In base a un’idea
di Enrico Grazzini, stiamo riflettendo sulla possibilità di utilizzare uno
strumento finanziario, fondato sul concetto di Moneta Fiscale, per attuare
programmi d’investimento in opere e lavori di pubblica utilità, finanziare
attività di ricerca e, in generale, attivare azioni di politica industriale.
La proposta
potrebbe coinvolgere la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ed essere formulata nei
seguenti termini.
La Stato
italiano emette Certificati di Credito Fiscale (CCF) per un importo, ad
esempio, di 30 miliardi, esercitabili per ridurre pagamenti altrimenti dovuti
alla pubblica amministrazione a partire da due anni dopo la loro emissione. Per
il momento, non le assegna o colloca a nessuno: restano in possesso dello Stato
medesimo.
Contemporaneamente,
la CDP attiva una serie di azioni di politica industriale, sinteticamente
definite come sopra, offrendo in pagamento obbligazioni (le “Obbligazioni CDP”)
per pari importo. Diventano quindi Obbligazionisti CDP una serie di soggetti
(principalmente aziende) che sviluppano commesse, attività di ricerca,
eccetera, per conto della CDP.
La durata delle
Obbligazioni CDP è medio-lunga, ma il titolare ha la facoltà – anche in questo
caso, due anni dopo l’emissione delle obbligazioni – di convertirle nei CCF
appositamente emessi dallo Stato.
Nel momento in
cui la conversione si verifica, la Stato permuta i CCF a fronte di un credito a
lungo termine verso la CDP. Quindi la CDP riceve i CCF e li attribuisce agli
obbligazionisti, e il debito della CDP si estingue.
Lo Stato diventa
creditore della CDP, per il controvalore dei CCF convertiti: fino, quindi, a un
massimo di 30 miliardi.
In sintesi:
La situazione di
partenza è:
Emissione di 30
miliardi di CCF da parte dello Stato, al servizio della conversione delle
Obbligazioni CDP.
Lo sviluppo
delle azioni di politica industriale implica che:
La CDP mette in
atto investimenti e opere di pubblica utilità, attività di ricerca, promuove
l’avvio di attività imprenditoriali ecc., acquisendo la titolarità dei relativi
Beni e Partecipazioni.
Le controparti
(principalmente aziende) che sviluppano tali attività ricevono Obbligazioni CDP
a compenso (parziale o totale) delle loro prestazioni.
La situazione
dopo la conversione delle obbligazioni in CCF (ipotizzando che avvenga per il
totale di 30 miliardi) è:
I titolari delle
Obbligazioni CDP diventano titolari dei CCF.
Lo Stato diventa
creditore a lungo termine, per 30 miliardi, verso la CDP.
La CDP non è più
indebitata verso gli Obbligazionisti CDP, ma verso lo Stato.
La CDP mantiene
la titolarità dei sopracitati Beni e Partecipazioni, che gestisce nel tempo
anche al fine di pagare capitale e interessi sul debito a lungo termine verso
lo Stato.
Lo sviluppo
delle politiche industriali attivate dalla CDP comporta una considerevole
crescita di PIL e occupazione, produce maggiori entrate fiscali e consente allo
Stato di ridurre il rapporto debito pubblico / PIL, più che compensando la
riduzione di gettito dovuta (a parità di condizioni) all’utilizzo dei CCF.
non potete usare la cdp come collaterale dei ccf perché ciò porterebbe al bank run sulla cdp stessa.
RispondiEliminaGuardi che in questa ipotesi è il contrario. Sono i CCF ad essere il collaterale (il sottostante, in quanto c'è un diritto di conversione) dell'obbligazione CDP.
Eliminapurtroppo no. i ccf non valgono nulla in quanto nessuno sa a quanto ammonteranno le tasse dopo due anni. mentre la cdp può essere espropriata appunto dei suoi asset ovvero il risparmio degli italiani in euro. i ccf sono moneta e non un titolo e quindi non possono essere un sottostante. sono credito di tasse. il vostro scopo è appunto creare il casus belli per espropriare gli euro della cdp e questo porta ovviamente al ritiro dei risparmi.
EliminaNon c'è bisogno di sapere a quanto ammonteranno le tasse tra due anni. Basta sapere che sono larghissimamente capienti - e lo sono - rispetto ai CCF in circolazione.
Eliminapurtroppo no, lo stato può anche alzare le tasse o peggio fare default e quindi gli asset della cdp verrebbero confiscati. se lo scopo non sono tali asset allora potevate fare una società veicolo con partecipazioni anche della cdp e senza usare il suo bilancio per emettere appunto i bond.
EliminaSe lo stato alza le tasse la copertura dei CCF e' ancora più elevata. Non che sia raccomandabile, e men che meno necessario, peraltro.
Eliminanon funziona. successe la stessa cosa con la AIG in america. era diventata la cassaforte finale senza saperlo. se usate il bilancio cdp in questo create il panico.
EliminaL'AIG con i crediti fiscali non c'entrava proprio niente.
Eliminama coi dollari sì. così come gli euro della cdp. altrimenti non si spiega perché volte usare il suo bilancio.
EliminaSolo perché sembra esserci una volontà politica di affidare alla CDP un ruolo di coordinamento della politica industriale. Ma tutto quello che proponiamo funziona altrettanto bene anche senza coinvolgerla.
Eliminacome fa a funzionare lo stesso senza se avete proposto che la cdp emetta dei bond?
EliminaI bond possono anche essere emessi dal ministero dell'economia.
Eliminaè un cortocircuito. non potete unire polo positivo e polo negativo.
Eliminala proposta grazzini non parla di ccf ma solo di obbligazioni cdp.
RispondiEliminaLo schema descritto nel post li prevede.
Eliminail punto cruciale dove casca l'asino è quando cattaneo dice che alla fine lo stato diventa creditore di 30 miliardi verso la cdp. 30 miliardi di cosa? pere? mele? euro? è ovvio che si scatena il bank run alle poste.
RispondiElimina30 miliardi di euro, a fronte dei quali CDP detiene investimenti in attività e participazioni industriali.
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