620812024-02-21T08:30:00.002+01:002024-02-21T08:30:41.536+01:00Debito buono, debito cattivo e limiti del Draghipensiero<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Non tanti anni fa, prima del periodo alla presidenza
del consiglio, Draghi ha fatto parlare di sé (ancora più del solito) <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2020/09/una-riflessione-sul-debito-buono-di.html">a seguito della sua affermazione</a> che non tutto il debito, e in particolare non tutto il
debito pubblico, è cattivo. Esiste anche il debito buono.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Con questo Draghi intendeva che dipende dalle
finalità: se l’assunzione di debito genera rendimenti positivi, aumenta il
reddito nazionale e migliora (cioè abbassa) il rapporto debito / PIL, può
essere considerato “buono” e può essere corretto aumentarlo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ai tempi questa affermazione fu considerata, dai
giornaloni e dagli altri media paludati, geniale e rivoluzionaria. Naturalmente
era invece, grosso modo, la scoperta dell’acqua calda. Ma certo si distaccava
dai mantra euroausterici e fu quindi salutata come una grande innovazione.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Un passo avanti lo si era fatto, ma non è durato
molto. A fine 2023 la UE ha messo in cantiere una riforma del patto di
stabilità che da un lato ha fallito completamente l’obiettivo di semplificarlo
e di razionalizzarlo; dall’altro, ancora peggio, ha riaffermato il concetto che
il debito pubblico va ridotto. Perché ? perché sì. Perché l’unico debito buono
è il debito morto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In realtà Draghi aveva fatto un passettino in avanti,
ma molto modesto. Anche rispetto al suo approccio di allora, ci sono da dire
cose molto più vere e molto più incisive.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da dire che l’unico debito pubblico veramente
pericoloso è quello emesso in moneta straniera sopravvalutata rispetto alle
condizioni della propria economia.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da dire che uno Stato che controlla e gestisce la
propria moneta non ha bisogno di emettere debito: semplicemente può realizzare
deficit spendendo più di quello che tassa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da dire che l’emissione di moneta attuata dallo
Stato mediante il deficit è normale e fisiologica, perché in un’economia che
cresce i mezzi di pagamento in circolazione devono aumentare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da dire che il deficit può essere eccessivo, ma
non in conseguenza del superamento di un limite numerico prestabilito, bensì
dell’eventuale generarsi di tensioni inflazionistiche.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da dire che il deficit pubblico non ha bisogno di
essere finanziato e non drena MA CREA risparmio privato. L’eccesso di spesa
rispetto alle tasse rimane nelle tasche del settore privato e ne incrementa il
risparmio finanziario.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è da dire che il debito pubblico in moneta propria
non è altro che uno strumento che lo Stato offre al settore privato per
allocare questo risparmio. NON E’ UN ONERE SULLE FUTURE GENERAZIONI.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Insomma Draghi aveva fatto un passettino, ma ne
servivano molti altri.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Nel frattempo l’ineffabile UE ha fatto marcia indietro
anche rispetto a quel passettino.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-11236919793353958692024-02-19T08:51:00.003+01:002024-02-19T08:51:19.727+01:00Nord comanda Sud ? anche no<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La tesi di parecchi euroausterici è che la garanzia
integrale della BCE sui debiti pubblici dei vari Stati aderenti all’Eurozona
sarebbe possibile solo se agli Stati del Nord fosse esplicitamente attribuito il
controllo sulla finanza pubblica degli Stati del Sud.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Motivo ? il Sud ha livelli di debito pubblico più alti,
e percepiti come più rischiosi dai mercati. Se il Nord si deve sobbarcare un
costo è giusto che abbia il controllo della situazione. E se questo è politicamente
inaccettabile, non ci può essere garanzia BCE.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">L’argomentazione ha una sua logica APPARENTE. Ma in
realtà è infondata.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La garanzia della BCE non costa assolutamente niente
al Nord. Se la BCE dichiara che il BTP italiano non renderà più del 2%, quello
diventa il tasso di mercato, a cui i BTP vengono comprati e venduti. La Germania
e gli altri paesi del Nord non devono pagare NULLA.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La garanzia sui debiti pubblici, insistono gli
euroausterici, spingerebbe però il Sud ad aumentare deficit e debito ancora più
di oggi. Ma questo è un problema solo per le sue potenziali conseguenze sull’inflazione.
La garanzia BCE dovrebbe quindi essere condizionata non al rispetto di
determinate soglie di deficit o di debito (che non hanno senso) ma casomai al
mantenimento, paese per paese, di determinate soglie di inflazione.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In altri termini, la BCE dovrebbe dire: sei pienamente
garantito purché la tua inflazione non superi determinate soglie, o non si
discosti se non marginalmente dai target BCE, o dalla media dell’Eurozona.
