E’ interessante riflettere sull’evoluzione del PIL procapite italiano e di quello tedesco, nell’ultimo quarto di secolo. In particolare suddividendo questo arco temporale in cinque fasi.
Il primo periodo inizia nel 1998, ultimo anno prima dell’introduzione dell’euro, e termina nel 2007, picco delle economie occidentali prima della grande crisi finanziaria mondiale (fallimento Lehman).
Il secondo periodo arriva fino al 2010: la reazione post crisi.
Il terzo periodo termina nel 2014: il quadriennio in cui il recupero dell’economia italiana è stato tarpato dalle politiche di austerità, “prescritte” dalla UE con l’obiettivo (completamente fallito) di “rimettere in ordine i conti pubblici e il debito”.
Il quarto periodo arriva al 2019: gli anni in cui se non altro si è evitato di fare ulteriori danni con ulteriore austerità.
Infine, gli anni successivi fino a oggi: il Covid, la crisi ucraina e le conseguenze.
Il confronto è effettuato sul PIL procapite in dollari a parità di potere d’acquisto 2017, cioè corretto per le differenze di prezzi verificatesi nel tempo e tra i due paesi. Un indicatore omogeneo dei redditi medi, in altri termini. Fonte: Fondo Monetario Internazionale.
Si scoprono diverse cose interessanti.
Nel 1998, ultimo anno prima dell’euro, Italia e Germania stavano esattamente allo stesso livello.
Gli anni fino al 2007 sono di decorosa crescita, ma l’Italia comincia a perdere terreno. Si apre una differenza del 4,5%.
Il triennio della grande crisi finanziaria viene superato dalla Germania che recupera i livelli pre-Lehman, ma non dell’Italia. Scivoliamo indietro dell’11% circa.
Gli anni dell’austerità europrescritta sono una vera catastrofe. Andiamo a -20% abbondante. Grazie UE, grazie Monti, grazie Fornero, grazie Letta.
A questo punto si riconosce che la strada è sbagliata. Non si inverte la direzione, non sia mai. Però quantomeno non si peggiorano le cose. I 20-21 punti rimangono sostanzialmente quelli fino al 2019.
Poi arriva il Covid, arriva l’Ucraina. Si sospendono i vincoli di bilancio. L’Italia rilancia gli investimenti con il Superbonus (che sicuramente poteva essere fatto meglio: ma è stato molto più positivo farlo che non fare nulla). La Germania scopre che senza gas russo a buon mercato il suo sistema industriale non è esattamente quella meraviglia che tutti pensavano.
Stavolta è la Germania che dopo cinque anni non ha affatto recuperato i livelli precrisi. L’Italia sì e anzi a distanza di DICIASSETTE (!) anni supera, finalmente, il PIL procapite 2007. I punti in meno rispetto alla Germania scendono a quattordici. Sempre tanti, però…
Però, con il venir meno dell’austerità, finalmente una
significativa inversione di tendenza.
La cosa più impressionate rimane comunque che siamo entrati nell'euro con un livello di PIL procapite, corretto per il potere d'acquisto interno, IDENTICO alla Germania.
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