Ogni giorno che passa senza risolvere le disfunzioni dell’eurosistema
ha costi economici e sociali spaventosi. Ma i toni barricadieri e i conflitti
“a chiacchiere” non risolvono niente.
I Certificati di Compensazione
Fiscale appaiono, in modo sempre più incontrovertibile, l'unica via operativamente e praticamente percorribile per uscire dalla spaventosa
situazione in cui l’economia italiana è caduta a seguito dell’adesione all’euro
e delle politiche di austerità “prescritte” dalla UE.
Il governo
gialloverde ha suscitato speranze, essendo nato dall’unione di due forze
politiche che in passato avevano mostrato di essere consce del problema.
La sua capacità di
incidere sulle linee di politica economica si è, purtroppo, rivelata del tutto
inadeguata. E oggi abbiamo una nuova coalizione di governo, dove i ministeri
chiave sono tornati in mano al PD, ovvero a meri esecutori delle ricette di
Bruxelles.
All’interno del
M5S non mancano, va detto, persone che con tenacia e determinazione cercano di
imprimere una svolta. Una proposta di legge sull'adozione dei CCF è stata presentata dai deputati pentastellati Pino Cabras e Raffaele Trano. Ma se anche
venisse approvata, un Ministero dell’Economia in mano a un esponente PD si
limiterebbe, senz’altro, a ignorarla.
E la Lega che fa ?
il tentativo di Salvini di forzare le elezioni anticipate non ha funzionato.
Certo, può darsi che il governo attuale non regga e non è da escludere (anche
se oggi non sembra probabile) che a elezioni, in tempi non lunghi, comunque si
vada.
Ma se anche la
Lega tornasse al governo, stavolta come leader indiscussa di una coalizione di
centrodestra, quanto ha le idee chiare in merito ai passi successivi ?
Il responsabile
economico della Lega, Claudio Borghi, al quale rinnovo le mie espressioni di
simpatia e di stima – lo ritengo una persona molto competente e trovo
encomiabile il lavoro di comunicazione che ha svolto in questi anni – punta sui
Minibot: uno strumento che ha varie somiglianze con il progetto CCF, ma che ne
costituisce una variante (perlomeno nella forma in cui è stato presentato) molto parziale e poco efficace.
Siccome, tra
l’altro, i Minibot palesemente non sono risolutivi, è fin troppo facile per chi
non vuole cambiare nulla degli assetti attuali ipotizzare che siano solo un ponte
verso “qualcos’altro”. Il problema è che il non detto spaventa: è umano e
normale che sia così.
I CCF sono invece
un progetto chiaro, dettagliato, studiato in profondità a livello sia tecnico
che giuridico.
E’ fondamentale comunicarlo
in modo completo e privo di ambiguità.
Gli elementi
chiave del progetto Certificati di Compensazione Fiscale, da avere ben chiari
ogni volta che se ne parla, sono i seguenti.
UNO, non abbiamo
nessuna intenzione di rompere l’euro, non perché abbiamo cambiato idea in
merito alle disfunzionalità del sistema, ma perché, studiandone attentamente
l’assetto, i trattati, i regolamenti, abbiamo trovato il modo per
risolverle.
DUE, rompere
l’euro sarebbe del resto alquanto complesso e controverso. E’ una via molto
difficile da percorrere, e il progetto CCF peraltro la rende non necessaria.
TRE, il progetto
CCF rilancia domanda e potere d’acquisto, SENZA incrementare il Maastricht Debt, quello che deve essere rimborsato in euro ed è quindi fonte di potenziali
turbolenze sui mercati finanziari, rischi d’insolvenza, rischi di
ridenominazione eccetera.
QUATTRO, appunto
perché il Maastricht Debt non si incrementa – anzi scende gradualmente in
rapporto a un PIL in ripresa – la tutela per i creditori e per i mercati
finanziari AUMENTA.
CINQUE, una quota
delle emissioni di CCF andrà a riduzione del cuneo fiscale a vantaggio delle
aziende, consentendo un immediato recupero di competitività del sistema
produttivo italiano ed evitando quindi che una parte dell’effetto espansivo si
disperda a seguito del peggioramento dei saldi commerciali esteri.
SEI, i CCF
rilanciano la domanda in modo enormemente più efficace rispetto ad azioni di politica monetaria quali il Quantitative Easing, e permettono anche
di uscire dall’attuale contesto di tassi d’interesse bassissimi o addirittura
negativi, che penalizza pesantemente i risparmiatori.
SETTE, i CCF sono
in grado, correggendo le disfunzioni dell’Eurosistema, di ottenere un assetto efficace
e stabile. Integrato dai CCF, l’euro è in grado di funzionare senza che ci si
chieda costantemente se potrà o meno sopravvivere.
E’ totalmente
sterile “abbaiare alla luna” invocando la rottura dell’euro o la revisione dei
trattati che governano l’eurosistema. La prima è troppo complicata e
controversa. Per la seconda, non c’è neanche la più pallida ombra di consenso
tra gli stati membri dell’Eurozona.
“Abbaiare” magari
è utile nei talkshow e nei comizi. Ma
non risolve nulla. Zero.
Occorre invece
muoversi con chiarezza di idee e determinazione, forti del fatto che con i CCF
non abbiamo bisogno di chiedere nulla a nessuno, né di creare turbolenze, né di
generare deflagrazioni.
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