Qualcosa del genere.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Va peraltro notato che la correlazione tra deficit,
debito e inflazione è a dir poco dubbia. Oggi l’Italia ha un’inflazione
decisamente più bassa rispetto alla Germania. Il Giappone ha il 260% di debito
/ PIL ma la sua inflazione è inferiore, da decenni, rispetto alle medie occidentali.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La garanzia BCE sui debiti pubblici non costa nulla a
nessuno. La sua assenza al contrario è un danno enorme per l’Eurozona, perché
produce vincoli che creano un pesantissimo svantaggio competitivo rispetto agli
USA, al Giappone, alla Cina eccetera. L’assenza di garanzia crea un rischio d’insolvenza
sul debito pubblico che non ha senso di esistere, e infatti non esiste per le
economie che gestiscono la propria moneta e fanno deficit con quella.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">L’euro doveva servire (non si è mai capito come, ma
questo era quanto si dichiarava) a competere meglio con gli altri grandi blocchi
economici. Con le regole attuali al contrario l’eurosistema costringe i suoi
Stati aderenti a “combattere” con le mani legate dietro alla schiena.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-73639789263215813632024-02-17T10:17:00.005+01:002024-02-17T10:17:54.531+01:00Il deficit non è un doping<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">L’elenco delle cretinate che mi sono stufato di
sentire da parte dei commentatori economici <i>mainstream </i>è lungo, ma una
posizione di rilievo la occupa senz’altro l’affermazione che “il paese x ha ottenuto
una forte crescita del PIL, certo, ma è una crescita dopata dal deficit
pubblico”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La crescita economica non è mai dopata dal deficit
pubblico. Il deficit stimola la domanda e quindi la produzione e l’occupazione,
certo, ma entro il limite della capacità produttiva del sistema economico (per
definizione: se ho prodotto 100 avevo la capacità per farlo – evidentemente).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il deficit pubblico immette capacità di spesa nel
sistema economico: se lo Stato spende più di quanto tassa, il settore privato
incassa più di quanto sborsa. E la capacità di spesa crea domanda, produzione e
occupazione: fino al limite della capacità produttiva, e non oltre.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il deficit può essere eccessivo, certo: e la
conseguenza dell’eccesso è un’inflazione troppo alta. Il che non vuol dire “dopare
la crescita”, ma far crescere i prezzi senza necessità.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Secondo gli euroausterici qualsiasi deficit pubblico è
un doping per l’economia. Al contrario, il deficit pubblico è la condizione tipica,
media, naturale di qualsiasi Stato. Immette nel sistema potere d’acquisto, che
deve aumentare di pari passo con la crescita. Altrimenti occorrerebbe fare affidamento
solo sull'espansione del credito privato, che è prociclico e potenzialmente destabilizzante.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Chi afferma che il deficit pubblico è un doping manca
della più basilare conoscenza della macroeconomia. Il deficit pubblico non droga
la crescita; al contrario, la sua insufficienza genera stagnazione e
disoccupazione.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-50033666692948193382024-02-13T09:12:00.003+01:002024-02-13T10:29:25.961+01:00Che cosa sono i titoli di Stato<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjP-9eSuHWgV9TSfwCDPRG5I7OdkDO_MOHyzsx1rI3PEpbBUpd-KJgfLV1ZMczq2HtLNw6D4Sc-xRBaGy0XY5oMRK4ridDkT1amDEHNs1GKBksokJOP4aJn68BfC9NRlzGgbU1OL_1Px2uQLBWy4E1KFh9oXMHCuet2qIrkWV2BjIZBa0sqOg9OTDlnh-rf" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="468" data-original-width="587" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjP-9eSuHWgV9TSfwCDPRG5I7OdkDO_MOHyzsx1rI3PEpbBUpd-KJgfLV1ZMczq2HtLNw6D4Sc-xRBaGy0XY5oMRK4ridDkT1amDEHNs1GKBksokJOP4aJn68BfC9NRlzGgbU1OL_1Px2uQLBWy4E1KFh9oXMHCuet2qIrkWV2BjIZBa0sqOg9OTDlnh-rf=s16000" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">"Che cosa sono i titoli di Stato ?</p><p style="text-align: justify;">Conti per depositare i risparmi accumulati, al netto delle tasse.</p><p style="text-align: justify;">Il governo offre la possibilità, fino a un limite ARBITRARIO, di utilizzare un mezzo per immagazzinare moneta: un conto di risparmio che paga interessi.</p><p style="text-align: justify;">Non è un cattivo affare per chi ha soldi extra da parcheggiare in questi conti."</p><p style="text-align: justify;">Ma la cosa FONDAMENTALE da comprendere è che per lo Stato NON E' necessario collocare titoli di Stato per finanziare il deficit. Il deficit pubblico GENERA risparmio privato, i titoli di Stato sono uno strumento per impiegarlo. Un'opportunità per i cittadini, NON una necessità per lo Stato.</p><p><br /></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-63180899739988702582024-02-09T09:05:00.003+01:002024-02-09T09:05:21.595+01:00Compromessi e assurdità<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Uno dei ritornelli più frequenti degli europeisti è che
“l’integrazione politica è indispensabile altrimenti l’Europa diventa marginale,
in un mondo in cui le nazioni più grandi hanno centinaia di milioni se non miliardi
di abitanti. Ci sono visioni e interessi differenti, certo, ma occorre trovare
una linea di compromesso accettabile per tutti e poi fondersi in un’entità unica”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Di fronte a questa argomentazione, il mio primo
commento è che le megapotenze di cui si parla sono tre. Gli USA, la Cina e l’India.
