Pur provando
stima e simpatia per Claudio Borghi – anzi, a maggior ragione per la stima e
simpatia che provo per lui – mi pare opportuno replicare alla sua affermazione che
gli sconti fiscali negoziabili (come anche altre iniziative del governo, per
esempio le garanzie sui finanziamenti bancari) siano “polvere messa sotto il tappeto”.
Borghi teme che
la Lega ne risulti penalizzata in un futuro prossimo, nel caso in cui torni al
governo.
Il motivo ?
immaginiamo che questi interventi, non registrati come deficit e debito (perché non lo sono) siano effettuati nell’anno 2020, e che il deficit sia di
conseguenza pari all’8% del PIL invece che (poniamo) al 10% (in quanto l’intervento
totale vale due punti di PIL).
X anni dopo,
quando sperabilmente l’economia si sarà ripresa e il deficit sarà (sarebbe)
sceso poniamo al 2%, la “polvere sotto il tappeto” riemergerà e il deficit /
PIL risulterà pari al 4%.
A quel punto, un
ipotetico governo a trazione Lega sarà messo (teme Borghi) sul banco d’accusa
dalla UE e forzato a varare il solito minestrone di tagli & tasse.
Che cosa sfugge
a Borghi ?
I bonus 110%
attribuiti sotto forma di credito d’imposta, come si spiegava qui, sono un
passo molto significativo verso l’attuazione di una vera e propria Moneta
Fiscale.
Disponendo di
questo strumento, il governo in carica potrà emettere Moneta Fiscale in misura
pari agli sconti precedentemente emessi e che quell’anno giungeranno a
maturazione. O anche di più, in funzione della crescita del gettito lordo che
si accompagnerà alla ripresa.
L’importante è
che gli sconti fiscali che diventano esercitabili, in ogni singolo anno,
rimangano una frazione modesta del gettito lordo (altrimenti si svilirebbe il loro valore). Ma i margini perché questo
sia sempre e comunque confermato sono amplissimi.
La Lega non dovrebbe
attaccare gli sconti fiscali negoziabili, ma sostenerli in funzione, appunto,
della loro trasformazione in CCF. I numeri per costruire un’ampia maggioranza
trasversale, con larghe porzioni del M5S e con Fratelli d’Italia, ci sono.
Diversamente, di
quali leve d’azione disporrà la Lega stessa se torna al governo ?
Con quali
strumenti innescherà una forte azione espansiva e riporterà, finalmente, l’economia
italiana su un solido percorso di crescita ?
Dall’opposizione
si pensa in primo luogo a criticare, questo lo capisco ed è normale. Ma la
critica sensata in questo caso dovrebbe vertere su “come fare molto di più”, su
come migliorare e potenziare lo strumento.
E’ invece
sterile, e rischia di essere autolesionista, dipingere come sbagliata o
controproducente un’innovazione che va, al contrario, nella direzione giusta.
Ma la Lega è come tutto il cosiddetto centro destra… Non le importa nulla di affrancarci dalla dittatura dell'euro, nemmeno correggendone le distorsioni, perché altrimenti come si sfogherebbe tutto il proprio americanismo adolescenziale e liberista, dove il privato è Dio il pubblico è Satana. Ma io qui questo l'ho sempre detto.
RispondiEliminaSe il problema fosse solo il dualismo pubblico / privato, sarebbe una questione di privilegiare spesa e investimenti pubblici piuttosto che invece minori tasse. Ma lo strumento è indispensabile, e la Moneta Fiscale è quello giusto.
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