venerdì 26 luglio 2013

Il problema è l’offerta ?


No, ma se anche fosse ?
 
Un paio di giorni fa Alberto Bisin ha scritto su Wall Street Italia:
 
“La produttività in Italia è piatta da un decennio. Il paese non cresce realmente da due. Se non è un problema di offerta questo.”
 
Chissà come mai questa stasi nella produttività e nella crescita prima dell’euro non c’era. Poco più di vent’anni fa, nel 1992, è avvenuto l’ultimo riallineamento dei cambi all’interno del sistema monetario europeo, e quindi l’ultima rivalutazione del marco tedesco rispetto alla lira italiana.
 
Poco più di dieci anni fa, l’Italia è entrata nell’euro.
 
Apparentemente tutto questo per Bisin è irrilevante. Quali altri fenomeni spieghino la perdite di competitività e la stasi di produttività e crescita, non si capisce.
 
Ma ammettiamo pure che Bisin abbia ragione. L’euro non c’entra niente: per qualche congiunzione astrale, per qualche incantesimo malvagio, le aziende e gli imprenditori italiani fino al 1992, o fino al 1999, sapevano come migliorare la produttività e l’offerta, e poi se ne sono dimenticate.
 
Oggi c’è una rilevante differenza di competitività. Come la risolve Bisin ? sfregando la lampada ed evocando il genio buono, che rimuove l’incantesimo, fa tornare la memoria agli imprenditori e di colpo ottiene di recuperare dieci o venti di ritardo di produttività ?
 
Grosso modo era quello che diceva di voler fare Monti. I risultati li abbiamo visti.
 
O taglia i salari del 20% dalla sera alla mattina ? anche qui Monti ci ha abbondantemente provato, non c’è riuscito ed ha invece ottenuto il collasso della domanda interna e la peggiore crisi degli ultimi ottant’anni (e forse anche di più, probabilmente stiamo sforando al ribasso l’impatto della Grande Depressione).
 
Il punto è che non ha nemmeno più di tanto importanza chiedersi qual è l’origine della perdita di competitività dell’Italia. E’ l’euro, o per essere più esatti il fatto che la Germania gioca meglio dell’Italia (non da oggi) la partita del contenimento salariale. E questo squilibra, inevitabilmente, un regime monetario privo di meccanismi di flessibilità interni.
 
Ma facciamo finta che non sia così, diamo ragione a Bisin. Gli italiani sono diventati pigri, corrotti, inefficienti, lassisti, improduttivi. Anzi lo erano già prima, ma dieci o vent’anni fa non si sa perché sono peggiorati di colpo.
 
Che cosa cambia ? il problema rimane lo stesso. Come si risolve la situazione ?
 
Con la deflazione salariale, che (a costo di portare la domanda al collasso) permette di recuperare due o tre punti, non certo venti ?
 
Con le riforme strutturali, la famosa araba fenice che non si capisce bene per quali vie misteriose dovrebbe produrre i risultati che servono ?
 
Mentre si capisce benissimo che i tempi di attuazione sono pluridecennali, a condizione peraltro di una volontà politica che le larghissime maggioranze di Monti e Letta, supportate dalla benedizione di tutti i potentati europei e internazionali, non sono minimamente riusciti ad attivare.
 
Un grosso e rapido recupero di competitività è ottenibile in due modi.
 
Uscita “secca” dall’euro e svalutazione.
 
Introduzione di uno strumento monetario complementare, che consenta di ridurre fortemente il costo del lavoro e, allo stesso tempo, di incrementare redditi e domanda.

Se Bisin o qualcun altro hanno altre idee (idee attuabili, non che ipotizzino di evocare il genio della lampada) sono tutto orecchi.

4 commenti:

  1. No, gli industriali, quelli veri, sono ormai morti e quei pochi che resistono e lavorano sono ormai alla canna del gas... non parliamo poi del commercio che si sta evaporando... nell'indifferenza generale.
    Non ho altre osservazioni, oltre a quanto da Lei scritto, salvo essere ancora più incisivo, nel senso di fare quelle cose che andrebbero fatte.
    A partire dalla costituzione, per finire con un nuovo tribunale cui spedire tutti quelli che hanno contribuito a questo sfacelo......

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  2. Ma i fautori dell'euro hanno sempre la spiegazione pronta. Sa come rispondono a queste osservazioni? "Epperforza che le cose vanno male, ora siamo alla resa dei conti". Secondo costoro l'euro ha solo messo in evidenza le magagne del sistema Italia (notoriamente brutto, sporco e cattivo di suo), mica lo sta facendo affondare, no no.

    Sta affondando da solo- anche se prima dell'euro riusciva a mantenersi benissimo a galla. Ma era una coincidenza, e ora l'euro ha messo a nudo la squallida realtà...l'idea che questa sciagurata moneta sia almeno in parte responsabile del declino non li sfiora nemmeno di striscio, anzi: viva l'euro per aver mostrato quanto siamo spregevoli e dunque meritevoli di crepare.

    Non fa una grinza.

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    1. Ci ragionavo proprio in questi giorni, dopo aver letto un post su noiseFromAmerika in merito a euro, produttivita' e riforme fatte o non fatte. Nei prossimi giorni pubblico un commento (o più di uno, perché hanno preannunciato una serie di post). Anticipo una cosa: nel rispondere a un lettore a un certo punto all'autore - Monacelli - scappa detto "insomma gli euroexiters ragionano come chi dice ho smesso di fumare e sono ingrassato, ridatemi le sigarette !" Niente da fare, alla fine del salmo la svalutazione e' brutta e cattiva DI PER SE', come il fumo. Ma la svalutazione contro chi ? Se ci fosse il breakup, per riallineare il costo del lavoro per unità di prodotto servirebbe che il nuovo Marco rivalutasse del 10 percento contro dollaro e la lira svalutasse del 10. Vorrebbe dire andare - la nuova lira - dagli odierni 1,33 a circa 1,20. Era 1,18 scarsi al l'introduzione dell'euro nel 1999. Oppure contro sterlina scendere da 0,86 a 0,78 quando si era partiti da 0,71. Per cui secondo Monacelli se in quasi 15 anni perdo il 20 per cento contro la Germania (i principi del l'efficienza e del rigore monetario) ma guadagno il 2 contro gli USA e il 10 contro UK questo e' l'equivalente di rischiare la vita riempiendosi i polmoni di fumo... Tutto quello che non è cambio fisso con la Germania e' male, e se l'economia s'inchioda e' perché siamo grassi brutti stortignaccoli non abbiamo fatto le riforme e abbiamo votato Berlusconi che ci ha governato per 25 anni dal 1991 al 2006 (cit. Alberto Bisin...)

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  3. Chi sostiene che si esce dalla crisi con riforme dal lato dell'offerta, e' come un benzinaio a cui dici "fammi il pieno" che ti risponde "no, cambiamo le gomme invece..."

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