mercoledì 2 agosto 2023

Più spesa, più reddito ?!

 

Ogni tanto leggo commenti di euroausterici vari & assortiti che manifestano stupore (quanto va bene) o sbeffeggiano (più spesso) l’affermazione che a livello macroeconomico un incremento di spesa, o meglio di deficit, pubblico, equivale a un incremento di reddito privato.

Uno di loro definiva questo concetto una macchina del moto perpetuo. In altri termini: un’assurdità, un’insensatezza.

In realtà non solo è vero, ma è addirittura elementare.

Il deficit pubblico è immissione di potere d’acquisto nel settore privato dell’economia. Se lo Stato spende più di quanto tassa, il settore privato incassa più di quanto paga. Incrementa il suo reddito disponibile e il suo risparmio.

Naturalmente, se l’incremento di deficit pubblico si accompagna a un peggioramento di saldi commerciali con l’estero, l’incremento di reddito e di risparmio va a beneficio (parzialmente o totalmente) del settore privato ESTERO, non di quello nazionale. Ma sempre di settore privato si tratta. E se non c’è beneficio per il paese, è per un problema di deficit estero, non di deficit pubblico.

Ma allora basta stampare per arricchire qualcuno ? è questa la (presunta) implicazione che gli euroausterici trovano ridicola.

Invece non c’è nulla di ridicolo. Il deficit pubblico aumenta il reddito NOMINALE a disposizione del settore privato.

L’incremento del reddito nominale corrisponde a un incremento del reddito REALE se la maggiore capacità di spesa alimenta maggiore produzione di beni e servizi, come è altamente probabile nel momento in cui c’è un consistente sottoutilizzo di risorse produttive (manodopera e capacità produttiva delle aziende).

Diversamente, se l’incremento di reddito nominale non si accompagna a maggiore produzione, a crescere sono i prezzi. Quindi il reddito nominale aumenta ma il reddito reale no.

Ragionando su questi concetti si comprende quanto sia stata scellerata l’austerità imposta dalle euroregole a vari paesi dell’Eurozona, e purtroppo per noi in particolare all’Italia, tra il 2011 e il 2019. Sforzi di contenimento del deficit pubblico in anni in cui il PIL era decisamente al di sotto del suo potenziale e l’inflazione era SOTTO, non sopra, gli obiettivi della stessa BCE.

Un danno economico inflitto al paese dell’ordine di svariate centinaia, anzi complessivamente di migliaia, di miliardi.

2 commenti:

  1. Lei ha perfettamente ragione, come sempre quando tratta questi temi, però purtroppo il pallino della narrazione che domina ce l'hanno in mano gli euroausterici.

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    1. Contraddirli e contrastarli il più possibile. Gli argomenti li abbiamo, i risultati un po' alla volta arrivano.

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