sabato 29 marzo 2014

Riforma Morbida: è compatibile con i “sette punti M5S per l’Europa” ?


Domanda posta da un lettore del blog: “Una delle condizioni per potersi candidare alle europee nel M5S è quella di essere in linea con i sette punti della proposta di Grillo per l’Europa. Ritiene che la proposta della “Riforma Morbida” sia compatibile con i suddetti punti ? e in particolare con il referendum sull’euro ?”

Mi sembra che si tratti di un tema sufficientemente interessante per farne un articolo apposito.

Punti incompatibili non ce ne sono. Casomai, va precisato che, pur potendo essere mantenuti come obiettivi, i sette punti non sono indispensabili per implementare la Riforma Morbida. Chiarisco – i punti sono i seguenti:

UNO, Referendum per la permanenza nell’euro.

DUE, Abolizione del Fiscal Compact.

TRE, Adozione degli Eurobond.

QUATTRO, Alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune.

CINQUE, Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio.

SEI, Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni.

SETTE, Abolizione del pareggio di bilancio.

I punti QUATTRO e SEI non sono, evidentemente, di stretta attinenza alla Riforma Morbida. Non sono incompatibili, ma neanche ad essa necessari.

I punti DUE, CINQUE e SETTE non sono incompatibili e sicuramente è opportuno eliminare questi vincoli (il pareggio di bilancio, tra parentesi, è stato inserito nella Costituzione italiana a seguito di “calde raccomandazioni” di UE e BCE, ma non è previsto da trattati internazionali). Tuttavia la Riforma Morbida è attuabile anche se vengono mantenuti, PURCHE’ sia chiaro che i vincoli si applicano a deficit e debito ESCLUSA la quota riconducibile a emissioni di Certificati di Credito Fiscale (il che è corretto perché i CCF sono una forma di moneta: non sono debito).

Punto TRE: la Riforma Morbida permette allo Stato italiano di finanziarsi mediante emissione della sua nuova forma di moneta sovrana (i CCF). Questo rende superflui gli Eurobond.

Punto UNO: la Riforma Morbida restituisce all’Italia sovranità monetaria e possibilità di sviluppare politiche di pieno impiego, rispettando anche i vincoli di equilibrio commerciale verso l’estero. Tutto questo SENZA attuare il breakup dell’euro. La decisione se sostituire l’euro, per tutti gli impieghi correnti (circolazione di monete metalliche e banconote, utilizzo come moneta di conto eccetera)  con una valuta circolante nazionale quale la Lira Fiscale (per esempio secondo le modalità descritte in questo articolo e nei successivi) può essere presa in seguito, e sicuramente può essere sottoposta a referendum.

5 commenti:

  1. Francesca Donato: Ritengo che la proposta di riforma morbida sia senz'altro fondata dal punto di vista tecnico-economico. Ma non risolverebbe 2 punti critici fondamentali: l'affossamento della democrazia in Italia ed in Europa, attraverso l'obbligo di sottoporre sempre e comunque i nostri bilanci e manovre all'esame preventivo della CE, ed il controllo della moneta rimesso alla sola BCE, che rimane di fatto dominata dal potere della Bundesbank. Ogni soluzione "restando nell'euro" verrebbe comunque osteggiata dalla UE con facilità per ragioni ovvie e non potremmo farci nulla. Il problema è politico e giuridico, non solo economico e si può risolvere soltanto rimuovendone la causa, cioè l'adesione al sistema della moneta unica.

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    1. non c'è dubbio che a monte di tutto ci sono temi politici. Ma il ruolo della BCE è totalmente depotenziato nel momento in cui le necessarie politiche di espansione della domanda, recupero di competitività mediante defiscalizzazione dei costi di lavoro ecc. sono finanziabili con moneta sovrana (quale i Certificati di Credito Fiscale a tutti gli effetti sono). Idem per il ruolo della UE: qualsiasi tipo di vincolo viene svuotato di contenuto nel momento in cui riguarda i soli saldi di bilancio finanziati in euro, non quelli per i quali si utilizza moneta sovrana. Mi è perfettamente chiaro che anche la riforma morbida richiede di muoversi in totale autonomia rispetto a Bruxelles, cioè senza chiedere nessuna autorizzazione e sottraendosi a ogni condizionamento. Ma mi sembra molto più facile arrivarci attuando una riforma non deflagrante rispetto al breakup (con tutti i suoi problemi di formazione del consenso dell'opinione pubblica, resistenze psicologiche, turbative di mercato, impatti su aziende e sistemi bancari ecc.)

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  2. Prima di una eventuale uscita dall' Euro bisognerebbe eliminare i due "peccati originali" che questa moneta ha: 1) Ridefinerne la proprietà che non deve essere privata ma pubblica e solo degli stati che fanno parte di questa area ( il 30.03 % del capitale sottoscritto appartiene a Paesi che non adottano l'Euro), 2) Rinegoziare il tasso di scambio con il dollaro statunitense.
    Se questo non fosse possibile, ed è certo che non lo sia, allora si passa al referendum per scegliere se uscirne o restare.

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  3. BUongiorno Dott. Cattaneo ho letto il materiale e l'idea ben articolata di Riforma Morbida... è una proposta interessante e sarebbe bello prima avere enti creditizi pubblici per abbattere il costo di circa 80 mld annui sul debito facendoli comprare da essi stessi e reinvestire nell'economia italiana e in altri aspetti sociali quei 60 mld risparmiati....ma questo sarebbe un primo passo per poi passare ai CCF e successivamente ad una nuova valuta come spiegava il materiale ci vogliono aimè e la gente non ce la fa più...ma il tasso di scambio 1euro=1936,27 vecchie lire chi lo ha deciso? cioè dal '97 si è rimasti così senza pensare di cambiare il tasso che era nettamente svantaggioso o istituire una qualche commissione di controllo? ma Prodi voleva favorire solo l'alta finanza alla fine o non so che altro... Grazie

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    1. La conversione a 1936,27 fu fissata sulla base dei cambi di mercato nel paio d'anni prima dell'introduzione dell'euro. Il cambio non era particolarmente sfavorevole sulla base della situazione di allora, il problema è, appunto, che le condizioni relative delle varie economie mutano: un cambio accettabile nel 1999 non lo è più nel 2007 o nel 2014... per questo nei sistemi monetari devono esistere meccanismi di flessibilità che li adattano progressivamente al mutamento delle condizioni relative di efficienza, inflazione, costo del lavoro eccetera dei vari paesi.

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