Chi segue questo
blog sa che ho spesso parlato di Alternative fuer Deutschland (vedi qui, qui e qui). AfD viene accreditato, in Germania, di un consenso elettorale ormai
saldamente superiore al 10%.
Il suo
principale esponente, Bernd Lucke, è un economista. Non conosco in dettaglio le
posizioni di AfD su temi diversi dall’eurocrisi, quali l’immigrazione o la
politica internazionale. Ma riguardo alla situazione dell’Eurozona, ho sempre
avuto l’opinione che il loro approccio sia corretto ed equilibrato: l’obiettivo
che si propongono – presa atto della totale insostenibilità e insensatezza
dell’attuale situazione – è uno scioglimento ordinato.
Qui di seguito
trovate la traduzione (dall'inglese, il mio tedesco è alquanto limitato…) delle
proposte di AfD, in forma di domande e risposte. Non tutti i passaggi tecnici
sono chiarissimi. Il modello proposto comunque è l’introduzione di una moneta
parallela che sostituisce gradualmente l’euro, e da questo punto di vista ci
sono quindi analogie con il progetto CCF. Diversamente che per i CCF, si fa
leva, tuttavia, non sul fatto che la nuova moneta nazionale derivi il suo
valore dall’accettazione da parte dello stato (principalmente per pagare tasse)
ma che venga imposto per legge che una percentuale (crescente nel tempo) delle
transazioni domestiche debba essere effettuata nella nuova moneta nazionale.
Di primo
acchito, e riservandomi approfondimenti, mi pare che rispetto alla Riforma
Morbida raggiunga alcuni degli stessi obiettivi (evitare una spaccatura
improvvisa e molto difficile da gestire, non ridenominare i conti bancari).
Comporta però una riduzione di valore di stipendi e salari, e in generale dei
contratti domestici in essere. Questo potrebbe essere percepito negativamente
dall’opinione pubblica in sede di discussione della proposta. E’ corretta,
peraltro, l’affermazione (risposte 9 e 10) che questo sarà un problema, in
pratica, di impatto modesto, perché l’effetto inflattivo sarà molto inferiore
all’ammontare della svalutazione.
Sempre a un
primo esame, la proposta AfD non mi pare tener conto del fatto che il rilancio
delle economie dei paesi che escono dall’eurosistema richiede non solo una
(peraltro graduale, secondo quando ipotizzato) svalutazione, ma anche e soprattutto
un rilancio della domanda mediante deficit spending. Quindi questi paesi devono
utilizzare la nuova moneta nazionale (o debito emesso nella nuova moneta e
garantito dalla banca centrale nazionale) anche per aumentare la spesa pubblica
e/o per ridurre le tasse. Emettere moneta nazionale interamente coperta da
euro, come ipotizzato al punto 5, non è – di conseguenza - sufficiente.
Continuo,
comunque, a valutare molto positivamente il fatto che esista, in Germania, una
forza politica di peso rilevante (e crescente) che ha l’obiettivo dichiarato di
superare l’attuale eurosistema, e che si propone di trovare soluzioni
cooperative e consensuali.
D1. AfD propone
di sciogliere l’Eurozona. Non è pericoloso ?
R1. No. Vogliamo
attuare lo scioglimento in modo attento e organizzato, tramite un processo di
transizione che durerà alcuni anni. Quello che è pericoloso è affermare che
l’euro è la sola opzione e continuare come prima. Negli ultimi tre anni la
crisi si è costantemente inasprita ed è ben lontana dall’essere sotto controllo.
Chi rimane cieco di fronte a questo deve accettare che la crisi finirà, un
giorno, in un’enorme esplosione, al confronto della quale la crisi finanziaria
del 2008 apparirà un lancio di coriandoli.
D2. Com’è
possibile sciogliere l’Eurozona in modo attento e organizzato ?
R2. Ci sono
molte opzioni e non vediamo l’ora di prendere in seria considerazione qualsiasi
suggerimento legittimo e di discuterlo con i partner europei. Una possibilità,
per esempio, consiste nel consentire inizialmente agli stati europei
meridionali di ritirarsi gradualmente dall’euro, introducendo nel frattempo una
moneta nazionale a fianco dell’euro. La seconda fase comporterebbe lo
scioglimento dell’area valutaria residua, in favore di monete nazionali o di
aree valutarie di minore dimensione. Da qui in poi, prenderemo in
considerazione la via della moneta parallela come possibile – anche se
sicuramente non unico – approccio.
D3. Perché gli
stati europei meridionali dovrebbero introdurre una propria moneta a fianco
dell’euro, invece di abolirlo immediatamente ?
