martedì 1 settembre 2020

I critici dei “sussidi a pioggia”


Chi vuole apparire, almeno agli occhi di un certo segmento di opinione pubblica, un commentatore economico (e magari un decisore politico) avveduto e assennato, ha un sistema semplice e pratico. Inveire contro i “sussidi a pioggia e a debito”.

Vedi qui (un esempio tra tantissimi) Giovanni Cagnoli, consulente di strategie e direzione d’azienda, già capo di Bain Consulting in Italia.

Niente sussidi quindi, fonte di sprechi, parassitismo e inefficienza. Investimenti, formazione, ricerca, nuove tecnologie, organizzazione eccetera eccetera.

Un tipico approccio da consulente aziendale. Devo utilizzare al meglio le risorse che ho e riallocarle dal poco utile al molto utile.

Il problema è che la macroeconomia non ha un granché a che vedere con la gestione aziendale. “Un paese non è un’azienda” sarà un luogo comune, ma i luoghi comuni spesso sono comuni perché sono veri, e questo lo è.

Intanto, i Cagnoli di turno che se la prendono con i “sussidi a pioggia a debito” omettono totalmente di prendere in considerazione una verità che dovrebbe (ma non è) essere ovvia a tutti: la spesa pubblica netta può essere finanziata non emettendo debito ma emettendo moneta.

Con un paio di corollari. Emettere moneta non è affatto più inflazionistico che emettere debito.

E comunque l’inflazione, nel contesto attuale (che in realtà dura da oltre un decennio, il Covid l’ha solo accentuato) di deficit cronico di domanda, è un problema in quanto troppo bassa, non troppo alta.

Ma i Cagnoli di turno, se applicassero correttamente le loro analisi di utilizzo efficiente delle risorse, dovrebbero accorgersi che lo spreco peggiore è possedere risorse produttive, risorse fisiche, e lasciarle inoperose.

Il che vuol dire che il primo obiettivo deve (dovrebbe) essere ridurre al minimo la disoccupazione, la sottoccupazione, il precariato.

Cos’hanno in mente, invece, i Cagnoli di turno ? interventi a saldo zero. Riallocazione dal meno efficiente, dal meno produttivo, al più.

Ma sono così certi di saper identificare e attuare processi di riallocazione dove i vantaggi dei maggiori investimenti, delle nuove direttrici di spesa, superano l’impatto negativo di tasse e tagli ? può essere benissimo il contrario. Di sicuro, una decina d’anni di “riforme strutturali” prescritte e benedette dalla UE non hanno risolto nessun problema. Anzi.

In ogni caso, se rialloco risorse pari al 20% del PIL (una passeggiata di salute riuscirci, pensando a chi dovrà subire i tagli o pagare le maggiori tasse…) e su quel 20 ottengo un recupero di efficienza del 15% (obiettivo MOLTO ambizioso) il vantaggio è 3.

Se metto al lavoro risorse inoperose o sottoutilizzate pari al 10% del PIL, il vantaggio è, appunto, 10. E senza togliere niente a nessuno (non taglio e non tasso).


8 commenti:

  1. Ferrari in formula 1 è in difficoltà purtroppo nel 17 e 18 aveva una auto competitiva ma il germanico si è fatto bastonare da Hamilton d'altronde vettel ha vinto solo quando aveva una auto che andava 1 secondo più forte con Ricciardo Alonso verstappen o leclerc nel 2017 e nel 18 almeno un mondiale si poteva strappare alla Mercedes e con l'entusiasmo creato chissà quanti altri mondiali si sarebbero potuti vincere. Ma visto che la Ferrari non ha più nulla da perdere non farebbe meglio a reintrodurre i test prove in pista che da quando sono stati
    quasi eliminate la Ferrari fa gran fatica a fare un un'auto competitiva? Oppure potrebbe far violare il regolamento a una delle squadre satellite sauber o haas contraccambiando il favore con 1 bel munifico sponsor sotto assegno exor ci sarebbe una penalizzazione ma probabilmente non sarebbe neanche così devastante visto che gli agnelli coi loro soldi avrebbero i giusti argomenti per convincere haas e sauber a questo piccolo sacrificio. Lei non s'intende specificamente di f1 ma a livello burocratico giudiziario è sicuramente preparato è fattibile una cosa del genere, d'altronde lo sanno tutti in che in formula 1 e non solo in formula 1 vince chi è più bravo ad andare oltre le regole senza farsi scoprire ?
    Salvatore

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    1. Oddio, non ho capito quale dovrebbe essere il regolamento da far violare a Sauber o a Haas.

