giovedì 5 dicembre 2019

Chi risparmia e chi s'indebita


Il debito pubblico genera risparmio privato. Questo dovrebbe (credo) essere ormai chiaro a tutti. Se non ne siete ancora del tutto convinti, leggete qui.

Ma c’è una considerazione che mi viene ancora sottoposta da parecchi interlocutori. Sì certo, si dice, il debito pubblico genera risparmio privato. Ma i soggetti in causa non sono gli stessi. Non tutti riescono a risparmiare, su tutti invece grava il debito pubblico.

Naturalmente questa affermazione sottointende l’equivoco che il debito pubblico “gravi” su qualcuno. Al contrario, un debito pubblico in moneta propria, il cui cambio viene lasciato libero di fluttuare, non grava proprio su nessuno. Il paese che emette la moneta può rifinanziarlo finché vuole. Il problema potenziale è un altro – evitare eccessi di domanda che producano inflazione indesiderata. Ma in assenza di tensioni inflazionistiche, deficit e debito in moneta propria non sono né un “macigno” né un “onere”.

In aggiunta a ciò, tuttavia, occorre aver chiaro che il deficit pubblico immette risorse finanziarie nel sistema economico. Aumenta quindi la capacità generale del sistema privato di risparmiare. Dopo le immissioni di queste risorse, ci sarà, certamente, ancora qualche individuo che non ci riuscirà. Ma mediamente i livelli di risparmio individuale saranno più alti, e meno persone si troveranno nella condizione di non riuscirci.

Dopodiché, a tutti potrà essere offerta la possibilità di allocare il risparmio in titoli di Stato. Il che sarà un’opportunità per i singoli ma non una necessità per lo Stato emittente la propria moneta, che non ha bisogno di andare sul mercato per finanziare i propri deficit.

Maggiori deficit pubblici in moneta propria, fino al livello in cui non inneschino eccessi di inflazione o squilibri nei saldi commerciali esteri, producono maggiori redditi reali e maggior risparmio per la collettività nazionale. Se riduco i deficit pubblici in presenza di risorse produttive sottoutilizzate, ottengo al contrario meno risparmio totale, e impedisco di risparmiare a molti che diversamente vorrebbero e potrebbero farlo.

2 commenti:

  1. Domande: il debito estero (che è una parte del debito totale) tecnicamente a cosa serve? Ad ottenere riserve estere? È da considerarsi un onere per la collettività?

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    1. Le riserve estere servono, in pratica, se si vuole intervenire sul mercato dei cambi. Non servono se si accetta la libera fluttuazione.

      Quanto al debito estero, bisogna distinguere tra netto e lordo. Se c'è un debito netto estero, significa che il paese tende ad accumulare deficit commerciali e li deve quindi finanziare accumulando passività verso l'estero.

      Se la posizione netta è in pareggio (come attualmente è il caso dell'Italia) c'è comunque una certa quantità di debito lordo perché i singoli effettuano scelte di allocazione del risparmio, che in parte li portano a diversificare in attività finanziarie estere. In altri termini, il paese ha saldo zero ma a fronte di 100 di investimenti all'estero ha 100 di debito lordo verso l'estero.

      Tutto quanto sopra peraltro non è riferito (solo) al debito pubblico, ma al debito totale (come appunto diceva lei), pubblico + privato.

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