Che certo, fanno il 40% della popolazione mondiale. Però poi ci sono una duecentina
di altre nazioni che sul piano economico e anche demografico pesano in genere
meno, spesso molto meno, dei singoli maggiori Stati europei.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per cui, perché solo per noi europei dovrebbe essere vitale
“integrarsi politicamente” ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">L’altro commento è che i compromessi sono utili e
spesso anche indispensabili. Ma i compromessi hanno un senso se costituiscono
una mediazione tra posizioni sufficientemente sensate.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In ambito UE, e con riferimento alla <i>governance</i>
economica, la posizione euroausterica non è “sufficientemente sensata”. E’
completamente priva di logica. Affermare che un sistema economico debba avere
come obiettivo primario la riduzione del debito pubblico perché ci si costringe
ad utilizzare una moneta non controllata da nessuno Stato; lasciare campo
libero alla speculazione nel condizionare la finanza pubblica; imporre
politiche procicliche in contesti recessivi o depressivi: sono tutte posizioni
infondate, assurde.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma su queste assurdità è impostata la definizione
delle politiche economiche dell’Unione Europea.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La via di mezzo tra una posizione sensata e una assurda
è un’impostazione un po’ meno assurda, ma comunque disfunzionale. E’ come
pensare che un compromesso accettabile tra prendere l’ascensore e buttarsi dall’ottavo
piano sia buttarsi dal quarto piano.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quand’anche l’integrazione politica fosse realmente un’esigenza
vitale (e non lo è); quand’anche popoli e Stati europei la desiderassero (e non
la desiderano); quantomeno riguardo alla dimensione economica, il “compromesso”
sulle regole di funzionamento non è una possibilità concreta, non è uno
scenario sensato: né sul piano pratico, né su quello politico.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-46393409998957832072024-02-07T09:20:00.012+01:002024-02-07T09:20:57.725+01:00Giustificare Prodi ???<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Considero Prodi il più disastroso uomo politico italiano
dal 1945 in poi, e la motivazione principale di questo giudizio naturalmente è
la catastrofica, scellerata decisione di portare l’Italia nell’euro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Pochi giorni fa, mi sono imbattuto (in una conversazione
da <i>social network</i>) in un’affermazione peraltro ricorrente: non è colpa di
Prodi, entrare nell’euro non era sbagliato, anzi era un’idea fantastica, solo
che per funzionare occorreva “fare le riforme” e “mettere sotto controllo il
debito pubblico”. Non è colpa del buon Romano se non gliel’hanno lasciato fare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ovviamente non ci credo per nulla. Ma facciamo finta
che.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Immaginate di essere l’azionista di una società. E
immaginate che il vostro amministratore delegato vi proponga di lanciare un
nuovo prodotto, sostenendo che è un’idea fantastica.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Aggiungendo però che funzionerà senz’altro, a
condizione di sostenere il lancio con una campagna di marketing che costa dieci
milioni di euro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Gli chiedete “ma li abbiamo dieci milioni ?” risposta “no”.
Domanda successiva “ma sai dove andarli a trovare ?” risposta “non ne ho la
minima idea. Però il prodotto bisogna lanciarlo quindi lo lancio”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Vi pare che possa funzionare ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per carità, Napoleone quando gli chiedevano quale
fosse la sua strategia per la battaglia rispondeva (dicono) <i>on s’engage, et
puis on voit</i>.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma era Napoleone, non Prodi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E anche per Napoleone, in definitiva, questo approccio
ha funzionato finché non ha funzionato più.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Prodi ha portato l’Italia nell’euro sulla base del
presupposto che “le riforme” l’avrebbero fatto funzionare benissimo ? delle tre
l’una (o tutte e tre, le ipotesi non si escludono): o queste “riforme” non
esistevano, o non erano quelle giuste, o lui (Prodi) non era minimamente in
grado di assicurare che si sarebbero fatte.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Risultato ? Prodi ha causato all’Italia un danno gigantesco.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E no, non c’è giustificazione.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-13006982041160168062024-02-05T08:55:00.006+01:002024-02-05T08:55:38.493+01:00Le armi agli ucraini<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Stiamo continuando a finanziare la resistenza ucraina
contro i russi. E’ la mossa giusta ? è utile ? è coerente ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Se dico che temo di no, il mio interlocutore spesso mi
obietta “e allora sbagliavano gli alleati a dare armi ai partigiani, durante la
seconda guerra mondiale ?”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La mia risposta è che no, non sbagliavano. Ma la
situazione ucraina di oggi è diversa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Era giusto dare armi ai partigiani, come era giusto
dare armi, soldi e materiali ai sovietici che combattevano contro i tedeschi.
Ma la differenza è che quella guerra gli alleati la stavano combattendo con
tutte le loro forze. Si poteva vincere, e anzi la stavano vincendo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Dare armi ai partigiani aiutava a velocizzare la
vittoria e la fine del conflitto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Mentre in Ucraina… si può vincere ? si possono
espellere i russi ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Forse sì ma solo a una condizione. Che l’Occidente anzi
la NATO anzi gli anglosassoni anzi USA e UK decidano di combatterla, questa
guerra, non solo di finanziarla (e di farla finanziare agli europei).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per essere ancora più chiari: una possibilità di
espellere i russi dall’Ucraina c’è solo se si combatte Putin con un esercito
schierato sul campo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Certo, è una strategia molto rischiosa. La guerra sul
campo non è affatto scontato che si vincerebbe. E Putin potrebbe reagire con le
armi nucleari. Ma si può anche arrivare alla conclusione che non ne avrebbe il
coraggio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quindi per quanto rischiosa è una strategia coerente,
e potenzialmente di successo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quello che non è coerente, e che sicuramente è destinato
all’insuccesso, è continuare a sostenere gli ucraini in un conflitto senza dar
loro la possibilità di vincerlo. Serve solo ad allungarlo, il conflitto, e ad
aumentare i costi in termini, in primo luogo, di vite umane. Soprattutto di vite
ucraine.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ed è però quello che sta facendo l’Occidente. Finanziare
