Chi segue questo
blog sa che abbassare il debito pubblico non è affatto una via per arricchire
il paese. Al contrario: il debito pubblico è ricchezza dei cittadini. Deficit e
debito vanno gestiti in modo da raggiungere il pieno impiego delle risorse
produttive (lavoro e aziende) compatibilmente con la stabilità monetaria ed
evitando squilibri nei conti esteri. Ma una volta assicurati questi due
obiettivi, il deficit aumenta reddito e risparmio dei privati, e il debito è
una forma di impiego del risparmio accumulato. Effetti POSITIVI, non cose di
cui preoccuparsi.
Il vincolo di
finanza pubblica nasce dall’essersi spossessati – senza alcuna valida ragione
economica – della propria moneta. Non da un presunto impoverimento che
nascerebbe dal maggior debito.
Ma anche
prendendo atto dell’obiettivo – coerente con le “raccomandazioni” UE – di
abbassare il debito, o più esattamente il rapporto tra debito pubblico e PIL,
lo sforzo rivolto a “risanare i conti pubblici” riducendo spesa e deficit è in
realtà, nelle condizioni attuali del nostro paese (condizioni che in realtà
durano da svariati lustri) controproducente.
La UE ragiona
come se il moltiplicatore fiscale, ovvero l’impatto espansivo / depressivo di
un maggior / minor livello di spesa pubblica netta fosse bassissimo, per non
dire nullo.
Prendiamo la
situazione italiana cosi come sintetizzata dalla recente Nota di Aggiornamento
del Documento di Economia e Finanza (NADEF), resa pubblica dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze (MEF) a fine settembre 2021.
Se il
moltiplicatore fiscale non esistesse, cioè se fosse pari a zero, una variazione
di spesa pubblica di 50 miliardi produrrebbe il seguente effetto.
NADEF ITALIA SCENARIO PROGRAMMATICO 2022 (dati in miliardi di
euro)
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2021
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Scenario base
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Più spesa
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Meno spesa
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Scenario base
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Più spesa
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Meno spesa
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PIL reale a valori costanti 2021
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1.862,7
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1.862,7
|
1.862,7
|
|
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Deflatore (2021 = 100)
|
|
101,6
|
101,6
|
101,6
|
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|
PIL nominale
|
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1.892,5
|
1.892,5
|
1.892,5
|
100,0%
|
100,0%
|
100,0%
|
Spesa totale settore pubblico
|
984,1
|
1.034,1
|
934,1
|
52,0%
|
54,6%
|
49,4%
|
Incassi totali settore pubblico
|
878,1
|
878,1
|
878,1
|
46,4%
|
46,4%
|
46,4%
|
Deficit settore pubblico
|
|
106,0
|
156,0
|
56,0
|
5,6%
|
8,2%
|
3,0%
|
Debito settore pubblico
|
153,5%
|
2.827,4
|
2.877,4
|
2.777,4
|
149,4%
|
152,0%
|
146,8%
|
Maggiore / (minore) spesa pubblica
|
|
50,0
|
-50,0
|
|
2,6%
|
-2,6%
|
Moltiplicatore fiscale
|
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Crescita PIL reale vs 2021
|
1.779,3
|
4,7%
|
4,7%
|
4,7%
|
|
|
|
In pratica, la
crescita del PIL resterebbe invariata al 4,7% reale (2022 vs 2021) e
aumenterebbe, come effetto finale, il rapporto debito / PIL: 152% invece di
149,4%.
Una contrazione
della spesa pubblica netta di 50 miliardi invece, sempre a parità di PIL,
abbasserebbe il rapporto finale a 146,8%.
Questo in
ipotesi di moltiplicatore fiscale nullo. Ma è un’ipotesi completamente fuori
dalla realtà (anche se a Bruxelles apparentemente si crede che qualcosa del
genere sia possibile).
Prendiamo invece
l’ipotesi che il moltiplicatore sia positivo, anche se significativamente
inferiore all’unità: 0,51.
Succede quanto
segue:
NADEF ITALIA SCENARIO PROGRAMMATICO 2022 (dati in miliardi di
euro)
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2021
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Scenario base
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Più spesa
|
Meno spesa
|
Scenario base
|
Più spesa
|
Meno spesa
|
PIL reale a valori costanti 2021
|
1.862,7
|
1.887,8
|
1.837,6
|
|
|
|
Deflatore (2021 = 100)
|
|
101,6
|
101,6
|
101,6
|
|
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|
PIL nominale
|
|
1.892,5
|
1.918,0
|
1.867,0
|
100,0%
|
100,0%
|
100,0%
|
Spesa totale settore pubblico
|
984,1
|
1.034,1
|
934,1
|
52,0%
|
53,9%
|
50,0%
|
Incassi totali settore pubblico
|
878,1
|
890,0
|
866,3
|
46,4%
|
46,4%
|
46,4%
|
Deficit settore pubblico
|
|
106,0
|
144,1
|
67,8
|
5,6%
|
7,5%
|
3,6%
|
Debito settore pubblico
|
153,5%
|
2.827,4
|
2.865,6
|
2.789,2
|
149,4%
|
149,4%
|
149,4%
|
Maggiore / (minore) spesa pubblica
|
|
50,0
|
-50,0
|
|
2,6%
|
-2,7%
|
Moltiplicatore fiscale
|
|
|
0,51
|
0,51
|
|
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|
Crescita PIL reale vs 2021
|
1.779,3
|
4,7%
|
6,1%
|
3,3%
|
|
|
|
Il
moltiplicatore di 0,51 è esattamente il punto di breakeven: è il livello tale
per cui l’effetto finale sul rapporto debito pubblico / PIL lo lascia invariato
al 149,4%.
