Martin Wolf, il
principale commentatore economico del Financial Times, ha citato alcuni giorni
fa l’ipotesi Moneta Fiscale (in questo articolo, con un link interno al nostro progetto). Successivamente è stato pubblicato un nostro commento sul tema, che
riporto qui di seguito in versione italiana.
Di: Biagio Bossone
/ Marco Cattaneo / Massimo Costa / Stefano Sylos Labini
Gentili signori,
Martin Wolf fa
riferimento alla proposta di Moneta Fiscale che abbiamo sviluppato e che stiamo
promuovendo ormai da alcuni anni. M. Wolf concorda sulla sua fattibilità
tecnica, benché “creerebbe sicuramente isteria in Nord Europa”.
Bene, non
dovrebbe. Nella nostra proposta, la Moneta Fiscale verrebbe emessa sotto forma
di titoli al portatore trasferibili e negoziabili, che darebbero diritto ai
possessori di ottenere sconti fiscali due anni dopo l’emissione. Questi titoli
avrebbero valore immediatamente, in quanto incorporerebbero diritti certi a
risparmi fiscali futuri, e potrebbero essere fin da subito scambiati contro
euro o utilizzati come strumenti di pagamento in parallelo all’euro. Sulla base
delle regole contabili europee, non costituirebbero debito pubblico.
La Moneta Fiscale
verrebbe allocata, senza corrispettivo, per integrare redditi da lavoro, ridurre
il cuneo fiscale a vantaggio delle aziende, e finanziare investimenti pubblici
e spesa sociale.
Permetterebbe all’Italia
di espandere la domanda interna e migliorare la competitività delle imprese,
evitando nello stesso tempo qualunque incremento di debito pubblico e qualunque
rottura del Fiscal Compact. In effetti renderebbe il debito sostenibile,
rovesciando gli effetti di anni di austerità e rimuovendo ogni motivazione che
potrebbe spingere la BCE a venir meno al “whatever
it takes” di Mario Draghi.
La Moneta Fiscale
è a volte descritta come un passo che porterebbe necessariamente all’Italexit.
Al contrario, è il modo per superare le disfunzionalità dell’Eurozona che
condannano l’economia italiana a uno stato di depressione permanente. Diversamente,
una rottura con fuoriuscita dell’Italia dall’euro rimane sempre possibile.
Invece di farsi cogliere dall’isteria, il Nord Europa dovrebbe salutare la
Moneta Fiscale come l’unico strumento in grado di evitare la rottura dell’Eurosistema.
Ho visionato ieri un video con delle considerazioni che possono sembrar bizzarre che però mi sembra che "tecnicamente" hanno un fondo di verità.
RispondiEliminaIl tizio diceva: quando l'Euro ha sostituito la Lira ..la Lira non poteva essere usata perché era oramai fuori corse..si consegnavano le Lire in cambio di Euro e le lire finivano al macero. Ma non si può fare il discorso inverso. Se noi uscissimo dall'euro (break up )...dovremo sostituire l'Euro con una nuova monta italiana (lira, fiorini, e altro ) ...ma l'Euro è ancora in circolazione negli altri paesi...quindi si consegna alla Banca Centrale Italiana l'euro in cambio della nuova Lira ...il tot degli euro circolanti è molto di più di 2000 miliardi...e con questi ci paghiamo (e azzeriamo ) il debito pubblico ed anche il contenzioso del target 2. Domanda : e se tutti facessero cosi...risposta: affari amari dell'ultimo che resta con il cerino in mano.
Non credo sia possibile far una cosa del genere (eppure divertente ..io mentre visionavo il video sorridevo divertito ) eppure "tecnicamente" in senso teorico, il discorso fila, perché no ?
Saluti
No, non fila. I 2.000 sono per oltre il 90% DEPOSITI presso banche italiane, non contanti. Se lo stato italiano li confisca dando lire in cambio, non ottiene euro bensì, appunto, i depositi medesimi. Se tenta di prelevarli, questi euro le banche non li hanno: devono liquidare gli attivi per un controvalore corrispondente, e ovviamente è impossibile...
EliminaImpossibile, intendo, in tempi ragionevoli e senza far crollare il valore degli attivi.
EliminaBuongiorno vorrei sapere le differenze fra la sua proposta del ccf e quella di Alberto Micalizzi. La ringrazio
RispondiEliminaDa quello che ho visto, Micalizzi l'ha ripresa pressoché in toto. Se non mi è sfuggito qualcosa, l'unica differenza significativa è che lui propone di rendere i CCF non negoziabili sul mercato bancario e finanziaria: variante che non condivido, renderebbe i titoli meno liquidi e peggiorerebbe l'efficacia del progetto.
EliminaAscoltando l'ultimo video di Micalizzi su Byoblu dice che la scadenza del ccf per scontare le tasse si potrebbe anche prolungare in modo da trasformarlo effettivamente nella moneta nazionale sostiendo l'euro. Secondo lei funzionerebbe? Se non sbaglio lei diceva che il ccf sarebbe cmq parziale come emissione rispetto all'euro.. o sarebbe parziale soltanto nei primi anni ?
RispondiEliminaSarebbe parziale nel senso che integrerebbe, ma non sostituirebbe, la circolazione degli euro. La scadenza dei CCF in realtà è infinita, non c'è bisogno di prolungarla: si possono utilizzare per ridurre tasse a partire da due anni dopo l'assegnazione, e da lì in poi senza limiti di tempo.
EliminaQuindi a differenza di Micalizzi non andrebbe a sostituire l'euro in toto il quale rimarrebbe solo per gli scambi monetari esteri. Perlomeno ascoltando il video ho capito così.. Grazie per i chiarimenti
EliminaNel caso di Micalizzi non lo so; nel caso del mio progetto, CCF ed euro circolerebbero in contemporanea all'interno del paese perché i CCF che si prevede di emettere per colmare il deficit di potere d'acquisto sono comunque solo una frazione degli euro in circolazione. Sono integrativi, non sostitutivi, e la circolazione massima è prevista in 200 miliardi a fronte di attività finanziarie in euro per 4.000.
EliminaNulla vieta poi che anche alcune transazioni con l'estero possano essere effettuate in CCF (come ai tempi una quota veniva effettuata in lire), ma probabilmente in misura del tutto marginale.
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