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    2. I test le prove in pista negli ultimi 10 anni sono stati quasi azzerati con la scusa che costano troppo e le piccole squadre non se le possono permettere, la Ferrari soprattutto negli anni di Schumacher ma anche dopo faceva centinaia di km in pista per sperimentare nuovi pezzi, oggi ci sono solo i simulatori e pochissimi giorni di test annui, chi dovesse violare le regole facendo test più degli e venisse scoperto verrebbe molto probabilmente fortemente penalizzato dalla federazione internazionale dell'automobile (FIA) se lo facessero haas o sauber a livello burocratico la colpa ricadrebbe solo su di loro e la Ferrari direttamente o indirettamente avrebbe i dati sugli esperimenti in pista di squadre che finanzia da anni e a cui in cambio di questo favore potrebbe finanziare ancora di più in futuro, che ne dice?
      Salvatore

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    3. Non so se funziona un test fatto da auto differenti rispetto a quelle a cui poi i risultati si dovrebbero applicare.

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    4. Le monoposto haas e sauber sono derivate dalla Ferrari hanno quasi tutto della Ferrari cambio motore aerodinamica freni telaio ma non hanno la forza economica della Ferrari e non possono spingere troppo per lo sviluppo non hanno l'organico di 900 1000 persone della Ferrari non hanno uno squadrone d'ingegneri come la Ferrari ma quasi il 95% dei materiali di haas e sauber deriva da Ferrari e probabilmente funzionerebbe, o comunque si potrebbe fare una specie d'artificio vendendo la monoposto Ferrari di quest'anno privatamente a sauber e haas che potrebbero sperimentare e probabilmente non sarebbe neanche contro il regolamento ma anche se lo fosse gli agnelli basterebbe che tirassero fuori i soldi e haas e sauber squadre satellite accetterebbero anche perché economicamente le piccole squadre in formula 1 fanno molta fatica a sopravvivere !?
      Salvatore

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  2. Come si spiega( leggendo l'annuale dei fatti De Agostini tra il 1975 e il 1980,quindi ben prima del divorzio e ovviamente prima di entrare nell'Euro) che la classe operaia era un giorno sì e un giorno no in piazza?Davvero la lira era un Paradiso per tutti?...vi elenco cosa ho trovato.
    Dopo lunghi articoli sulla crisi alcuni manifesti(nelle foto sui miei libri) degli operai la dicono lunga su quel periodo:
    1) I giovani vogliono lavoro
    2)Contro la svalutazione,piena occupazione
    3)La classe operaia ha sempre pagato-ora paghi chi non ha mai pagato.
    4)Basta capitali all'estero!
    5)Unità e lotta dei lavoratori e delle forze democratiche popolari per far uscire il paese dalla crisi economica e politica.
    Ce ne sono molte altre.
    Non mi sembra che per milioni di persone, con la lira, le cose andassero poi così bene....e ciò può accadere in futuro,ancora.
    Anzi ,hanno protestato molto di più in quegli anni che in questi anni, come mai?
    Saluti Professore!.

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    1. Grazie dei saluti, ma non sono un accademico e il titolo di professore non mi compete...

      In quegli anni effettivamente la classe operaia e ceti disagiati protestavano: e ottenevano risultati importanti. Negli anni Settanta la crescita dei salari REALI è stata in media del 4% all'anno. Ed è continuata, anche se a ritmi gradualmente meno rapidi (ma in linea o anche un po' meglio delle medie europee occidentali) fino all'aggancio all'euro.

      Poi è intervenuto il vincolo esterno superstringente, nella forma della moneta unica. Con il risultato che oggi non si protesta perché è inutile farlo: il governo italiano ha rinunciato a utilizzare la sue leve di politica economica.

      Certo che in media si sta meglio oggi che negli anni Settanta: un quarto di secolo di crescita fino all'euroaggancio l'abbiamo avuto.

      Ma da lì in poi zero. E soprattutto per tantissime persone sono azzerate le prospettive. Per spessissimo sono ancora più importanti del livello assoluto di benessere.

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    2. @carlo scanzi
      negli anni da lei citati, quasi la totalità dei lavoratori aveva contratti fissi, quindi scioperare era possibile, a differenza di oggi; il precariato ha tolto non solo la possibilità di scioperare, ma anche di chiedere disabilità professionali. In più, scioperare serviva a qualcosa, dato che la politica aveva la possibilità di fare scelte, avendo ancora il possesso della liretta. Oggi le regole le impongono mercati e organi non democratici extranazionali e a nulla serve piangere e gridare.
      Aggiunga per completezza, il lavoro dei sindacati, all'epoca al servizio dei lavoratori e oggi... beh... glielo devo dire?

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