domenica 16 maggio 2021

Le “aspettative d’inflazione”

 

Credo utile sviluppare ulteriormente un passaggio del mio commento all’articolo di Thomas Palley (commento che si applica, in generale, a molte critiche formulate alla MMT dagli economisti mainstream).

Mi riferisco al punto che segue: “long-term interest rates will tend to rise if financial market participants anticipate risks of future financial turmoil or higher future inflation”.

Implicita in questa affermazione è che la MMT non si ponga il tema del controllo dell’inflazione. A riprova che Palley fraintende il pensiero degli autori MMT, che il tema, al contrario, se lo pongono eccome.

Ma c’è un’ulteriore ordine di considerazioni. Molti economisti mainstream attribuiscono un’importanza determinante alle “aspettative”. Per quanto riguarda in particolare l’inflazione e i tassi d’interesse, affermano che i mercati richiederanno tassi più alti se si formeranno l’idea che l’inflazione futura sia destinata a crescere.

Ho già spiegato nel post di cui al link sopra che l’istituto di emissione ha la possibilità di controllare a suo piacimento l’intera curva dei tassi d’interesse sul debito pubblico. Se la Federal Reserve stabilisce che il valore di mercato dei treasuries a dieci anni debba rimanere fissato a un livello che equivale a un tasso annuo dell’1,5%, comprando o vendendo titoli in misura illimitata a quel valore, l’1,5% è un dato di fatto che nessuna “aspettativa” può modificare.

In aggiunta a ciò, quanto possono reggere “aspettative” che la realtà non conferma ? se le politiche economiche sono impostate in modo da mantenere l’inflazione sotto controllo, posso anche immaginare che gli operatori finanziari siano inizialmente scettici sulla determinazione delle autorità a proseguire nel tempo con queste politiche.

Posso immaginarlo, ma non certo darlo per scontato. Ma prendiamola pure come ipotesi di lavoro.

I mercati finanziari possono essere scettici. Ma quanto regge questo scetticismo se dopo uno, due, tre anni queste “aspettative”, questa “immacolata concezione dell’inflazione”, non si concretizzano ?

L’inflazione, intesa come livello medio dei prezzi al consumo, non aumenta per effetto delle “aspettative”. Aumenta se il potere d’acquisto disponibile a famiglie e aziende supera la capacità produttiva del sistema economico.

Questo per quanto attiene al LIVELLO MEDIO. Possono verificarsi fenomeni di accaparramento, anche speculativo, a fronte di ipotesi sulla scarsità futura di particolari beni o servizi. Ma dipendono da previsioni di eventi specifici. Se prevedo la chiusura di un mega giacimento petrolifero in Arabia Saudita, indubbiamente il prezzo del petrolio salirà. Ma se la quantità di potere d’acquisto in circolazione rimane invariata, si comprimeranno i margini degli utilizzatori di petrolio o di altri operatori economici, mentre NON salirà l’indice MEDIO dei prezzi al consumo.

Le aspettative non influenzano l’inflazione (definita, ripeto, dal livello MEDIO dei prezzi al consumo). E non influenzano neanche i tassi sul debito pubblico. La politica economica EFFETTIVA (non le previsioni formulate da chicchessia) influenza invece l’inflazione, perché determina la capacità GENERALE di acquistare beni e servizi.

E le aspettative non incidono nemmeno sulla capacità dell’istituto di emissione di controllare i rendimenti offerti a chi sottoscrive debito pubblico (ammesso che si decida di emettere debito pubblico – cosa NON necessaria per uno Stato che emette la propria moneta).

 

4 commenti:

  1. Megas Alexandros: Ottimo Marco Cattaneo, la tua competenza abbinata all’essere un self-MMTers, gratifica la credibilità del pensiero della MMT e noi che la studiamo ormai da molti anni.
    Purtroppo molti ancora pensano ai mercati ed in particolar modo a quello finanziario, pensano ai prezzi delle azioni, dell’oro, dell’argento.... che fine avrebbero fatto le borse senza tutti i soldi affluiti dal QE delle banche centrali. C’è qualcuno dei tuoi amici che critica la MMT e di conseguenza i tax credit, identificandola con la stampa sfrenata di soldi. Peccato che nell’infondere questo falso ideologico non dica che la MMT affermi chiaramente che i deficit devono essere finalizzati alla piena occupazione, ossia all’economia reale. Anche alla BCE conoscono benissimo il funzionamento della moneta moderna e ne stampano a quintali, ma lo fanno per far divertire coloro che si divertono a fare trade, mentre lasciano morire, per un preciso obbiettivo, aziende e famiglie.

    RispondiElimina
  2. È passato qualche anno dall'ultima volta che ho letto di questi argomenti ma se non ricordo male la visione MMT è che, essendo il governo (inteso come governo vero e proprio + banca centrale) monopolista della moneta, è proprio il governo che almeno nel lungo termine decide il livello medio dei prezzi tramite la spesa diretta e la scelta dei tassi d'interesse. Ne parla ad esempio Mosler in questo video dal minuto 30 circa https://www.youtube.com/watch?v=IbhA6Id9lbk

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, il governo è in grado di influenzare prezzi e inflazione. E la banca centrale se lo ritiene può fissare come le aggrada i tassi sul debito pubblico. Fatto salvo che il debito pubblico non ha neanche bisogno di essere emesso, si può fare deficit emettendo direttamente moneta.

      Elimina