venerdì 12 aprile 2013

Certificati di Credito Fiscale e sovranità monetaria totale: la possibile transizione

In merito al progetto Certificati di Credito Fiscale, uno dei punti di dibattito che mi è stato più di frequente sottoposto è il seguente.
L’introduzione dei CCF risolve i due problemi più immediati e più importanti dell’economia italiana.
In primo luogo, produce un’azione di espansione monetaria e quindi un significativo sostegno della domanda.
In secondo luogo, riallinea la competitività delle aziende italiane nei confronti di quelle nord europee, in quanto i CCF vengono utilizzati anche e soprattutto per ridurre la tassazione che grava sul lavoro.
Ora, tutto questo ha degli effetti immediati e molto positivi. Nel giro di qualche anno, sarà tuttavia indispensabile uscire completamente dal sistema euro e rimpiazzare completamente gli euro con i CCF ? oppure euro e CCF potranno continuare a convivere ?
Ho spiegato qui come l’emissione di CCF può essere regolata in modo da compensare le differenze future tra inflazione italiana e inflazione dei partner commerciali nordeuropei (Germania in primis) che probabilmente continueranno a verificarsi. E anche per quali motivi non sussistono le condizioni perchè la Germania, quand’anche fosse animata da volontà “maligne” o semplicemente di competizione mercantilistica, attui manovre di ritorsione per ridurre o vanificare le valenze del progetto CCF.
Esiste però un tema più di fondo: indubbiamente il recupero integrale della sovranità monetaria nazionale, alla luce dell’infelice esperienza del progetto euro, lascia più tranquilli. L’euro ha il problema non solo di essere una moneta unica utilizzata in aree economiche troppo difformi, ma anche di essere gestito da un istituto di emissione non sottoposto ad adeguati controlli democratici dei singoli stati.
Bene: l’attuazione, oggi, del progetto CCF apre la strada, se verrà ritenuto necessario e comunque in tempi ragionevolmente brevi, per effettuare la transizione da euro a CCF anche in forma totale.
Dopo l’introduzione, si attiverà un mercato di scambio dei CCF che porrà il pubblico in condizione di stimarne e percepirne correttamente il valore. Aumenterà rapidamente la consuetudine all’utilizzo dei CCF.
Si può pensare che, progressivamente, la pubblica amministrazione italiana utilizzi sempre più i CCF per sostenere le sue spese. Se la transizione fosse improvvisa (da domani i dipendenti pubblici vengono pagati in tutto o in parte in CCF, per intenderci) c’è il rischio di parecchia confusione e di un impatto psicologico negativo (ti sostituisco un mezzo di pagamento con un altro con il quale non hai ancora consuetudine e di cui devi capire esattamente il valore).
Dopo un certo periodo di tempo (e possono bastare alcuni mesi) questi problemi diventano molto meno rilevanti.
Si può quindi attuare una transizione graduale, per esempio pagando in CCF i nuovi contratti stipulati dalla pubblica amministrazione, gli incrementi retributivi e le nuove assunzioni del settore pubblico eccetera.
Al crescere della percentuale di spesa pubblica sostenuta in CCF, sarà anche logico e coerente emettere CCF per rifinanziare quote sempre maggiori di debito pubblico in euro (via via che viene a scadere).
Pur senza attuare uno strappo “secco” come avverrebbe con l’euroexit, l’implementazione dei CCF non solo risolve i problemi immediati dell’economia italiana, ma crea un sistema sostenibile nel tempo e permette il recupero integrale della sovranità monetaria.
 

3 commenti:

  1. Ciao, Marco
    c'è un punto a mio avviso cruciale da approfondire: in che forma circoleranno i CCF?
    Se il meccanismo di utilizzo fosse complicato questi potrebbero non circolare, non essere accettati e non generare il moltiplicatore keynesiano.
    Possono essere di biglietti di vario taglio come ipotizzato, se non mi sbaglio, da Borghi Aquilini?
    Sono caricati in una electronic card utilizzabile con la stessa facilità dei Bancomat e Postamat?
    Il punto, a mio avviso, non è irrilevante.

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  2. La circolazione in formato elettronico sicuramente è possibile. Inoltre ci sarà un ampio e liquido mercato per comprarli e venderli tramite intermediari finanziari, come per i titoli di Stato. I CCF in effetti SONO titoli di Stato. Tutto questo è senz'altro adeguato ad assicurarne la piena accettazione da parte del pubblico.
    Quanto all'emissione di biglietti ho invece il dubbio che confligga con l'articolo 105 del trattato di Maastricht, che viena di produrre banconote (e monete metalliche) senza l'autorizzazione della BCE.

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  3. La proposta di adottare i CCF è stata formalizzata nel forum M5S al link:
    http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2013/02/certificati-di-credito-fiscale.html

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