R3. Se l’euro è
completamente abolito in un paese, tutti i risparmi e i conti correnti bancari
devono essere convertiti nella nuova moneta. E’ improbabile che i cittadini di
quel paese lo desiderino, in quanto riterranno (giustificatamente) l’euro una
moneta di valore più stabile. Correranno quindi in banca per cercare di
ritirare i loro soldi. Una crisi bancaria di questo tipo porterà il sistema
bancario al collasso, in quanto le banche non sono in possesso di un ammontare
di moneta neanche lontanamente vicino all’importo dei conti in essere. Per di
più, i debiti esteri espressi in euro si incrementeranno drammaticamente di
valore nel caso di un’improvvisa transizione alla moneta nazionale.
D4. Non è
possibile preparare una conversione valutaria completa in segreto e attuarla di
sorpresa durante un fine settimana, al fine di evitare la crisi bancaria ?
R4. In teoria
sì, ma in pratica è estremamente rischioso. Una conversione monetaria deve
essere preparata in anticipo e coordinata con la BCE e con i partner europei.
E’ molto improbabile che una cosa del genere possa essere effettuata in
segreto. Una fuga di notizie comporterebbe una crisi bancaria. E’ molto meglio
informare i cittadini con chiarezza fin dall’inizio che risparmi e conti
bancari non saranno toccati, in quanto l’euro manterrà corso legale.
D5. Come la
nuova moneta entrerà in circolazione, quindi ? perché la popolazione dovrebbe
usarla se l’euro continuerà ad avere corso legale ?
R5. Occorre
distinguere tra pagamenti regolati in contanti e non. I pagamenti in contanti
continueranno, all’inizio, a essere effettuati esclusivamente in euro. Per i
pagamenti non in contanti, il governo potrà stabilire che quelli domestici
siano effettuati in moneta nazionale. (Con l’eccezione, come già detto, dei
ritiri di risparmi depositati in banca). Questo può essere facilmente
controllato in quanto questi pagamenti transitano per il sistema bancario. Lo
stato potrà inoltre stabilire che la maggioranza dei contratti domestici (per esempio
i contratti di lavoro e la maggior parte delle obbligazioni contrattuali
domestiche) siano denominate in moneta nazionale. Lo stato, le aziende e i
privati dovranno quindi acquistare la nuova moneta (dando euro in cambio) dalla
banca centrale nazionale. In questo modo la nuova moneta entra in circolazione
e – cosa molto importante – è interamente coperta da euro.
D6. Come si
viene a determinare un tasso di cambio tra euro e moneta nazionale ?
R6. In linea di
principio, presso un libero mercato dei cambi. Chiunque potrà comprare e
vendere la moneta nazionale al cambio corrente. Il tasso di cambio sarà
controllato dalla domanda e dall’offerta. Comunque, la banca centrale nazionale
potrà indirizzare il tasso di cambio come desidera, in quanto essendo la moneta
nazionale (più precisamente, la sua base monetaria) totalmente coperta da euro,
la banca centrale potrà comprare ogni ammontare di moneta nazionale che
desideri, e quindi sostenere la moneta. In questo modo, la banca centrale potrà
evitare che il prezzo di mercato della moneta nazionale si svaluti più di
quanto desiderato. Questo significa che il prezzo di mercato della moneta
nazionale si avvicinerà al prezzo di mercato base appropriato, lentamente e in
modo controllato. Questo sistema (cosiddetto “crawling peg”, “stabilizzazione
strisciante”) previene la speculazione ed eccessi irrazionali nei movimenti di mercato.
D7. Che cosa
spinge la moneta nazionale a svalutarsi ?
R7. Ipotizziamo
che la moneta nazionale sia introdotta al prezzo di un euro. Fintantoché rimane
a quel livello, potremmo indifferentemente effettuare pagamenti in euro. A
questo punto, però, la banca centrale aumenta l’offerta della moneta nazionale.
Come risultato, il prezzo di mercato scende. C’è sempre una certa domanda per
la moneta nazionale perché un determinato quantitativo è richiesto come mezzo
di pagamento. Poiché la banca centrale può discrezionalmente determinare
l’offerta, a fronte di quella domanda, può controllare il tasso di cambio e
svalutarlo gradualmente.
D8. L’euro e la
moneta nazionale possono essere utilizzati simultaneamente nelle transazioni ?
