Ho già spiegato
in vari post, il più recente dei quali è questo, quale sia lo sfondone logico e
concettuale di chi insiste a dire che i soldi depositati sui conti correnti
bancari sono risorse ferme, inattive, congelate. Quindi non mi ripeto e vi
rimando a quella lettura.
Però sull’argomento
ci ritorno, perché di fronte alle mie spiegazioni, qualcuno ribatte che “sì OK
ho capito, i soldi sui conti si muovono da un detentore all’altro, il livello
non ci dice proprio nulla in merito alla movimentazione. Però i soldi depositati
in banca dai risparmiatori italiani sono una quantità molto più elevata, in
proporzione al PIL, rispetto agli altri paesi. Questa è un’inefficienza, perché
quella moneta va canalizzata verso l’economia produttiva”.
Questa argomentazione
l’ho sentita senza che fosse fornito alcun dato a supporto. Per cui mi sono
messo a cercarli io (i dati).
E ho trovato
questi, elaborati da Trading Economics sulla base di informazioni raccolte
dalla Banca Mondiale. Stranamente non è citato l’anno di riferimento ma c’è da
supporre che siano i più recenti disponibili, probabilmente relativi al 2021.
La prima cosa
che si nota è che livelli molto bassi del rapporto depositi bancari / PIL si
riscontrano in alcune economie poco sviluppate, presumibilmente con un sistema
bancario ancora, almeno in parte, embrionale.
La seconda cosa
che vale la pena di mettere in evidenza è il confronto tra l’Italia e le altre
principali economie. Mi limito qui ai principali paesi dell’Eurozona, più gli
USA e il Giappone.
Italia 103%
Germania 95%
Francia 107%
Spagna 120%
Paesi Bassi 104%
USA 101%
Giappone 260%
Ma guarda un po’,
l’Italia non è assolutamente disallineata. Stanno tutti intorno al 100%.
L’unico outlier
è il Giappone, e la ragione è molto semplice. Il Giappone ha un debito pubblico
elevatissimo (260% sul PIL, casualmente la stessa percentuale dei depositi) che però per il 100%
circa è stato acquistato dalla banca centrale. Ciò equivale a dire che un ammontare di
debito pubblico pari al PIL è stato finanziato tramite emissione monetaria. E
questa moneta è finita nei depositi bancari della popolazione.
Giappone a
parte, la situazione italiana,
confrontata con le altre grandi economie occidentali, è NORMALISSIMA. A
quanto pare, depositi bancari pari all’incirca al PIL sono quanto serve a
famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche per gestire le proprie
transazioni (non posso smobilizzare un titolo ogni volta che effettuo un
pagamento. Devo avere soldi in banca prontamente utilizzabili).
Perché insisto
su questo tema ? perché non ne posso più di sentire giornalisti, politici, ma
anche economisti, discettare con aria pensosa sulla necessità di “mobilitare e
mettere al lavoro il risparmio congelato degli italiani”, ventilando soluzioni
più o meno fantasiose.
A giudicare
dalla frequenza con cui l’argomento viene citato e discusso, sembrerebbe che
occupi una frazione non irrilevante degli sforzi e del “pensiero economico” di vari
parlamentari ed esponenti governativi, magari “illuminati” sul tema da
professori universitari e alti burocrati assortiti.
Che questi
signori perdano una quantità di tempo non risibile a baloccarsi con un “problema”
completamente immaginario, a me preoccupa. Anche perché non ci ravviso secondi
fini, ma la semplice incapacità di fare un passettino in più nel riflettere su
un tema francamente banale.
Il che è anche
peggio.