A prima vista,
può sembrare una domanda quasi retorica, a cui rispondere “ovviamente sì” senza
pensarci troppo, o senza pensarci affatto. Chi sviluppa attività economiche e
mette in atto progetti d’investimento è animato da un sacro fuoco interiore,
vuole vederli crescere, sogna grandi organizzazioni e conquiste di mercati…
O forse anche no
?
Se consideriamo
la questione dallo stretto punto di vista delle valutazioni economiche, così
come espresse per esempio dalle quotazioni di borsa, non è affatto garantito
che la crescita implichi maggior valore. Per crescere occorre investire. Il
punto chiave è quanto renda il capitale investito.
Le aziende di
successo naturalmente sono in grado di svilupparsi ottenendo remunerazioni pari
a un multiplo dell’investimento. Ma non tutte le aziende hanno successo, il che
significa che molte altre sono nella posizione opposta – mettono soldi in
strutture, persone, impianti, ricerca e scoprono poi di aver bruciato valore.
Investire significa (anche) prendersi rischi. L’imprenditore tipico, e ancora di più il capitalista
finanziario tipico, tende a ricercare rendite di posizione. Attività protette
con rendimenti stabili e rischi minimi. L’ideale sono alti margini con poca
necessità d’investire. E se non c’è crescita, non è poi un dramma.
Ci saranno
sempre ampi segmenti del mondo imprenditoriale orientati a puntare su attività statiche,
che producono flussi di cassa senza bisogno di reinvestirli.
E poi ci saranno
anche gli innovatori che, per natura e DNA, si svegliano ogni mattina con un’idea
e con un progetto nuovo. Ma non diamo per scontato che siano la maggioranza.
Sono forse più numerosi gli imprenditori-capitalisti molto preoccupati dai
problemi e poco stimolati dalle opportunità. Perché gestire e organizzare vuol
dire, va anche detto, affrontare un problema ogni minuto.
Non voglio con questo
accusare il ceto imprenditoriale di miopia congenita e irreversibile. In Italia,
ad esempio, non ho dubbi che i capi d’azienda siano oggi fortemente preoccupati per la deriva catastrofica causata dall'euroausterità. Il dato di fatto però è che fin qui l’hanno ampiamente accettata e
assecondata. Il governo adotta politiche che impediscono qualsiasi tipo di
ripresa ? però in cambio mi dà il jobs
act e mi crea un bacino di forza lavoro a basso costo ? non lo ritengo
magari l’ideale, ma non alzo troppo la voce per far sentire il mio dissenso,
anzi…
Tutto questo ha
un limite – far terra bruciata intorno a sé non è a lungo andare un vantaggio per
nessuno. E speriamo di essere vicini al momento in cui il pendolo oscillerà
nella direzione opposta. Ma così è andata in questi anni, e non è spiegabile se
ci si scorda che per ogni innovatore schumpeteriano c’è almeno un aspirante rentier. Anche se tutti e due hanno
scritto “imprenditore” sulla carta di identità.
e non dimentichiamo che passano anche grande parte del loro tempo a scannarsi reciprocamente....
RispondiEliminaAnche. Non che sia di molto aiuto però...
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