una guerra per procura.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ha senso ? non mi pare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com19tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-42120316387795513892024-02-03T12:33:00.000+01:002024-02-03T12:33:12.500+01:00Bagnai detesta la Moneta Fiscale perché non la capisce<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Non riesco a spiegare in altro modo l’acredine di
Alberto Bagnai nei confronti della Moneta Fiscale, se non con le sue evidenti
carenze su temi di macroeconomia. L’ho già detto in precedenti occasioni: è un divulgatore
molto efficace, potenzialmente anche un ottimo scrittore comico, ma lì finisce. Come economista, le sue carenze sono evidenti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Non contento di essersi preso una prima dose di
scapaccioni <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2013/02/ahi-ahi-bagnai-che-bella-serie-di.html">quando sosteneva</a> che la proposta CCF non gestiva i differenziali di
competitività tra paesi;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">non soddisfatto di essersi esposto a ulteriore ridicolo
affermando che il trattamento contabile della Moneta Fiscale <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2023/04/alberto-bagnai-la-moneta-fiscale-e-la.html">viola la partita doppia</a>;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">pochi giorni va (vedi i minuti finali <a href="https://www.youtube.com/watch?v=sr94uJQMfh4">di questo video</a>)
il nostro ha toccato nuove vette di comicità sostenendo che la Moneta Fiscale è
una “cura palliativa” rispetto al problema dei delta d’inflazione nell’ambito
dell’Eurozona.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quando, se avesse studiato il progetto (o se, avendolo
magari letto, l’avesse capito, o se non avendolo capito avesse chiesto spiegazioni,
che sarei stato ben disponibile a fornirgli) saprebbe che il progetto Moneta
Fiscale fornisce gli strumenti per raggiungere la piena occupazione mantenendo
l’inflazione a livelli stabili e moderati (<a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/search?q=ccf+e+inflazione">vedi D19 e D20 qui</a>), e anche per gestire problemi di <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2022/11/linflazione-odierna-e-come-ridurla.html">shock dal lato dell'offerta</a> quali abbiamo sperimentato durante l’ultimo paio d’anni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Peccato.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-62363641748159243872024-01-30T09:43:00.003+01:002024-01-30T09:43:49.394+01:00La non intelligenza artificiale<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Sono un po’ scettico quando leggo certe entusiaste, o pensose,
o preoccupate, dissertazioni sull’impatto dell’IA, dell’intelligenza
artificiale.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quando si può realmente parlare di intelligenza ? la
mia definizione è che l’intelligenza si identifica con l’autocoscienza. Con la
percezione di sé stessi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Gli esseri umani la possiedono. Gli animali anche. Le
macchine no.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Nella cosiddetta IA, non vedo autocoscienza. Vedo un
ulteriore sviluppo della capacità di calcolo, di memorizzazione, di esecuzione
di istruzioni: capacità che da decenni progrediscono, e senza dubbio lo faranno
ulteriormente. Ma senza autocoscienza vale sempre la definizione (scherzosa ma
anche no) che cinquant’anni ho letto in un manuale IBM: un computer è un
cretino ad altissima velocità.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La velocità da altissima diventa stellare, fotonica,
extragalattica: sempre di un’entità non intelligente si tratta. Uno strumento
informatico che effettua un fantastiliardo di calcoli al millisecondo e
memorizza una zilionata di informazioni non è più intelligente di una gru che
solleva dieci tonnellate a trenta metri di altezza.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quanto al rischio che la IA sostituisca le funzioni
lavorative svolte dall’essere umano, generando disoccupazione di massa, anche
qui non condivido. Qualche secolo fa lavorava nei campi qualcosa tipo il 70%
della forza lavoro. Oggi si può sfamare (e molto meglio di allora) un paese impiegando il 2%. Forse che la
disoccupazione è aumentata del 68% ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma la IA, si dice, adesso sostituisce mansioni
intellettuali, non mansioni fisiche. Quando le macchine avranno sostituito
anche le mansioni intellettuali, che cosa rimarrà da fare agli esseri umani ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Questa sostituzione però non è una novità. Che fine hanno
fatto i copisti, le dattilografe, gli archivisti ? Certe mansioni intellettuali
scompaiono, altre se ne creano.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quanto poi al fatto che le mansioni fisiche siano
state eliminate e non se ne creino di nuove, non è vero neanche questo. Le
città sono percorse di giorno e ahimè anche di notte, nonostante freddo,
pioggia e buio, da ciclisti che consegnano pasti a domicilio. La versione moderna
del garzone del fornaio, che si è “evoluto” ma non è affatto scomparso.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La crescita della produttività rende necessario
riallocare personale, certo. Ma non crea disoccupazione di massa. Aumenta
invece il potenziale produttivo. La disoccupazione di massa la genera un
sistema economico che raziona senza ragione la circolazione di mezzi di
pagamento, impedendo all’economia di realizzare il suo potenziale. Il problema
sta nella <i>governance</i> dell’economia, non nello sviluppo della
produttività.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E del resto in Italia soffriamo di una carenza di
posti di lavoro qualificati e ben remunerati dopo un quarto di secolo di <i>mancata</i>
crescita della produttività. E in tutto il mondo occidentale le aziende si
strappavano di mano i lavoratori e i salari reali crescevano in anni (il trentennio
dopo la fine della seconda guerra mondiale) in cui la produttività cresceva
velocemente. Molto più di oggi. IA o non IA.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-16597414202099264672024-01-28T14:28:00.000+01:002024-01-28T14:28:05.948+01:00L’importanza del deficit<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Sono molto stupito (ma forse non dovrei) dalla
frequenza con cui certi commentatori mettono in bocca agli economisti MMT cose DIVERSE
da quelle che la MMT afferma</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;">. Profondamente diverse.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In particolare, la MMT, a sentire questi signori, sosterrebbe che <i>deficits don’t matter</i>, che i deficit pubblici “non
hanno importanza”, e che di conseguenza possono essere alti a piacere.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Certo che hanno importanza, i deficit !!!</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma quello che la MMT afferma in merito ai deficit pubblici
è tutt’altro:</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">PRIMO, è assolutamente normale che i conti pubblici di
uno Stato siano in deficit, cioè che lo Stato spenda più del prelievo fiscale.
