Fabio Panetta, l’attuale governatore della Banca d’Italia, sicuramente non è il peggiore degli euroausterici. Tra i governatori delle banche centrali eurozoniche è sicuramente schierato dalla parte delle colombe, non da quella dei falchi più retrivi e ottusi.
Però appartiene al mainstream economico, quindi aspettarsi più di tanto, dal punto di vista della logica e della razionalità delle sue argomentazioni, sarebbe ingenuo.
Alcuni giorni fa ha insistito, tanto per cambiare, sulla necessità di ridurre il debito pubblico, argomentando tra le altre cose che l’Italia spende più per pagare interessi che per l’istruzione pubblica.
Di fronte a un’affermazione del genere, chi potrebbe contestare il fatto che qualcosa non funziona ?
Però qual è la conseguenza, nella testa di Panetta ? che occorre ridurre il deficit, abbassare il debito, “quindi” pagare meno interessi, “quindi” avere più soldi per altre cose. Logico, no ?
No.
Ridurre il deficit, nella testa del mainstream economico, vuol dire aumentare le tasse o abbassare le spese. Entrambe azioni che rallentano l’economia.
E abbassare le spese, quali ? non quelle per l’istruzione c’è da supporre, visto che lo stesso Panetta rileva la loro insufficienza. Ma allora andiamo avanti a tagliare cosa ? le pensioni ? la sanità ? gli investimenti in infrastrutture ?
Tutte queste cose sono state largamente sperimentate, dall’austerità bruxellian-montiana in poi. Ovviamente il debito non è sceso. Ovviamente la spesa per interessi non è diminuita. Ovviamente soldi in più da investire nell’istruzione o in altre cose non si sono visti. E ovviamente si è distrutta la crescita dell’economia italiana.
Ma caro Panetta, se gli interessi sono troppo alti, la
soluzione è molto semplice. Fare deficit emettendo moneta. Anche senza uscire
dall’euro tornando alla lira, bensì emettendo Moneta Fiscale.
Chissà come, questo Panetta non lo dice. Le soluzioni
sono sempre quelle già sperimentate. Con esiti fallimentari.