Wolfgang Munchau, opinionista molto impegnato a descrivere e commentare le vicissitudini dalla UE e dell’Eurozona, segue anche con parecchio interesse lo sviluppo delle criptovalute. E leggerlo è spesso interessante. Non riesco però a condividere l’opinione espressa in questo articolo, secondo la quale le cripto potrebbero non solo sconvolgere il sistema monetario mondiale, ma anche risolvere l’eurocrisi. Come ? sostituendo progressivamente e quindi rendendo (in pratica) inutile il disfunzionale euro.
Non riesco a condividere le sue opinioni in primo luogo perché non è vera l’affermazione che “bitcoin is a volatile asset, for sure, but remember that this volatility only exists because we reference the value of a bitcoin to the dollar. Volatility only ever exists against some reference”.
Eh no. Certo, il valore oscilla bilateralmente: il bitcoin è volatile contro dollaro così come il dollaro è volatile contro bitcoin. Ma il problema è che il bitcoin è volatile anche contro un paniere di beni e servizi. Il dollaro e l’euro, anche in questo periodo di ripresa dell’inflazione, oscillano nei confronti della media dei beni di consumo del 4-6% su base annua. Negli ultimi anni (e probabilmente nei prossimi, altrimenti le autorità fiscali e monetari dovranno intervenire) dell’1-3%.
Il valore del bitcoin può invece variare del 50%, in più o in meno, nell’arco di pochi mesi. Contro dollaro, contro euro, e contro il conto della spesa. Pagare il supermercato in bitcoin appare alquanto scomodo, eufemismo per non dire del tutto impraticabile: la moneta corrente deve mantenere un rapporto di valore sufficientemente stabile nei confronti dei prodotti per il cui acquisto viene quotidianamente utilizzata. Le criptovalute non rispettano minimamente questo requisito.
Più avanti, nell’articolo leggiamo che “during the euro area’s sovereign debt crisis, economists in Greece and Italy toyed with the idea of a parallel currency, in the disguise of a short-term debt instrument. In Italy, they were known as minibots. They were a clever idea, but ultimately doomed because they were subject to institutional support and legal constraints. A parallel criptocurrency would be a much more flexible instrument”.
Munchau non è molto al passo: non sa che gli sconti fiscali negoziabili, quali i CCF, non sono debito; che sono uno strumento molto più versatile ed efficiente dei minibot; e che nel frattempo hanno già preso parzialmente, ma significativamente, piede, in Italia, con i vari bonus fiscali (tra cui soprattutto il bonus immobiliare 110%).
Ma il punto è un altro. La Moneta Fiscale è uno strumento che ridà leve d’azione alla politica economica degli Stati perché può essere emessa fiat. Le criptovalute, al contrario, derivano il loro valore (a torto o a ragione: io ho i miei dubbi che questo supporto di valore abbia un senso logico, e sia destinato a durare – ma questo è un altro discorso) dalla scarsità. C’è un numero massimo di bitcoin che può essere prodotto mediante mining, ed è un limite assoluto, invalicabile.
Il bitcoin come strumento di politica economica anticiclica, in grado di promuovere il pieno impiego, è proprio per questo una contraddizione in termini. Nasce per essere scarso, e la sua scarsità è più rigida e assoluta – MOLTO più rigida e assoluta - di quella dell’euro. Come si fa ad attuare politiche economiche anticicliche utilizzando i bitcoin ? Come posso rilanciare l’economia e farla uscire da una depressione, usando un’attività finanziaria che non posso produrre in maggiori quantità ?
Forse le criptovalute sopravviveranno e forse no. Forse sorprenderanno ulteriormente chi, come me, sospetta che il loro straordinario successo sia una bolla destinata a scoppiare.
Ma per risolvere
l’eurocrisi, meglio guardare altrove. Meglio guardare ai CCF e alla Moneta
Fiscale.
Sergio GS Ruocco: Bitcoin è volatile perché cresce del 200% all'anno. In rapporto al rendimento la volatilità è bassa.
RispondiEliminaPuò essere, ma per farci la spesa bisogna che il prezzo e la volatilità si stabilizzino. Perché dovrebbe succedere ?
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