E’ il principale canale tramite cui i mezzi di pagamento in circolazione aumentano:
e devono aumentare, in un’economia in crescita.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">SECONDO, il deficit può essere troppo alto ma anche
troppo basso. Può spingere la domanda al di sopra della capacità produttiva del
sistema, e quindi essere inflazionistico. Ma può anche essere carente, creando
quindi i presupposti per disoccupazione e sottoccupazione.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">TERZO, non esiste quindi un livello “ideale” di
deficit, cioè un livello numerico “corretto” (men meno è “corretto” il pareggio
di bilancio). Dipende dalle circostanze.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">QUARTO, non esiste neanche un livello numerico di
deficit che sia a priori “troppo alto”: ovvero, non esiste un limite da non
superare mai, non esiste un livello che sia intrinsecamente eccessivo, che sia
necessariamente “insostenibile”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Chi mette in bocca agli economisti MMT affermazioni (in
merito al deficit pubblico) in contraddizione con queste, semplicemente
commenta cose che non ha capito, o che più probabilmente non ha neanche mai
letto né ascoltato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-17787887674808047892024-01-20T10:10:00.010+01:002024-01-20T10:10:56.126+01:00Groucho Marx e la UE<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Groucho Marx ha elaborato una definizione della
politica molto arguta.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">“L’arte di cercare problemi, trovarli dappertutto,
formulare una diagnosi sbagliata, e applicare soluzioni che non funzionano”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La definizione, dicevo, è arguta, ma piuttosto
ingiusta. La politica non funziona sempre così.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Gli stati nazionali hanno problemi al loro interno.
Qualche volta se li inventano, ma nella maggior parte dei casi sono reali.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Le diagnosi le sbagliano spesso, ma sarebbe ingiusto
dire che le sbagliano sempre.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E le soluzioni ? tutte sbagliate ? no dai, metterla su
questo piano è una riedizione del “piove governo ladro”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Però c’è un’organizzazione politica a cui la
descrizione di Groucho si applica, invece, perfettamente. Ed è la UE.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma non è un caso. La UE non è nata per risolvere
problemi. E’ nata per sottrarre poteri agli stati e trasferirli a se stessa.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E ha stabilito che un sistema efficace per forzare il
trasferimento di poteri è creare un perenne stato di emergenza, inventando
problemi anche quando non ci sono, e non risolvendoli mai.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per non sbagliarsi, non solo non li risolve ma
impedisce agli stati di farlo. Non so se Jean Monnet dicendo “l’Europa si
formerà come conseguenza delle crisi” intendesse esattamente questo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma questo è quanto abbiamo sotto gli occhi oggi.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-80827000870718967972024-01-18T09:26:00.000+01:002024-01-18T09:26:07.204+01:00Tautologie ? anche no<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Specialmente negli ultimi tempi, su questo blog batto
e ribatto sul tema che il deficit pubblico si trasforma, centesimo per
centesimo, in risparmio privato. Se il settore pubblico spende più di quanto
tassa, il settore privato riceve più di quanto paga. E le risorse finanziarie nette
che arrivano al settore privato non si bruciano: circolano, ma rimangono sempre
e comunque in tasca a qualcuno.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Di fronte a queste affermazioni, mi sento non di rado
ribattere che si tratta di ovvietà. Anzi, di tautologie secondo il significato
che di tautologia dà la logica formale: affermazioni vere per definizione, quindi
fondamentalmente prive di valore informativo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Spesso qualcuno fa un passo in più nello spiegare
perché si tratta di tautologie. Se divido il mondo in due parti, che possono essere
il settore pubblico e il settore privato ma anche gli individui alti almeno 170
centimetri e quelli più bassi, quelli che sanno nuotare e quelli che no, gli
juventini e i non juventini, è sempre vero che l’eccesso di spesa di uno dei
due gruppi crea risparmio netto per l’altro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Sarei tentato di essere d’accordo. Niente valore
informativo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Sennonché, se è così ovvio, perché millanta volte al
giorno i media e i commentatori economici – non solo in Italia, ma in tutto il
mondo; ma forse qui più che altrove – si pongono con aria pensosa e preoccupata
la fatidica domanda “dove troveremo i soldi per finanziare il deficit pubblico
?”.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è evidentemente una grande parte della pubblica
opinione che ha bisogno di capirle, queste ovvietà. E se le capisse, migliorerebbe
molto, anzi MOLTISSIMO, il suo livello di competenza economica.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">C’è valore informativo ? certo che c’è. Altro che tautologie.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-84095034256297181982024-01-13T10:23:00.003+01:002024-01-13T10:24:29.505+01:00Il debito pubblico non impoverisce<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per risolvere i problemi economici dell’Italia il
primo passo è convincere l’opinione pubblica, nonché la classe politica, che il
paese NON SI ARRICCHISCE tramite la riduzione (in valore assoluto o in rapporto
al PIL) del debito pubblico.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Anzi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quando i conti pubblici sono in deficit, il settore
pubblico spende soldi e ne ritira una parte inferiore tramite il prelievo
fiscale. Si verifica quindi un’IMMISSIONE NETTA di potere d’acquisto nel
settore privato dell’economia. Si generano reddito e risparmio.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il limite all’opportunità di attuare deficit non sta
in NESSUN rapporto numerico predefinito. Il deficit pubblico può essere
eccessivo se alimenta inflazione o deficit commerciali. Ma inflazione e
scompenso nei costi esteri possono verificarsi con un deficit pubblico dell’1%,
e possono non verificarsi con un deficit pubblico del 15%.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In assenza di eccessi di inflazione o di deficit
commerciali (soprattutto / principalmente se finanziati in valuta estera) l’incremento
del deficit non è in alcun modo da considerare un problema.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quanto al debito pubblico, costituisce un’interessante
opportunità di impiego offerta al settore privato per il risparmio che si
genera in conseguenza dei deficit pubblici.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Se oggi per l’Italia il debito pubblico è un problema
è SOLO perché, a causa della sciagurata decisione di entrare nell’euro, non controlliamo
la moneta in cui siamo impegnati a rimborsare il debito.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La più plausibile via per risolvere il problema è <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2023/03/crediti-dimposta-cedibili-e-riportabili.html">la Moneta Fiscale</a>.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Via tecnicamente facilissima.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Via politicamente molto dura.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma comunque, sia tecnicamente che politicamente, molto
più facile dell’uscita dall’euro.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-43737474750713064672024-01-10T10:43:00.000+01:002024-01-10T10:43:08.526+01:00Bagnai sempre peggio<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Trovate <a href="https://twitter.com/EsteriLega/status/1744746019995488368">qui il video dell'intervento</a> di ieri, da parte
dell’on. Alberto Bagnai, in merito al tema Superbonus 110%. Dal punto di vista
tecnico-contabile, nulla di nuovo a quanto già da me riferito e commentato <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2023/04/alberto-bagnai-la-moneta-fiscale-e-la.html">nel mio post del 6.4.2023</a>. Bagnai pretende di insegnare la partita doppia ma in realtà
è lui a non conoscerla.</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; font-size: 14pt;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Qualche chiosa in più la merita però la parte finale
del suo intervento, in cui elogia il ministro Giorgetti per aver evitato che l’Italia
passasse, di fronte ai media internazionali, come un paese che “trucca i conti”.
