mercoledì 6 maggio 2020

Karlsruhe: una possibile conseguenza


Ancora in merito alla sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che ieri ha colto molti di sorpresa (me incluso).

Mi pare evidente che la BCE non può minimamente accettare una delle richieste formulate dai giudici di Karlsruhe: fornire “giustificazioni” in merito alla “proporzionalità”, quindi all’adeguatezza, delle decisioni da lei (BCE) assunte, compresi ovviamente i programmi di Quantitative Easing.

Più o meno educatamente, la risposta non può che essere “scusa, ma tu chi sei e che cosa vuoi da me ? hai già parlato con la Corte Europea di Giustizia e ti ha detto che è tutto conforme ai trattati. Qui finisce il mio latino" (come dicono in Germania, appunto…).

Di fronte a una reazione del genere, che cosa può fare la Corte di Karlsruhe ?

Può diffidare la Bundesbank dal partecipare ai programmi di QE, in quanto non conformi alla costituzione tedesca.

La mancata partecipazione della Bundesbank comporterebbe, credo, l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti della Germania. Ma questo è secondario.

Il punto chiave invece è: la mancata partecipazione della Bundesbank blocca i programmi di QE ? no, perché potrebbe semplicemente succedere quanto segue.

I programmi sono strutturati in modo che il 20% degli acquisti venga effettuato dalla BCE. Il restante 80%, dalle singole banche centrali: ognuna compra i titoli del suo paese. Banca d’Italia compra BTP, Banca di Spagna compra Bonos, Banca di Francia compra OAT, eccetera.

Le singole banche centrali in effetti finanziano gli acquisti emettendo euro. Perché hanno facoltà di farlo: a fronte dell’emissione si incrementa il passivo Target2 nei confronti della BCE.

Aumenta di conseguenza la quantità di euro in circolazione, e questi euro hanno corso legale in tutta l’eurozona.

E’ questo che ai tedeschi non piace: soggetti esteri stampano una moneta che è (anche) la loro, in misura totalmente non proporzionale rispetto alle dimensioni delle rispettive economie. Il che, nella loro testa, finisce per trasformarsi in un eccesso di moneta in circolazione. Con impatti inflazionistici, soprattutto se la moneta finisce per riversarsi in Germania.

A questo punto, sta ai tedeschi decidere se questa situazione è accettabile o meno. E se non lo è, però, la conseguenza è la loro uscita dall’Eurozona.

A ben vedere, tutto questo non è così differente da quanto accade già oggi. Gli acquisti nell’ambito dei programmi di QE in essere sono ormai nettamente sproporzionati, rispetto sia alle dimensioni delle varie economie sia alle quote di partecipazione delle varie banche centrali nel capitale della BCE.

Altrimenti detto, già oggi il sistema delle banche centrali europee sta comprando molti BTP, OAT e Bonos e (in proporzione) pochi Bund.

Resta da capire se la Germania, di fronte a tutto questo, effettuerà il passo finale: staccare la spina e isolarsi, quindi uscire dall’Eurozona.

E’ uno scenario che ancora non considero altamente probabile.

Però non consideravo per niente probabile, come ho detto, neanche la sentenza di ieri…


14 commenti:

  1. È vero che in realtà riguardo i saldi target2 tra Germania e Italia siamo addirittura noi i loro creditori di ben 400 miliardi?

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    1. E' vero che si formano a fronte di trasferimenti di fondi effettuati da residenti italiani in Germania, per pagamenti di beni e di servizi, oppure per acquisto di attività finanziarie (tra cui i depositi bancari, che sono una forma di attività finanziaria).

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    2. In caso di uscita o spaccatura non ce li devono quindi?

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    3. Chi ha trasferito fondi per comprare attività finanziarie se li ritrova. Se sono titoli di credito, sono soldi dovuti. Se sono azioni, hanno il loro valore di mercato. Eccetera.

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  2. Borghi ha espresso su un video ieri un ipotesi che pensavo anch'io. Non è che alla fine Fra e Ger si metteranno d'accordo per spolpare l'Italia e la Francia continuerà cmq il suo QE in cambio?

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    1. Non credo, ma è un rischio. Da evitare in tutti i modi, ovviamente.

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  3. Giovanni.piva78@libero.it6 maggio 2020 alle ore 20:02

    Ciao Marco, super chiaro il tuo articolo! Una domanda: se nn ho capito male i tedeschi "pensano" che se le singole banche centrali nazionali emettono tanti ma tanti euro elettronici allora scopo di acquistare l'80% dei TdS delle loro rispettive nazioni, essendo il q.e., fatto in passato da draghi e quello predisposto dalla lagarde, di misure molto consistenti a livello di euro(si parla di centinaia e centinaia di miliardi di q.e.), e soprattutto nn rispettando le quote del capitale Key(es vedi Italia e Francia), poi queste singole nazioni rischiano di inondarsi di tanti euro, i quali se per qualche motivo(es scambi commerciali), finissero in Germania, contribuirebbero a creare inflazione nella stessa Germania?

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    1. Esatto, questo è il ragionamento. Fobia per l'inflazione (che non esiste, ma qualcuno di loro non lo capisce e altri fanno finta per convenienza).

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  4. In poche parole un muto dice a un sordo che un cieco li sta guardando,
    in forma umoristica ma il succo rimane quello

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  5. Lo Stato controlla il 70% circa dell'economia e non dite per cortesia che sussista differenza tra partecipazioni statali e nazionalizzazioni.
    Quando sento che le autostrade sono private mi vengono i brividi.

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    1. Le autostrade SONO private. E la spesa pubblica rappresenta il 30% del PIL, non il 70%.

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    2. Non ho parlato di spesa pubblica, ma di controllo, di responsabilità.
      A chi vanno i profitti del controllo statale via partecipate?

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    3. Ma dopo le privatizzazioni degli anni Novanta, non si arriva certo al 70%, neanche con quelle.

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  6. Quando sento dire che le autostrade sono considerate private mi vengono i brividi

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