Come prevedibile
e previsto dai molti commentatori che analizzano la situazione da un punto di
vista keynesiano, i dati economici italiani sono peggiori delle previsioni. E
da un paio di settimane si susseguono voci e illazioni sulla “necessità” o “inevitabilità”
di una manovra sui conti pubblici. Per 10, 15, 25, 30 miliardi ? le voci
circolano, il governo smentisce tutto, speriamo in bene.
Credo sia utile ricostruire
qualche dato, soprattutto a beneficio di chi dice “eh però purtroppo bisognerà…
se no dove troviamo i soldi ?”
La manovra serve
a “trovare i soldi” ? un attimo…
I dati sono all’incirca
i seguenti. Attualmente il PIL italiano 2014 è prevedibile in 1.600 miliardi,
il deficit pubblico è stimato (da Confcommercio) nel 2,5% del PIL, quindi 40, e
il debito pubblico è arrivato al 135,6% circa del PIL: 2.170 miliardi.
Se non si fa
nulla, nel 2015 la variazione del PIL sarà circa zero, e quella dei prezzi
pure. Il PIL 2015 risulterà quindi stabile a 1.600 miliardi circa, in termini
sia reali che nominali. Con altri 40 miliardi di deficit, invariato al 2,5%, il
debito salirà a 2.210: 138,1%.
La UE insiste
che il deficit debba essere ridotto, per avvicinarsi al “pareggio strutturale”
(che non è chiaro esattamente che cosa significhi: ma comunque ridotto). E il
debito pubblico deve avviarsi verso un percorso discendente in proporzione al
PIL.
Quindi i conti
pubblici così non vanno bene… e “per trovare i soldi” si fanno illazioni,
appunto, su una manovra restrittiva. Prendiamo l’ipotesi di 25 miliardi tra
tasse e tagli di spesa.
Bene, dall’inizio
della crisi si sta constatando un fatto molto semplice. In una economia
depressa, con alti livelli di disoccupazione, con una domanda molto inferiore
alla capacità produttiva del sistema, le manovre restrittive producono la
caduta del PIL in misura più che proporzionale. E tendono anche a raffreddare
la dinamica dei prezzi.
Una stima
plausibile, e soprattutto in linea con quanto sta regolarmente accadendo da tre
anni in qua, è che una manovra da 25 miliardi ridurrebbe il PIL reale di circa 1,5
volte l’importo della manovra stessa. Quindi 37, portandolo da 1.600 a 1.563.
Inoltre avremmo,
invece di una variazione nulla dei prezzi, una diminuzione (deflazione
conclamata, a questo punto) quantificabile nello 0,5%. Questo significa altri 8
miliardi circa di PIL nominale in meno – da 1.563 scendiamo a 1.555.
Se il PIL
nominale è pari a 1.555 invece di 1.600, perdiamo evidentemente (prima di aver
beneficiato degli effetti dalla manovra) gettito fiscale. In Italia la
pressione fiscale è ormai prossima al 50% del PIL, quindi 45 miliardi di minor
PIL significano 22 miliardi di minor gettito.
A questo punto
ci sono tutti gli elementi per stimare dove finiscono i conti pubblici nel
2015. Il deficit da 40 miliardi passa a 37 (scendiamo della bellezza di 3, che
è il saldo tra 25 di manovra e 22 di minor gettito).
Invece di avere
un deficit pubblico su PIL pari a 40 / 1.600 = 2,5%, siamo a 37 / 1.555 =
2,4%... un ricco e bello decimo di punto di riduzione.
Nel frattempo
abbiamo eroicamente contenuto la crescita del debito pubblico. Invece di
raggiungere quota 2.210 a fine 2015, ci fermiamo a 2.207…
Solo che molto
più del livello, anche del debito pubblico preoccupa il rapporto con il PIL. Senza
manovra, 2.210 diviso per 1.600 faceva, come si è detto, il 138,1%.
Mentre 2.207
diviso per 1.555 ? 141,9%...
Insomma i conti
pubblici stanno peggio di prima.
Tutto questo
sarebbe comico se non fosse tragico. E il tragico sta nel fatto che 37 miliardi
di PIL reale in meno significa qualche altro centinaio di migliaia di
disoccupati, e qualche altra migliaia di imprese fallite.
Pare che questo
a Bruxelles non interessi. L’importante è mostrare la capacità di
autoinfliggersi sofferenze per ottenere (forse) un decimo di punto di deficit
pubblico in meno. Con il debito, peraltro che continua (come dicono gli
anglosassoni) a “spiralare fuori controllo”. Peggio di prima.
Chi mi legge può
darmi atto che non amo le espressioni forti. Qualcuno ha detto, e lo considero
un complimento, che il mio blog è “poco chiassoso”.
Però che devo
dire ? se mai qualcuno, in queste condizioni, approverà, o spingerà ad
approvare, una manovra restrittiva, le possibilità sono tre (che non si
escludono a vicenda, non necessariamente almeno). O è un incompetente, o è un
pazzo, o è un criminale.
Pazzo nel senso
che dava alla parola Einstein: qualcuno che continua a ripetere lo stesso
errore pensando di ottenere un diverso risultato…
si va verso la grecia ragazzi.
RispondiEliminapreparate la vanga e il pezzetto agricolo da arare.
Salvo che l'Italia e' un'economia sei volte più grande della Grecia... E si tirerebbe dietro la Spagna e (entro pochi mesi) la Francia.
Eliminameglio così ci liberiamo del socialismo francese che è la causa della costruzione dell'euro nel vano tentativo di controllare la rinascita tedesca dopo il crollo del muro di berlino. con un colpo solo ci liberiamo dell'euro e del socialismo. i due disastri dell'europa.
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