Con un effetto
tutt’altro che disprezzabile in più: il PIL reale invece che del 4,7% cresce
del 6,1%, e l’Italia si ritrova nel 2022 con un PIL più alto, per l’importo di 25,5
miliardi di euro.
D’altra parte,
se la spesa pubblica viene ridotta invece che aumentata, sempre per 50
miliardi, il risultato è che il rapporto debito pubblico / PIL è lo stesso, ma
il PIL CALA di 25,5 miliardi (rispetto allo scenario base) invece di incrementarsi.
Ma un
moltiplicatore pari a circa a un mezzo di unità è in effetti un’ipotesi
estremamente cauta. Proviamo invece a prendere in esame un moltiplicatore un
po’ più alto dell’unità, 1,20:
NADEF ITALIA SCENARIO PROGRAMMATICO 2022 (dati in miliardi di
euro)
|
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|
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|
2021
|
Scenario base
|
Più spesa
|
Meno spesa
|
Scenario base
|
Più spesa
|
Meno spesa
|
PIL reale a valori costanti 2021
|
1.862,7
|
1.921,8
|
1.803,6
|
|
|
|
Deflatore (2021 = 100)
|
|
101,6
|
101,6
|
101,6
|
|
|
|
PIL nominale
|
|
1.892,5
|
1.952,5
|
1.832,5
|
100,0%
|
100,0%
|
100,0%
|
Spesa totale settore pubblico
|
984,1
|
1.034,1
|
934,1
|
52,0%
|
53,0%
|
51,0%
|
Incassi totali settore pubblico
|
878,1
|
906,0
|
850,3
|
46,4%
|
46,4%
|
46,4%
|
Deficit settore pubblico
|
|
106,0
|
128,1
|
83,8
|
5,6%
|
6,6%
|
4,6%
|
Debito settore pubblico
|
153,5%
|
2.827,4
|
2.849,6
|
2.805,2
|
149,4%
|
145,9%
|
153,1%
|
Maggiore / (minore) spesa pubblica
|
|
50,0
|
-50,0
|
|
2,6%
|
-2,7%
|
Moltiplicatore fiscale
|
|
|
1,20
|
1,20
|
|
|
|
Crescita PIL reale vs 2021
|
1.779,3
|
4,7%
|
8,0%
|
1,4%
|
|
|
|
L’espansione di
50 miliardi della spesa pubblica porta la crescita del PIL all’8% e ABBASSA il
rapporto debito pubblico / PIL al 145,9%. E questo soprattutto grazie a un denominatore
– il PIL appunto – più alto per 60 miliardi.
Vale anche il
contrario: un taglio di 50 miliardi abbatte il PIL di 60 e INCREMENTA il debito
/ PIL al 153,1%.
Tutto quanto
sopra dovrebbe ricordarci qualcosa. Tra il 2011 e il 2013, l’Italia ha
ossequiosamente attuato le “raccomandazioni” UE, tagliando spesa e aumentando
tasse. I risultati ? cinque punti di PIL persi, tredici trimestri di PIL reale
in declino, decine di migliaia di fallimenti, raddoppio delle persone in povertà
assoluta. E il debito / PIL è AUMENTATO, non diminuito, di tredici punti.
Perché i geni di
Bruxelles erano convinti (o si comportavano come se lo fossero, poco cambia)
che il moltiplicatore fiscale non esistesse, o che fosse bassissimo. Mentre
era, come dimostrato dagli effetti finali, superiore all’unità.
Questi i
risultati dei “suggerimenti” di Bruxelles, diligentemente attuati dai governi
italiani di allora – Berlusconi nei suoi mesi finali, Monti e Letta.
Tantissime cose
mi suscitano una rabbia IMMENSA, pensando alle vicende di quegli anni. Non tra
le ultime, leggere di tanto in tanto, ancora oggi, che “purtroppo l’Italia si è
dimostrata inaffidabile non rispettando la promessa di ridurre il debito”.
Quando invece la
nostra economia è stata DEVASTATA proprio dall’applicazione puntuale, rigorosa,
pedissequa, rigidissima, di ricette economicamente prive di senso, che non
potevano portare ad altro se non a quei risultati.