E’ da poco
uscito un testo di grande interesse, “Macroeconomics” di William Mitchell,
Randall Wray e Martin Watts. Ne raccomando la lettura perché si tratta della
più sistematica e completa esposizione, tra quelle fin qui disponibili, della
Modern Monetary Theory (MMT). Non so quando sarà pubblicata la traduzione
italiana, ma penso a breve.
Un concetto
chiave della MMT è quello dei saldi settoriali. Nel testo sopra citato lo
trovate esposto in modo tecnico ed esaustivo. Ma il concetto base è semplice e
può essere riassunto come segue.
Il risparmio finanziario
privato interno (RFPI) di un paese corrisponde, evidentemente, alla differenza
tra gli incassi di aziende e famiglie, e i pagamenti effettuati per l’acquisto
di beni e servizi.
Ci sono solo due
modalità tramite le quali si può formare RFPI.
La prima è che
il paese produca un surplus delle partite correnti. Questo corrisponde a dire
che i pagamenti ricevuti dall’estero
per vendite di beni e servizi, più il reddito degli investimenti effettuati
all’estero, più trasferimenti unilaterali tipo le rimesse degli emigrati,
ecceda i pagamenti effettuati all’estero
a fronte di analoghe causali. Un surplus delle partite correnti crea risparmio
finanziario all’interno del paese; un deficit, al contrario, aumenta le
passività finanziarie nette.
La seconda
modalità è che il settore pubblico del paese sia in deficit. Il deficit
pubblico significa, infatti, che le pubbliche amministrazioni effettuano più
pagamenti di quanti ne ricevono. Questa differenza incrementa il risparmio
privato. Il surplus del settore pubblico, al contrario, lo diminuisce.
Vediamo un
esempio delle implicazioni di tutto ciò per tre paesi: USA, Germania e Italia.
I dati sono in percentuale del PIL e si riferiscono alle previsioni per l’anno
2019 recentemente elaborate dal Fondo Monetario Internazionale.
USA
Surplus /
(deficit) delle partite correnti (1) -2,4%Deficit / (surplus) del settore pubblico (2) +4,6%
Risparmio finanziario privato interno (1+2) +2,2%
Germania
Surplus /
(deficit) delle partite correnti (1) +7,1%Deficit / (surplus) del settore pubblico (2) -1,1%
Risparmio finanziario privato interno (1+2) +6,0%
Italia
Surplus /
(deficit) delle partite correnti (1) +2,9%Deficit / (surplus) del settore pubblico (2) +2,7%
Risparmio finanziario privato interno (1+2) +5,6%
Per tutti e tre
i paesi è prevista, nel 2019, una generazione di RFPI: poco più del 2% del PIL
per gli USA, 6% o poco meno per Germania e Italia.
Ma le strade
tramite cui questo risparmio si genera sono alquanto diverse.
Gli USA hanno un
saldo negativo delle partite correnti, e lo coprono con un deficit del settore
pubblico: avanzano un paio di punti di RFPI.
La Germania ha
un enorme saldo attivo delle partite correnti. Il surplus di bilancio pubblico
lo erode parzialmente, lasciando comunque sei punti percentuali di RFPI.
L’Italia ha un
rilevante surplus delle partite correnti (anche se non delle dimensioni eclatanti
di quello tedesco) e un deficit di bilancio pubblico. Questi due fattori
concorrono in misura all’incirca uguali alla formazione di RFPI (a livelli
vicini a quelli tedeschi).
Ora, una
conseguenza di tutto ciò è che se prendiamo in considerazione l’economia mondiale, in un qualsiasi anno,
una cosa di cui possiamo essere certi è che il saldo mondiale delle partite
correnti è esattamente zero. I pagamenti effettuati tra un paese e l’altro sono
per definizione pari agli incassi. Perché i pagamenti di qualcuno sono gli
incassi di qualcun altro.
Questa è una
pura e semplice identità contabile.
Non è invece
un’identità contabile, ma penso sia facile convenire che si tratta di una
situazione auspicabile e normale, che il totale mondiale del risparmio finanziario privato sia positivo. E’ normale
e auspicabile, in altri termini, che nel complesso aziende e famiglie
incrementino il loro risparmio finanziario netto.
La normalità per
l’economia mondiale deve allora essere qualcosa del genere:
Mondo
Surplus /
(deficit) delle partite correnti (1) +0,0%Deficit / (surplus) del settore pubblico (2) +x%
Risparmio finanziario privato interno (1+2) +x%
Se l’obiettivo,
in altri termini, è che nel mondo si formi un risparmio finanziario privato
pari al 4%, il totale dei deficit pubblici deve essere anch’esso pari al 4% del
PIL mondiale.
Il pareggio, per
non dire il surplus, del bilancio pubblico non sono quindi una “virtù”. Sono
un’anomalia, che un paese può sostenere nel tempo solo se produce altissimi
surplus delle partite correnti (il che significa che altri paesi dovranno
essere in deficit per pari importi).
Come possiamo
allora definire la richiesta del Fiscal Compact, per i paesi UE che vi hanno
aderito, di puntare al pareggio del bilancio pubblico ? e la medesima
prescrizione recepita nell’articolo 81 della Costituzione italiana ?
A me viene in
mente “bestialità contabile”. Che ne dite ?