R8. Un sistema
monetario parallelo si può sviluppare in vari modi. Una strada è stabilire che
per ogni pagamento non in contante una determinata proporzione, per esempio la
metà, debba essere pagata in euro, e l’altra metà in moneta nazionale. Per le
transazioni non in contanti, questo è estremamente semplice da tenere sotto
controllo. Se un bene ha un prezzo di 100, in una transazione non in contanti
50 dovrà sempre essere pagato in euro, e 50 in moneta nazionale (MN) –
qualunque sia il cambio di mercato in quel momento. Se 50 MN varranno solo 45
euro a causa della svalutazione, il prezzo di quel bene (in euro) scenderà a 95
euro. Questo significa che i beni prodotti internamente diventeranno meno
costosi. Come risultato, il paese potrà vendere di più all’estero. Le
esportazioni cresceranno e la disoccupazione scenderà.
D9. L’incremento
di offerta della moneta nazionale non causerà inflazione ?
R9. Sì, ma in
modo limitato. Espressi in euro, gli imprenditori otterranno margini più bassi,
e quindi ci possiamo aspettare che aumenteranno i prezzi. Comunque anche i loro
costi scenderanno in quanto i salari saranno parzialmente pagati in MN, e
quindi (calcolati in euro) scenderanno. Da questo punto di vista, la
concorrenza mantiene bassi i prezzi. I prezzi saliranno solo nella misura in
cui un imprenditore utilizza input produttivi importati. Questi diventeranno
più costosi in quanto dovranno essere completamente pagati in euro. Tutto ciò
significa che l’inflazione sarà inferiore all’ammontare della svalutazione e
che la svalutazione potrà essere controllata dalla banca centrale nazionale.
D10. Gli
imprenditori e i consumatori saranno quindi danneggiati dalla perdita di potere
d’acquisto ?
R10. Sì, ma solo
riguardo ai beni importati. Questo è desiderabile. Se i beni importati
diventano più costosi, l’economia domestica ne risulta stimolata e il saldo
delle partite correnti migliora. Successivamente, la banca centrale può dar
luogo a ulteriori svalutazioni per rafforzare questo effetto e raggiungere il
tasso di cambio “appropriato”.
D11. In che
modo, a questo punto, un paese esce completamente dall’euro ?
R11. Dopo che il
pubblico ha preso familiarità con il sistema monetario parallelo, la legge può
stabilire che la proporzione di moneta nazionale in circolazione si incrementi.
Per esempio, la quota di pagamenti da effettuarsi in MN per le transazioni non in
contanti può essere aumentata dal 50% al 75%. In passaggi successivi, l’euro
può essere totalmente rimpiazzato.
D12. E per
quanto riguarda i pagamenti in contanti ?
R12. Nel momento
in cui il pubblico ha acquisito familiarità con la MN per le transazioni non in
contanti, monete e banconote in MN possono essere introdotte in circolazione.
Durante la transizione, i prezzi saranno espressi sia in euro che in MN.
D13. Questo non
produrrà la rivalutazione dei debiti in euro, creando quindi problemi ai
debitori ?
R13. In primo
luogo, i debiti regolati dalla legge nazionale saranno semplicemente convertiti
nella nuova moneta, o nella combinazione delle due (la sola eccezione essendo i
depositi bancari, che sono debiti delle banche). Rimangono i debiti esteri
regolati da legge straniera, che continueranno a essere espressi in euro. Data
l’esistenza di questi debiti esteri, è importante che la banca centrale
nazionale svaluti la moneta nazionale solo gradualmente, evitando grossi
effetti di rivalutazione dei debiti esistenti. Un certo danno per i debitori è
inevitabile, ma questo riguarda comunque i debiti esteri. Quando il tasso di
cambio tra due paesi si modifica, il debito totale cambia di conseguenza. E’
normale.
D14. Una
rivalutazione, anche modesta, del debito in euro porterà però al fallimento,
inevitabilmente, stati carichi di debiti come la Grecia.
R14. La Grecia è
fallita ormai da diversi anni ed è mantenuta in vita esclusivamente dai
contribuenti europei. Ma anche nel caso della Grecia, se l’economia riprende
grazie alla svalutazione della moneta, gli incassi fiscali dello stato
cresceranno, e di conseguenza la capacità dello stato di sostenere il proprio
debito. Questo mitiga l’effetto della rivalutazione del debito.
D15. Non si
creeranno “transazioni di mercato nero” a causa della creazione di un sistema
monetario parallelo dove i pagamenti in contanti sono fatti in euro e quelli
non in contanti (in parte) in moneta nazionale ?
R15. No, perché
chiunque potrà scambiare euro e MN al cambio corrente. Piuttosto, ogni bene
avrà due prezzi, uno per i pagamenti in contanti (completamente in euro) e uno
per quelli non in contanti (parzialmente in euro e parzialmente in MN). Questi
prezzi saranno equivalenti, dato che chiunque può convertire MN in euro. Non
c’è quindi vantaggio nell’effettuare pagamenti “neri” in euro.
D16. Se i depositi
bancari restano in euro, non ci sarà uno squilibrio finanziario per le banche ?
