In merito al
progetto Certificati di Credito Fiscale, uno dei punti di dibattito che mi è
stato più di frequente sottoposto è il seguente.
L’introduzione
dei CCF risolve i due problemi più immediati e più importanti dell’economia
italiana.
In primo luogo,
produce un’azione di espansione monetaria e quindi un significativo sostegno
della domanda.
In secondo
luogo, riallinea la competitività delle aziende italiane nei confronti di
quelle nord europee, in quanto i CCF vengono utilizzati anche e soprattutto per
ridurre la tassazione che grava sul lavoro.
Ora, tutto
questo ha degli effetti immediati e molto positivi. Nel giro di qualche anno,
sarà tuttavia indispensabile uscire completamente dal sistema euro e
rimpiazzare completamente gli euro con i CCF ? oppure euro e CCF potranno
continuare a convivere ?
Ho spiegato qui come l’emissione di CCF può essere regolata in modo da compensare le differenze future
tra inflazione italiana e inflazione dei partner commerciali nordeuropei
(Germania in primis) che probabilmente continueranno a verificarsi. E anche per quali motivi non sussistono le condizioni perchè la
Germania, quand’anche fosse animata da volontà “maligne” o semplicemente di
competizione mercantilistica, attui manovre di ritorsione per ridurre o
vanificare le valenze del progetto CCF.
Esiste però un tema
più di fondo: indubbiamente il recupero integrale della sovranità monetaria
nazionale, alla luce dell’infelice esperienza del progetto euro, lascia più tranquilli.
L’euro ha il problema non solo di essere una moneta unica utilizzata in aree economiche
troppo difformi, ma anche di essere gestito da un istituto di emissione non
sottoposto ad adeguati controlli democratici dei singoli stati.
Bene: l’attuazione,
oggi, del progetto CCF apre la strada, se verrà ritenuto necessario e comunque
in tempi ragionevolmente brevi, per effettuare la transizione da euro a CCF
anche in forma totale.
Dopo
l’introduzione, si attiverà un mercato di scambio dei CCF che porrà il pubblico
in condizione di stimarne e percepirne correttamente il valore. Aumenterà
rapidamente la consuetudine all’utilizzo dei CCF.
Si può pensare
che, progressivamente, la pubblica amministrazione italiana utilizzi sempre più
i CCF per sostenere le sue spese. Se la transizione fosse improvvisa (da domani
i dipendenti pubblici vengono pagati in tutto o in parte in CCF, per
intenderci) c’è il rischio di parecchia confusione e di un impatto psicologico
negativo (ti sostituisco un mezzo di pagamento con un altro con il quale non
hai ancora consuetudine e di cui devi capire esattamente il valore).
Dopo un certo
periodo di tempo (e possono bastare alcuni mesi) questi problemi diventano
molto meno rilevanti.
Si può quindi
attuare una transizione graduale, per esempio pagando in CCF i nuovi contratti
stipulati dalla pubblica amministrazione, gli incrementi retributivi e le nuove
assunzioni del settore pubblico eccetera.
Al crescere
della percentuale di spesa pubblica sostenuta in CCF, sarà anche logico e
coerente emettere CCF per rifinanziare quote sempre maggiori di debito pubblico in
euro (via via che viene a scadere).
Pur senza
attuare uno strappo “secco” come avverrebbe con l’euroexit, l’implementazione
dei CCF non solo risolve i problemi immediati dell’economia italiana, ma crea un sistema sostenibile nel tempo e
permette il recupero integrale della sovranità monetaria.
Ciao, Marco
RispondiEliminac'è un punto a mio avviso cruciale da approfondire: in che forma circoleranno i CCF?
Se il meccanismo di utilizzo fosse complicato questi potrebbero non circolare, non essere accettati e non generare il moltiplicatore keynesiano.
Possono essere di biglietti di vario taglio come ipotizzato, se non mi sbaglio, da Borghi Aquilini?
Sono caricati in una electronic card utilizzabile con la stessa facilità dei Bancomat e Postamat?
Il punto, a mio avviso, non è irrilevante.
La circolazione in formato elettronico sicuramente è possibile. Inoltre ci sarà un ampio e liquido mercato per comprarli e venderli tramite intermediari finanziari, come per i titoli di Stato. I CCF in effetti SONO titoli di Stato. Tutto questo è senz'altro adeguato ad assicurarne la piena accettazione da parte del pubblico.
RispondiEliminaQuanto all'emissione di biglietti ho invece il dubbio che confligga con l'articolo 105 del trattato di Maastricht, che viena di produrre banconote (e monete metalliche) senza l'autorizzazione della BCE.
La proposta di adottare i CCF è stata formalizzata nel forum M5S al link:
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2013/02/certificati-di-credito-fiscale.html