Lo scorso giovedì 13 ottobre l’indice SP500 ha toccato il livello minimo dell’anno a 3.492 (intraday) per poi rimbalzare. I commentatori ottimisti sperano che questo sia un minimo che non verrà più ritoccato, tenuto conto che da allora c’è stato un recupero di 200 punti (in base ai dati di chiusura di ieri sera).
E, se credete alle ricorrenze di calendario, per qualche ancora (non chiara) ragione i minimi molto spesso vengono toccati ad ottobre. Il che farebbe sperare in un po' di ulteriore recupero da qui a fine 2022.
I commentatori meno ottimisti sottolineano invece, tra le altre cose, che le probabilità di una caduta dell’economia USA in recessione sono ormai stimate vicine al 100%. Non una notizia entusiasmante in sé, e ovviamente neanche riguardo ai possibili effetti sui valori di borsa.
Su quest’ultimo tema, però, faccio notare un paio di cose.
Le recessioni si associano a cadute degli indici di borsa, certo: ma la regola è che la flessione della borsa PRECEDE la recessione. E la caduta è già avvenuta: da massimo a minimo, nel 2022 abbiamo visto verificarsi una riduzione del 28% (sempre riferita allo SP500). Non si sa se abbiamo toccato il minimo, ma che ci sia (già) stata la flessione che tipicamente precede le recessioni non c’è dubbio.
In effetti l’economia USA potrebbe ESSERE GIA’ in recessione. Gli indicatori macro sono disponibili con dei ritardi temporali, e la recessione viene quindi “dichiarata” dagli organi competenti, spesso, vari trimestri dopo il suo inizio effettivo.
Ma si è anche visto molte volte in passato che i minimi venivano appunto toccati quando la recessione stava per iniziare o era nelle prime fasi. Da lì in poi, la borsa rimbalzava, nonostante la recessione fosse in pieno corso, perché si prevedeva la successiva ripresa.
Detto tutto ciò, due caveat.
In primo luogo, l’innesco della ripresa spesso e volentieri è consistito in un’azione della Federal Reserve, che andava a ridurre i tassi d’interesse. Mentre ora li sta aumentando per contrastare l’inflazione: non all’infinito e forse neanche ancora a lungo, dicono molti operatori di mercato. Ma per ora aumentano (quelli a breve termine, quantomeno).
E, l’altro caveat: ovviamente più i valori toccano livelli molto sottovalutati, più il rimbalzo è probabile – nonché intenso.
E però molto sottovalutati, i valori, al momento non sono. Si è corretto l’eccesso di inizio 2022, ma di prezzi stracciati sinceramente non si può parlare.
L’unica certezza è l’affermazione di Peter Lynch, passato alla storia come uno dei gestori di fondi USA di maggior successo: “non chiedetemi in che direzione sarà il prossimo movimento del 10%, se in su o in giù, non lo so. Ma il prossimo movimento del 100% sarà in su”.
Perché il mercato azionario oscilla, certo: ma nel tempo sale.
Si tratta solo
di aver pazienza…
Ludovico Lupinacci: Fino a che non fa un crash in stile '29?
RispondiEliminaO 2008 ? ma in quei casi è andato in blocco il sistema creditizio. Stavolta non permetteranno che succeda.
Elimina