Mettendosi quindi sullo stesso piano della Grecia.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Un commento del genere mi sarei aspettato di sentirlo
da un Giannino o da una De Romanis. L’Italia non aveva inizialmente incluso l’impatto
del Superbonus nel deficit pubblico per la semplice ragione che le regole
Eurostat non lo prevedevano. Regole che sono state SUCCESSIVAMENTE modificate.
E le revisioni contabili sono venute di conseguenza.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ricordo comunque, a smentita delle strampalate elucubrazioni
di Bagnai in tema di partita doppia, che Eurostat ha confermato che la Moneta
Fiscale NON rientra nella definizione di debito pubblico.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Aggiungo solo che la mia opinione su Bagnai si
riassumeva, fino a un po’ di tempo fa, come segue. Lo consideravo un
divulgatore molto efficace, un buon economista e un individuo con un pessimo
carattere.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il primo e l’ultimo giudizio restano invariati. Sul
secondo temo proprio che un declassamento sia opportuno.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Certo, finché si confronta, appunto, con le De Romanis
e con i Giannini, Bagnai può passare per un titano del pensiero economico. Ma
solo a causa dei termini di confronto.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Continuo a non ritenere, come in parecchi ormai
affermano, che Bagnai sia ormai diventato una palla al piede dei movimenti di
opinione euroscettici.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Però sinceramente, ce la sta mettendo tutta per farmi
modificare anche quest’ultimo giudizio. Grazie, soprattutto, ai suoi tentativi
di insabbiare e screditare lo strumento che ha la maggiore plausibilità per
ottenere lo scopo di mettere fine all’eurocrisi: <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2023/03/crediti-dimposta-cedibili-e-riportabili.html">la Moneta Fiscale</a>.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-7764043083352306062024-01-07T10:15:00.004+01:002024-01-07T10:15:43.884+01:00Perché il deficit pubblico è SEMPRE risparmio privato<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La differenza tra spese e incassi dello Stato, altrimenti
detto il deficit pubblico, si trasforma centesimo per centesimo in risparmio
privato. Perché ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Perché se lo Stato immette nell’economia privata più
soldi di quanti ne preleva, l’economia privata nel suo complesso riceve più
soldi di quanti ne versa allo Stato (con le tasse).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Si tratta di affermazioni di una tale ovvietà che sembrerebbe
superfluo doverle spiegare, ripetere e rispiegare. E invece vengono
costantemente contestate da soggetti non necessariamente, non sempre, in
malafede.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Perché vanno in confusione di fronte a questo concetto
?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh7y3bpxksH9VTv5xI0MWQyTIH26aYb8vmrUPCW1GPDDFPcsv1w3wewX8OEyOT4zziNu9jWnU9NSs4rtwspMa4HZCoE61fNcHxU3KC8pWobCzcBCg2PsVqTz8eMjq1UM4CDAUTriDlqe0q7CA8jJlvh5SfC9hz8Q1hp8Q87BxMS8PQ0_aM5T0gXlhjbyhjy" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="215" data-original-width="568" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh7y3bpxksH9VTv5xI0MWQyTIH26aYb8vmrUPCW1GPDDFPcsv1w3wewX8OEyOT4zziNu9jWnU9NSs4rtwspMa4HZCoE61fNcHxU3KC8pWobCzcBCg2PsVqTz8eMjq1UM4CDAUTriDlqe0q7CA8jJlvh5SfC9hz8Q1hp8Q87BxMS8PQ0_aM5T0gXlhjbyhjy=s16000" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Semplicemente perché hanno in testa che il deficit
pubblico, certo, affluisce nelle tasche di altri componenti del sistema
economico, quindi di soggetti privati. Ma “nel momento in cui diventa reddito
una quota è consumata il resto è risparmio”.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Qual è il passaggio mancante ?</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Semplicissimo: la “quota consumata” è spesa per beni e
servizi che costituisce REDDITO DI ALTRI SOGGETTI PRIVATI. Se ricevo uno stipendio
dallo Stato perché sono un dipendente pubblico e lo uso per comprare pane, il
mio consumo diventa reddito del panettiere. Il risparmio privato non sarà più mio,
ma del mio fornitore. Che è anch’esso un soggetto privato.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Immaginate che al posto della moneta si usino
conchiglie, e che lo stato realizzi il deficit spendendo conchiglie (che è in
grado di produrre dal nulla) nell’economia privata.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Nel momento in cui le conchiglie entrano in
circolazione, vengono, certo, in parte spese da chi le riceve: passano di mano
in mano. Ma non spariscono. Se lo Stato immette dieci conchiglie, le dieci
conchiglie sono sempre in mano a qualcuno. Sono sempre parte del risparmio
privato di qualcuno. Non necessariamente del ricevente iniziale, ma sempre di
qualcuno.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il deficit pubblico incrementa il risparmio privato,
centesimo per centesimo.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Certo, se si verifica un peggioramento dei saldi
commerciali esteri, l’incremento del risparmio privato c’è ma è (in parte) risparmio
privato di soggetti non nazionali.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Certo, se per problemi di eccesso o di composizione il
deficit aumenta l’inflazione, il risparmio privato cresce in termini nominali
ma non in termini reali.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Per cui, per capire se stiamo attuando una politica
