giovedì 4 aprile 2013

Certificati di Credito Fiscale: tre domande frequenti, e relative risposte

D. Come è stata determinata la dimensione delle emissioni annue di CCF ?
R. Sulla base della differenza tra PIL potenziale 2013 (quello che si avrebbe sulla base del PIL 2007, l’ultimo anno prima dell’inizio della crisi, incrementato di un cautelativo 1,5% annuo reale) e quello effettivo previsto, sempre per il 2013. Questo “output gap” è stimato in circa 300 miliardi di euro. I CCF emessi producono un sostegno alla domanda, alla competitività e al PIL valutabile, secondo recenti analisi del Fondo Monetario Internazionale, in 1,3 volte circa l’importo dell’intervento. Ho quindi adottato 200 miliardi: 200 x 1,3 = 260, il che colma quasi il 90% dell’”output gap”. Un po’ inferiore al 100% per evitare che imprecisioni nelle stime producano effetti indesiderati sull’inflazione.
NB l’attuale previsione di 200 miliardi è incrementata rispetto a una precedente di 150 che era stata prevista alcuni mesi fa in ipotesi di adozione del progetto CCF a inizio 2013. Nel frattempo l’economia ha continuato a declinare il che incrementa (purtroppo) l’output gap.
 
D. Perché le emissioni di CCF non aumentano il deficit e il debito pubblico ?
R. Perché non sono debito. Lo Stato non si impegna a rimborsare i CCF. Si impegna ad accettarli, in futuro (due anni dopo l’emissione) a estinzione di obbligazioni nei suoi confronti (tasse, imposte, ticket sanitari, multe, ecc.) Si incrementeranno, a parità di condizioni, il deficit e il debito FUTURI ma a quel punto l’effetto sarà compensato dalla forte ripresa dell’economia (assorbimento dell’output gap) e dalle maggiori entrate fiscali che ne deriveranno.
D. Se quindi i CCF non sono debito pubblico ma hanno invece caratteristiche assimilabili alla moneta (potere liberatorio nei confronti di obbligazioni finanziarie del settore pubblico) non sono in contrasto con il trattato di Maastricht ?
R. Non mi risultano, riguardo a questo, divieti imposti dal trattato. L’articolo 105 sottopone ad autorizzazione BCE l’emissione di banconote e il conio di monete metalliche, ma i CCF non verranno emessi in queste forme.
 

14 commenti:

  1. Ottimo come al solito.
    Si faccia Twitter che la diffusione così la facciamo aumentare.

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  2. Buongiorno.
    Premetto che non sono un economista e sono anzi molto ignorante in materia. Ho letto sul sito tutti i post e i commenti riguardanti questi CCF ma continuo a non capire una cosa: lo stato mi incrementa la busta paga con questi CCF e io posso riutilizzarli per pagare le tasse allo Stato. E' corretto? Ma allora, a questo punto le entrate fiscali dello Stato diminuiscono perche' io non le pago piu' con i soldini ma con questi CCF. Ma i soldi veri allo Stato servono per andare avanti e come fa se ne gliene do' meno di prima? Mi scuso in anticipo se sto dicendo delle eresie e se non ho capito nulla. Grazie!

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    1. L'elemento che spiega l'"arcano" è che i CCF verranno utilizzati per pagare tasse, ma solo DUE anni dopo la loro emissione. Nel frattempo, ci sarà una forte ripresa economica perchè i CCF sono titoli che hanno un valore fin da oggi: possono essere liquidati sul mercato finanziario come se fossero zero coupon (perchè hanno valore certo a due anni dall'emissione) o anche utilizzati per scambi tra privati. In pratica è come stampare moneta e distribuirla al pubblico. E' provato storicamente che, in condizioni di forte disoccupazione, questo incrementa consumi e produzione senza rilevanti impatti sull'inflazione. Tra due anni i CCF saranno utilizzati per pagare tasse, ma il PIL avrà avuto un forte recupero, il gettito sarà decisamente più alto e le due cose (all'incirca) si compenseranno.

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    2. Quanto spiegato da Marco è sicuramente vero ma un tantino riduttivo: per quanto riguarda la parte di gettito che va ad alimentare un mercato INTERNO non c'è pericolo che le entrate fiscali diminuiscano effettivamente, in quanto lo Stato può pagare in CCF una parte dei propri debiti verso imprese e professionisti o una parte degli stipendi dei dipendenti pubblici diminuendo le uscite in euro e quindi non indebitandosi.
      La parte di pagamenti in CCF entrano nel circuito monetario INTERNO, attivano fattori produttivi, generando un moltiplicatore keynesiano dovuto alla produzione di beni e servizi.

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    4. Quanto sopra da me sostenuto è analogo a ciò che succede in questa storiella:

      Una banconota cancella i debiti di una città

      Sono tempi duri, tutti hanno debiti e vivono a credito. Improvvisamente arriva in città un ricco turista. Entra nell'unico albergo, lascia una banconota da 100 euro sul bancone della reception e va a vedere le stanze di sopra per sceglierne una. Il proprietario dell'albergo prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito col macellaio. Il macellaio prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito con l'allevatore di maiali. L'allevatore di maiali prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito col suo fornitore di mangime e carburante. Il fornitore di mangime e carburante prende i 100 euro e corre a pagare il suo debito con la prostituta della città, che in questi tempi difficili gli fornisce i suoi servizi a credito. La prostituta prende i 100 euro e corre all'albergo a pagare il proprietario per le camere che le fornisce a credito quando porta i suoi clienti. Il proprietario dell'albergo prende i 100 euro e li posa sul bancone della reception in modo che il turista non sospetti di nulla.