R16. Sì, quindi
le banche dovranno ricevere appropriati diritti compensativi dalla banca
centrale. Questi diritti compensativi diventano necessari solo quando la banca
centrale inizia a svalutare la moneta nazionale. A questo punto la banca
centrale realizza un utile, in quanto possiede euro che si rivalutano rispetto
alla MN in circolazione. Questi utili possono essere utilizzati a copertura dei
diritti compensativi delle banche.
D17. Che cosa
succede dopo che i paesi europei meridionali hanno completamente abbandonato
l’euro ?
R17. Dopo
l’abbandono dei paesi europei meridionali, avrà già luogo una significativa
riduzione delle tensioni nell’ambito dell’Eurozona. In effetti, delle maggiori
tensioni, dato che anni di soppressione di rivalutazioni e svalutazioni saranno
gradualmente compensati. Tanto più questo avverrà, tanto più semplice sarà lo
scioglimento dell’area valutaria residua. Si vedrà a quel punto se sarà
suddivisa in aree più piccole (ad esempio Germania / Austria / Olanda e Francia
/ Belgio) o se i singoli paesi torneranno alle loro monete nazionali. Alla fine
del processo, il marco tedesco potrebbe tornare, in effetti, a essere
utilizzato.
D18. Non sarebbe
più semplice se la Germania lasciasse direttamente l’euro ?
R18. Le
soluzioni semplici non sono sempre le migliori. Un immediato ritiro della
Germania dall’euro solleva notevoli problemi legali, tecnici ed economici.
Realisticamente, lo scioglimento dell’euro per mezzo dell’uscita dei paesi
europei meridionali e della conseguente contrazione dell’Eurozona è preferibile
all’uscita della Germania. Detto questo, la graduale riduzione dell’Eurozona
può raggiungere lo stadio in cui il marco tedesco viene reintrodotto in
Germania.
è ovvio che questi vogliano liberarsi dei paesi del meridione essendo consapevoli che il sud è irrecuperabile e quindi intendano salvare l'unificazione tedesca del nord e abbandonare la parte sud di cui compreranno i gioielli del sud coi soldi del sud (leverage buy out) quando questi dovranno svalutare.
RispondiEliminala spiegazione economica è letteralmente infantile e sembra quasi che non siano neanche economisti questa gente. e tra l'altro ignora totalmente i mercati che oggi comandano qualunque percorso monetario e finanziario.
assomigliano un po' a quei generali tedeschi che visto che le cose andavano male cercarono di uccidere Hitler per chiedere una resa condizionata con gli alleati e mantenere maggior terra possibile nelle mani tedesche. gli alleati (i mercati odierni) rifiutarono e rifiuteranno anche stavolta.
Mmh... fare attenzione prima di dare dell'ignorante a qualcuno.
EliminaPer esempio: "abbandonare la parte sud di cui compreranno i gioielli del sud coi soldi del sud (leverage buy out) quando questi dovranno svalutare" dice lei. Se i paesi del sud svalutano, la loro economia riprende e il valore delle aziende locali aumenta più dell'importo della svalutazione.
ma lei dimentica un particolare. l'unica industria del sud che vale è fornitrice della germania. dopo aver indebitato lo stato (capitali dal centro verso la periferia per scardinare le leggi) è ovvio che adesso devi indebitare le imprese tue fornitirci per integrarti verticalmente (private equity). ma per entrare in italia devi eliminare gli ostacoli che impediscono questa invasione di capitali ovvero costo del lavoro e giustizia lenta che si frappongono appunto all'invasione. ma essendo voi abituati a LBO piccoli non capite gli LBO giganteschi pur avendoli sotto al naso. solo un debito comune impedirebbe alla germania di fare questo perché di fatto reinietta il surplus come trasferimento. a quel punto non è più invasione ma integrazione. e quindi sarebbe giusta.
Eliminasenza euro avremmo i tassi e il costo del debito al 20%, quindi un paese del terzo mondo che soprattutto sarebbe andato in bancarotta nel 2011. Bisogna imparare dal mondo altrimenti si inseguono non le situazioni migliori, per i cittadini e le imprese, come la Germania, ma quelle peggiori come i paesi dell'Africa bianca.
RispondiEliminaCome fa a smentirmi?
lorenzo zanellato
Constatando che i tassi al 20% li abbiamo avuti solo durante le crisi petrolifere, periodo in cui ci sono arrivati anche Francia, USA, UK e tanti altri paesi. Dire che se non si è la Germania si è l'Africa è un assurdo. Vedi ad esempio l'analisi di cui al post del 19.5.2017 (che è incentrata sull'inflazione e non sui tassi, ma il concetto è lo stesso).
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