economica corretta, dobbiamo (non solo ma anche) tenere sotto controllo inflazione
e saldi esteri.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma rimane assolutamente vero, e incontestabile, che il
deficit pubblico incrementa il risparmio privato. Chi lo nega semplicemente
commette un errore elementare nell’analizzare il funzionamento del sistema
economico.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-84961823404670726362024-01-05T09:10:00.003+01:002024-01-05T09:10:33.887+01:00Aridaje con l’offerta…<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ormai dovrebbe essere un tema noto e sviscerato, e il
dibattito di conseguenza morto e sepolto. E invece rispuntano periodicamente
quelli che sostengono come e qualmente sia riduttivo, per non dire fuorviante,
imputare la venticinquennale stagnazione italiana all’euro e alle sue regole.
Quindi alla compressione della domanda.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma – dicono questi signori - l’innovazione, ma gli
investimenti, ma la produttività ? ma l’offerta ?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Gli elementi base per chiarire il tema <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2016/01/euro-e-stagnazione-della-produttivita.html">li ho sintetizzati qui</a> la bellezza di otto anni fa, in un post che non mi sembrava
eccessivamente tecnico. Ma si può essere ancora più semplici e discorsivi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Se dal trattato di Maastricht in poi sono all’interno
di un sistema che persegue il contenimento del debito pubblico perché l’ha
identificato come un problema esistenziale – quando, lasciandolo in lire, non
lo sarebbe mai stato;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">se, erroneamente, si ritiene che contenere il deficit
pubblico sia l’unica via per ridurre il rapporto debito / PIL – ignorando totalmente
gli effetti di retroazione, ovvero il fatto che le azioni di riduzione del
deficit implicano il calo del PIL e del gettito fiscale, per cui hanno un
effetto in generale dubbio, e in molti casi senz’altro controproducente, sul
rapporto;<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgSkZ0D4pU_QRDYEiKafYqUWQfbPMPEyW7Kfxv1D1pnc0r9tMe7sJvv9bfmpmswauFWotk92fH0sWrz8Ism9hVK-n7k0Tvro3F3ccGjRwnhgaTYJlZDObfyBwoeJdOq9YMEgK69QL4GkcvTX2Ru6w2UEnX_esgXYvQAAb6oK3Y_K_mEd1IO2wg7WBdjGWAt" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="654" data-original-width="580" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgSkZ0D4pU_QRDYEiKafYqUWQfbPMPEyW7Kfxv1D1pnc0r9tMe7sJvv9bfmpmswauFWotk92fH0sWrz8Ism9hVK-n7k0Tvro3F3ccGjRwnhgaTYJlZDObfyBwoeJdOq9YMEgK69QL4GkcvTX2Ru6w2UEnX_esgXYvQAAb6oK3Y_K_mEd1IO2wg7WBdjGWAt=s16000" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">se utilizzo una moneta troppo forte per i fondamentali
dell’economia italiana, disincentivando le produzioni all’interno del paese;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">il risultato è semplice e ovvio: contrazione degli investimenti,
sia privati che pubblici.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E quindi è inevitabile che dopo anni di questo
trattamento si constati la stagnazione della produttività, la stasi della
capacità produttiva, la debolezza dell’offerta.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Ma è evidente, per chi lo vuol vedere, che all’origine
di tutto c’è il contenimento, artificiale e privo di senso economico, della
domanda.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E l’euro nonché le regole di funzionamento dell’eurosistema
sono la causa primaria di tutto questo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Notare poi che chi identifica il problema nell’eurosistema,
quindi nella domanda, ha anche le soluzioni per superarlo (che non sono,
ovviamente, facili da far passare politicamente: ma ci sono, e la più plausibile
è <a href="https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2023/03/crediti-dimposta-cedibili-e-riportabili.html">la Moneta Fiscale</a>).</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Mentre quelli che “il problema è l’offerta, l’euro non
c’entra” non hanno, invece, nulla di sensato da proporre.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"></span><p></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-78658670831634755882024-01-03T09:44:00.004+01:002024-01-03T09:44:30.718+01:00Il tempo indefinito<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quando sei giovane pensi di avere un tempo infinito
davanti a te e quindi ti riesce naturale programmare e progettare.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quando sei meno giovane non lo pensi più ed è quindi
naturale bloccarsi di fronte alla prospettiva di anni di attività per
perseguire un obiettivo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Però è sbagliato.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quanto tempo avrai davanti, non lo sai. Non lo sai a
vent’anni, a quaranta, a sessanta, a ottanta.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il tempo che hai davanti è indefinito. Può essere brevissimo
per un ventenne e molto lungo per un ottantenne.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Sei hai idee e traguardi, se stai abbastanza bene di
corpo e soprattutto di testa, non rinunciare a perseguirli – le idee e i
traguardi - qualunque sia la data scritta sulla tua carta d’identità. Non pensare
che il problema sia il tempo che hai a disposizione. E’ solo un alibi per non
muoversi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">E poi progredire lungo una strada dà soddisfazione
quanto raggiungere l’obiettivo. Anzi, l’obiettivo raggiunto è una grande gioia
