martedì 15 ottobre 2019

CCF: come uscire dall’eurostallo


Ogni giorno che passa senza risolvere le disfunzioni dell’eurosistema ha costi economici e sociali spaventosi. Ma i toni barricadieri e i conflitti “a chiacchiere” non risolvono niente.

I Certificati di Compensazione Fiscale appaiono, in modo sempre più incontrovertibile, l'unica via operativamente e praticamente percorribile per uscire dalla spaventosa situazione in cui l’economia italiana è caduta a seguito dell’adesione all’euro e delle politiche di austerità “prescritte” dalla UE.

Il governo gialloverde ha suscitato speranze, essendo nato dall’unione di due forze politiche che in passato avevano mostrato di essere consce del problema.

La sua capacità di incidere sulle linee di politica economica si è, purtroppo, rivelata del tutto inadeguata. E oggi abbiamo una nuova coalizione di governo, dove i ministeri chiave sono tornati in mano al PD, ovvero a meri esecutori delle ricette di Bruxelles.

All’interno del M5S non mancano, va detto, persone che con tenacia e determinazione cercano di imprimere una svolta. Una proposta di legge sull'adozione dei CCF è stata presentata dai deputati pentastellati Pino Cabras e Raffaele Trano. Ma se anche venisse approvata, un Ministero dell’Economia in mano a un esponente PD si limiterebbe, senz’altro, a ignorarla.

E la Lega che fa ? il tentativo di Salvini di forzare le elezioni anticipate non ha funzionato. Certo, può darsi che il governo attuale non regga e non è da escludere (anche se oggi non sembra probabile) che a elezioni, in tempi non lunghi, comunque si vada.

Ma se anche la Lega tornasse al governo, stavolta come leader indiscussa di una coalizione di centrodestra, quanto ha le idee chiare in merito ai passi successivi ?

Il responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, al quale rinnovo le mie espressioni di simpatia e di stima – lo ritengo una persona molto competente e trovo encomiabile il lavoro di comunicazione che ha svolto in questi anni – punta sui Minibot: uno strumento che ha varie somiglianze con il progetto CCF, ma che ne costituisce una variante (perlomeno nella forma in cui è stato presentato) molto parziale e poco efficace.

Siccome, tra l’altro, i Minibot palesemente non sono risolutivi, è fin troppo facile per chi non vuole cambiare nulla degli assetti attuali ipotizzare che siano solo un ponte verso “qualcos’altro”. Il problema è che il non detto spaventa: è umano e normale che sia così.

I CCF sono invece un progetto chiaro, dettagliato, studiato in profondità a livello sia tecnico che giuridico.

E’ fondamentale comunicarlo in modo completo e privo di ambiguità.

Gli elementi chiave del progetto Certificati di Compensazione Fiscale, da avere ben chiari ogni volta che se ne parla, sono i seguenti.

UNO, non abbiamo nessuna intenzione di rompere l’euro, non perché abbiamo cambiato idea in merito alle disfunzionalità del sistema, ma perché, studiandone attentamente l’assetto, i trattati, i regolamenti, abbiamo trovato il modo per risolverle.

DUE, rompere l’euro sarebbe del resto alquanto complesso e controverso. E’ una via molto difficile da percorrere, e il progetto CCF peraltro la rende non necessaria.

TRE, il progetto CCF rilancia domanda e potere d’acquisto, SENZA incrementare il Maastricht Debt, quello che deve essere rimborsato in euro ed è quindi fonte di potenziali turbolenze sui mercati finanziari, rischi d’insolvenza, rischi di ridenominazione eccetera.

QUATTRO, appunto perché il Maastricht Debt non si incrementa – anzi scende gradualmente in rapporto a un PIL in ripresa – la tutela per i creditori e per i mercati finanziari AUMENTA.

CINQUE, una quota delle emissioni di CCF andrà a riduzione del cuneo fiscale a vantaggio delle aziende, consentendo un immediato recupero di competitività del sistema produttivo italiano ed evitando quindi che una parte dell’effetto espansivo si disperda a seguito del peggioramento dei saldi commerciali esteri.

SEI, i CCF rilanciano la domanda in modo enormemente più efficace rispetto ad azioni di politica monetaria quali il Quantitative Easing, e permettono anche di uscire dall’attuale contesto di tassi d’interesse bassissimi o addirittura negativi, che penalizza pesantemente i risparmiatori.

SETTE, i CCF sono in grado, correggendo le disfunzioni dell’Eurosistema, di ottenere un assetto efficace e stabile. Integrato dai CCF, l’euro è in grado di funzionare senza che ci si chieda costantemente se potrà o meno sopravvivere.

E’ totalmente sterile “abbaiare alla luna” invocando la rottura dell’euro o la revisione dei trattati che governano l’eurosistema. La prima è troppo complicata e controversa. Per la seconda, non c’è neanche la più pallida ombra di consenso tra gli stati membri dell’Eurozona.

“Abbaiare” magari è utile nei talkshow e nei comizi. Ma non risolve nulla. Zero.

Occorre invece muoversi con chiarezza di idee e determinazione, forti del fatto che con i CCF non abbiamo bisogno di chiedere nulla a nessuno, né di creare turbolenze, né di generare deflagrazioni.


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