mercoledì 2 febbraio 2022

Superbonus 110%: l’ostruzionismo del MEF

 

Stanno facendo molto discutere le limitazioni alla circolazione dei crediti fiscali che il governo ha introdotto con il recentissimo Decreto Legge “Sostegni Ter”. Volevo scrivere un post per chiarire la situazione ma David Berera mi ha risparmiato lo sforzo con questa eccellente sintesi, che riporto parola per parola.

“Uno degli elementi caratterizzanti della disciplina del superbonus, che più di ogni altro ne aveva sancito il successo, è stata proprio la possibilità, innovativa rispetto alla disciplina previgente, di consentire ai cessionari di effettuare ulteriori cessioni del credito acquistato, andando quindi al di là delle limitazioni rappresentate dalla capacità di assorbire autonomamente i crediti acquisiti utilizzandoli in compensazione con le imposte dovute.

In modo tranciante, senza la previsione di un periodo transitorio adeguato e quindi con un sostanziale effetto retroattivo, si entra a gamba tesa su un mercato del valore stimato in 15 miliardi con relative cartolarizzazioni, mettendo in questo modo a rischio non soltanto la misura del superbonus in quanto tale, con le inevitabili ricadute a livello di crescita economica, ma la sopravvivenza di molte imprese edili, che si troveranno a fronteggiare una grave crisi di liquidità in relazione ad impegni già assunti.

E questo in una situazione già compromessa dal decreto antifrode dello scorso 12 novembre, che ha determinato un rallentamento, per non dire una vera e propria paralisi, nell’attività di liquidazione dei crediti fiscali che sta mettendo a dura prova l’intero sistema.

Se il problema principale è rappresentato dal fatto che sul mercato secondario sono attivi molti soggetti non bancari, in quanto tali non tenuti a fare le segnalazioni ai fini antiriciclaggio, e quindi non soggetti al divieto di acquisto in caso di operazione sospetta introdotto dal decreto antifrode, sarebbe stato più sensato non precludere indistintamente l’effettuazione di cessioni multiple, ma limitarla ai soggetti diversi dagli intermediari bancari.

Questa ipotesi non sarebbe comunque risolutiva, in considerazione del fatto che sul mercato un ruolo primario lo svolgono anche soggetti diversi dagli istituti di credito, che dovrebbero però essere comunque al di sopra di ogni sospetto, con in prima fila la multiutilities e, cosa che rende la situazione ancora più beffarda, diverse grandi aziende a partecipazione pubblica.

A questo punto non sarebbe più sensato, anziché prevedere una misura che avrà inevitabilmente un impatto devastante sull’economia, imporre a chi intende operare su questo mercato l’obbligo di effettuare le segnalazioni previste dalla normativa antiriciclaggio ?

Da più parti si invoca l’intervento del parlamento per una correzione della misura introdotta con il decreto sostegni-ter, intervento che molto probabilmente ci sarà, ma questo continuo stop and go sta mettendo a dura prova i nervi di contribuenti e operatori del settore”.

 

6 commenti:

  1. Gabriele Ascione: Penso che tutte le misure introdotte nei due governi Conte, che estendono il sostegno finanziario dello stato ad una platea più vasta di cittadini ed imprese, trovino una ostilità di principio che prescinde da valutazioni razionali di efficacia ed utilità. C'è chi ritiene che solo la grande impresa debba accedere alla gran parte delle provvidenze statali ed ogni deroga a questo dogma è visto come una eresia ed una minaccia allo status quo sociale.
    Secondo me è questo l'ostacolo principale anche ad una misura come la moneta fiscale. Per ragioni ideologiche più che pratiche.
    Personalmente, credo che l'avvento del governo Draghi sia da leggere in questa chiave, per cui mi aspetto che farà di tutto per svuotare e depotenziare le misure già avviate, fino alla loro cancellazione.

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    1. Comunque occorre assolutamente opporsi. Impediscono le cessioni successive quando (a dire di loro stessi) il problema non è quello ma la mancanza di controllo all'origine.

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  2. mia breve esperienza personale con un credito d'imposta ammontante a 1800 euro (piccola quota di facciata condominiale). Quando ho provato a cedere il credito in banca quest'ultima mi ha proposto 1400 euro e il rispetto di una sfilza di obblighi. 200 euro + IVA da pagare ad un geometra per certificare i lavori svolti oltre ad altri 300 euro + iva da pagare all'amministratore del condominio per fare il calcolo. Ho rinunciata e ho portato in detrazione.

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    1. Specialmente su cifre piccole, gli adempimenti accessori incidono molto. Ma su importi maggiori la convenienza comunque c'è, e peraltro molti non hanno lo spazio per portare in detrazione. Per questo è inaccettabile limitare le cessioni.

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  3. Sarebbe interessante quantificare a quanto sarebbe arrivata la cifra con gli interessi sui prestiti dei mercanti genovesi veneziani e fiorentini a Spagna Francia e Inghilterra che hanno creato i loro imperi coi soldi degli altri eppoi hanno fatto default sul debito e non hanno più pagato niente da 500 anni...
    Ale

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    1. E correlarla al PIL di allora. Non so se qualcuno abbia mai tentato di effettuare queste stime.

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