      In quel momento torna il turista, riprende i suoi 100 euro e, dopo avere detto che non gli piacciono le stanze, lascia la città. Nessuno ha guadagnato nulla. Comunque, l'intera città non ha più debiti e guarda al futuro con ottimismo. E' questo il modo in cui il mondo fa affari oggi?

      da http://www.facebook.com/ViolettaDelPensiero#!/notes/violetta-del-pensiero/finanza-creativa/299808030037445

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    5. Giusto il punto di Giovanni Greco: nel tempo i CCF possono aumentare ulteriormente la loro efficacia utilizzandoli come forma di pagamento di una quota, crescente nel tempo, di spese dello Stato. Nello sviluppo del progetto base non ho tenuto conto di questa possibilità perchè è difficile fare ipotesi plausibili sui tempi in cui questo potrà avvenire. Comunque anche se avvenisse in misura marginale, è un plus importante. Se avviene integralmente, è il presupposto dello scenario descritto in http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/04/certificati-di-credito-fiscale-e_12.html.

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  3. Mi scuso per l'ingenuità del commento,ma cosa impedirebbe allo stato di NON accettare i CCF alla scadenza dei due anni?
    Sarebbe il delitto perfetto (quasi) : i cittadini li accettano,le banche li scontano... alla scadenza dei 2 anni l'EUROPA ci chiede il sacrificio,il rapporto PIL/deficit sfonda i sacri parametri,insomma una scusa si trova e i CCF diventano carta straccia.
    Mi rendo conto che la mia è una semplificazione ai limiti del fanciullesco,ma d'altra parte ho sempre sentito parlare della sacralità dei depositi bancari,della loro intoccabilità ed a Cipro è successo quello che è successo (va bene,per conti sopra i 100000 Euro,ma è stato stabilito un principio secondo me devastante...)

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    1. L'atteggiamento UE da' una qualche plausibilità a qualsiasi ipotesi cospiratoria... Però (e spero di non essere ingenuo io) parto dall'ipotesi che siano pasticcioni, dogmatici, incompetenti ma come obiettivo abbiano: l'euro che rimane in essere, i debiti del Sud Europa che non si svalutano e la moneta del Nord Europa che non si rivaluta. L'azione ipotizzata (che non vedo tra l'altro come potrebbe essere imposta a un futuro governo italiano) smonta l'unione monetaria un secondo dopo... Quanto ai parametri, l'UNICO strada per rispettarli e' un forte recupero dell'economia, come quello consentito dall'implementazione del progetto CCF...

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    2. Cosa permetterebbe allo Stato di di NON accettare i CCF alla scadenza dei due anni?
      Uno Stato Democratico che fa l'interesse dei cittadini NON potrebbe mai rifiutare il rimborso dei CCF.
      La domanda quindi a mio avviso va cosi riformulata:

      Tra due anni avremo uno Stato Democratico che fa l'interesse dei Cittadini?

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    3. Infatti: non accettare i CCF equivale a disconoscere il corso legale della moneta. Se siamo a quello, e' saltato lo stato di diritto...

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  4. La proposta di adottare i CCF è stata formalizzata nel forum M5S al link:
    http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2013/02/certificati-di-credito-fiscale.html

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  5. Egregio professore, non ritiene che senza il ripristino del normale accesso al credito potrebbero esserci dei problemi sulle stime di recupero del PIL nei due anni?
    In altre parole, quanto impiegherebbero le banche italiane ad accorgersi che devono prestare di nuovo come ai tempi pre-Lehman?
    Perchè dubito che la sola negoziazione dei CCF porterebbe recupero di occupazione e fatturato, nei termini da Lei indicati
    E necessario a mio avviso che il sistema delle banche, una volta attivata la procedura dei CCF aprano i rubinetti
    Altra piccola obiezione. La saturazione del mercato immobiliare non potrebbe essere un ostacolo alla ripresa?
    Grazie

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    1. Nel momento in cui si ripristina un normale livello di circolazione monetaria (e i CCF sono una forma di moneta, ricordo ancora una volta) la ripartenza del credito è molto rapida. E proprio il mercato immobiliare a mio avviso sarà un traino importante, perché è uno dei segmenti oggi più penalizzati dal blocco della circolazione di moneta e credito.
      Se le mie previsioni di recupero sembrano ottimistiche, consideriamo solo questi dati: il PIL reale 2013 sarà INFERIORE dell'8% a quello del 2007. La ripresa è così forte perché si parte da un livello MOLTO depresso. Nel 2016 saremmo a +11,5% rispetto al 2007, che vuol dire uno sviluppo di poco più dell'1% annuo su nove anni. Nel 2007 una previsione del genere sarebbe parsa FORTEMENTE CAUTA. Oggi sembra una chimera, ma questo evidenzia soltanto quanto profondo è il buco in cui è finita l'economia...

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