che però dura un istante. Poi ti senti vuoto se non ne hai subito uno nuovo
verso cui incamminarti.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p> </o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8179758575862142660.post-14165742579539186212024-01-01T16:20:00.015+01:002024-01-01T16:20:55.702+01:00Non preoccupatevi della sovrappopolazione<p> </p><p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Mi è sempre riuscito difficile comprendere il perdurante
successo del pensiero di Thomas Malthus. Lo ritengo il pensatore più
chiaramente e nettamente smentito dalla storia, eppure continua a esercitare
una fortissima influenza, quasi un fascino (mi vien da dire) perverso, su molti
commentatori e su molti opinionisti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La sua tesi che la disponibilità di alimenti cresca
linearmente mentre la popolazione esponenzialmente, con il risultato che la
carestia è il destino ineluttabile dell’umanità, è stata confutata dai fatti. E
lo è stata, totalmente, sotto entrambi i profili.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La disponibilità di alimenti procapite, nel paio di
secoli trascorsi dalla formulazione delle tesi malthusiane, non ha fatto che
aumentare. Mentre la popolazione mondiale è certo cresciuta tantissimo, ma sta
ormai puntando verso la stabilizzazione. Siamo otto miliardi e diventeremo
dieci, forse undici (con la crescita in larghissima misura concentrata in Africa),
nella seconda metà del ventunesimo secolo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Poi stop, la transizione demografica sarà completa in
tutto il mondo e qualcuno ipotizza addirittura, da lì in poi, una diminuzione.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Eppure i profeti di sventura continuano a
imperversare. Si sente continuamente ripetere che “al mondo siamo troppi”,
senza che nessuno spieghi in modo plausibile perché.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il malthusianesimo è stato riverniciato di ecologismo
ed ambientalismo, soprattutto negli ultimi cinquanta o sessant’anni. Significativo
il modestissimo, ma citatissimo, rapporto al Club di Roma sui “Limiti dello
sviluppo” (del 1972). Che vaticinava catastrofi in un futuro non distante
(anche se non era chiaro esattamente quanto) a causa di carenze alimentari
abbinate all’inquinamento incontrollato e all’esaurimento delle risorse
fisiche.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Il tutto sulla base di simulazioni computerizzate (con
la capacità di calcolo dei computer di allora, che era una frazione minima rispetto
a uno smartphone odierno), impostate su assiomi che erano sempre la riedizione
di quello malthusiano – in peggio. La popolazione cresce esponenzialmente, la
disponibilità di cibo linearmente. Ma per di più si impenna l’inquinamento e
crollano le riserve di materie prime.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Non c’è evoluzione tecnologica, non c’è miglioramento
delle tecniche produttive, non c’è progresso nello sfruttamento razionale delle
risorse, non ci sono scoperte e sviluppi di nuove fonti.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Quindi siamo troppi. Perché ? “perché sì”. Ma è plausibile
?</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Negli USA ci sono 340 milioni di persone. Dei quali 130
sulla costa atlantica in un territorio pari alla somma di Italia e Francia. E’
l’unica parte del paese con una densità di popolazione di tipo europeo. Altri
130 nel resto della metà orientale degli Stati Uniti, su una superficie cinque
volte maggiore. E nella metà occidentale ? 80 milioni in uno spazio pari a sedici
volte l’Italia.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">In Australia ? territorio tre quarti dell’Europa (Russia
ad ovest degli Urali inclusa), popolazione 26 milioni.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">La Cina ? Un miliardo e quattrocento milioni. Ma se
dividiamo in due il paese con una linea che va in diagonale da sudovest a nordest,
abbiamo due metà dove un miliardo e trecento milioni sono da una parte, cento
milioni dall’altra.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Eppure anche i cinesi si sono bevuti la bufala malthusiana:
qualcuno li ha convinti che senza interventi drastici sarebbero diventati
quattro o cinque miliardi. Da qui la politica del figlio unico. Ora è stata
abbandonata, ma non abbastanza presto per evitare un rischio di crisi
demografica che potrebbe dimezzare la popolazione entro la fine del secolo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Chissà perché così tante persone si sentono sagge
agitando spettri inesistenti. Forse, probabilmente, ha ragione chi attribuisce
la loro attitudine a un sentimento elitista. Che brutta cosa strade e piazze piene
di gente. E spesso caotica, spesso malvestita, poco istruita e magari volgare.
Dovremmo essere di meno, giusto la classe superiore (sottointeso, quelli come
me) e i servitori, perché un po’ ci vogliono, ma ordinati, disciplinati, ben
vestiti, con una divisa (che scelgo io)…</span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: 16.0pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-rule: exactly; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 14.0pt;">Tranquilli, il mondo è pieno di problemi, come lo è sempre
stato. Ma l’affollamento non è uno di quelli. I problemi sono altri e derivano
da altre caratteristiche dell’animo umano: l’ambizione, l’avidità, l’egoismo,
il desiderio di prevaricare.<o:p></o:p></span></p>Marco Cattaneohttp://www.blogger.com/profile/07573325708700347277noreply@blogger.com2