giovedì 14 novembre 2013

Così si capisce meglio ?

Oh, naturalmente se prima di riflettere sulla tabella volete un ripasso, ci sono tanti articoli che permettono di farlo ma il più recente e completo è questo.



EUROCRISI: LE TRE POSSIBILI SOLUZIONI    
1) SPACCATURA EUROZONA E RITORNO ALLE MONETE NAZIONALI
2) "PIU' EUROPA"  
3) INTRODUZIONE DEI CCF (CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE)
        3) E INVECE,
    PER CHI E' UN INTRODUCENDO
QUALI PROBLEMI NE SEGUONO ? PROBLEMA ? I CCF ?
         
1) SPACCATURA Effetti redistributivi, possibili contenziosi, Mercati finanziari,  
DELL'EUROZONA possibili insolvenze di aziende e banche aziende, banche Il problema non sussiste
       
Conversione improvvisa di depositi e Mercati finanziari  
titoli italiani in moneta di minor valore (*) e risparmiatori Il problema non sussiste
       
Rivalutazione della moneta tedesca e     
conseguente perdita di competitività Germania Il problema non sussiste
       
Possibile inflazione in Italia (con ogni probabilità    
modesta, molto inferiore alla svalutazione) Italia Il problema non sussiste
(*) Problema grave per gli investitori esteri, più psicologico che reale per gli italiani.
         
  Aumenti salariali e inflazione in Germania,    
2) "PIU' EUROPA" conseguente sua perdita di competitività Germania Il problema non sussiste
       
OPPURE:      
Competitività Italia - Germania rimane squilibrata Italia Il problema non sussiste
       
NEL QUAL CASO:      
Trasferimenti permanenti da Germania a Italia Germania Il problema non sussiste
       
E ANCORA:      
Eurobond / mutualizzazione del debito Germania Il problema non sussiste

18 commenti:

  1. Luca Mibelli: sei troppo ottimista... se i CCF funzionassero, la Germania perderebbe competitività internazionale. Ed è esattamente per questo che non ce li fanno fare!!!

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    1. No... perderebbe competitività nei confronti dei paesi che li utilizzano, ma NON nei confronti di asiatici e americani, perché non sono costretti a tornare al marco e a rivalutare ! Proprio questo è uno degli aspetti dove PER LORO i CCF sono fortemente meglio del break-up.

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  2. il programma della MMt non prevede la conversione dei cc in nuova moneta

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    1. Ma anche qui non c'è conversione. I CCF vengono introdotti PARALLELAMENTE all'euro. Casomai è possibile (anzi c'è buona probabilità) che i CCF in qualche anno si evolvano in una moneta vera e propria e SOSTITUISCANO l'euro (nel senso che l'euro si usa sempre di meno, e alla fine solo per qualche particolare transazione finanziaria - com'era il caso, ai tempi, per l'ecu).

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  3. Antonio di Stefano: E se anche la Germania furbacchiona adottasse i CCF...che succederebbe?

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    1. Luca Mibelli: La Germania nn li adotterà perché sennò "c'è l'inflazzzzione"... Cmq Marco nn sn così d'accordo cn te. Per me un po' di mercato lo perderanno (anche solo abbattendo il cuneo fiscale o le tasse sui dipendenti a carico delle imprese, quanto si potrebbero abbassare i prezzi finali?), il vantaggio più grosso sarebbe che mantengono i crediti in euro, anziché in valute svalutate, e quindi nn va all'aria il sistema bancario.

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    2. Perderanno un po' di mercato perché migliorerà la competitività dei PIIGS (che adottano i CCF) ma in compenso riprenderanno le esportazioni nei loro confronti, e le due cose all'incirca si compensano. Mentre l'ENORME vantaggio per la Germania, ripeto, è che NON si verifica il ritorno al marco e la perdita di competitività nei confronti di tutto il mondo extraeuro. Oltre, naturalmente, a non subire la svalutazione dei crediti.

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    3. @Antonio Di Stefano giusta la risposta di Luca Mibelli: se vuoi formularla in modo più "paludato", loro non hanno un'economia depressa, per cui non ha senso che spingano ulteriormente la domanda (effettivamente sarebbe inflazionistico). I PIIGS sottrarranno alla Germania un po' di commercio internazionale, ma la loro domanda interna riprenderà e la Germania ritornerà ai volumi di export precrisi anche verso il Sud Europa: le due cose si compensano, non c'è danno per la Germania.

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    4. Giorgio Schembari: Luca Mibelli, se per i CCF dobbiamo aspettare il permesso della Germania ... stiamo freschi. Io non ci conterei, essi porterebbero comunque alla lenta ma inesorabile sconfitta della Classe politica attuale Tedesca e Italiana, è come chiedere al condannato se preferisce morire lentamente o tutto d'un colpo. I CCF si attuano SUBITO e SENZA CHIEDERE PERMESSI, magari in sordina e cercando il consenso tra i compagni di sventura (Francia, Spagna, Portogallo, Grecia) ... e poi, forse, quando la cosa già funziona, si chiede il permesso alla Germania, per pura cortesia di facciata ... e vediamo se hanno il coraggio di dirci di no. Manca "solo" l'ingrediente principale: un Governo Sovrano che faccia l'interesse dei cittadini.

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  4. Si potrebbe creare un'Istituzione pubblica di assegnazione trasparente dei CCF? Essi circolerebbero solo in forma elettronica, garantendo la tracciabilità dei movimenti e l'assenza di un loro impiego in tentativi di evasione fiscale.
    in caso di tesaurizzazione dovrebbero prevedere un tasso negativo che pian piano li azzera (6-7% mese)... infatti, per chi è politicamente contrario, potrebbe boicottare il progetto: cosa accadrebbe se i CCF fossero "intercettati" e tesaurizzati per due anni, impedendone artatamente la circolazione e portandoli all'incasso alla scadenza?
    I CCF sarebbero una sorta di Banca dei Trasferimenti, adottata nella Repubblica di venezia nel '500, cioè un semplice sistema basato su contabilità a partita doppia, con emissione iniziale a "saldo negativo iniziale" dello Stato
    L'istituzione ad hoc potrebbe prevedere emissioni a circolazione limitata (es in ambito regionale) per dare impulso all'economia locale, in aree particolarmente depresse. il creditore di tali CCF sarebbe la Regione/Comune con la loro quota di imposte.
    l'emissione dei CCF sarebbe pubblica vero?

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    1. volevo precisare che il decumulo del 6-7% (tasso negativo) si potrebbe applicare solo in caso di possesso in mano allo stesso soggetto per almeno un mese. Favorirebbe la circolazione del CCF.
      grazie

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    2. L'emissione dei CCF sarebbe assolutamente pubblica, certo. L'emittente è lo Stato italiano. E' una forma di moneta nazionale ad utilizzo differito.
      Sugli altri punti, vedi la risposta al post precedente.

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  5. la mia opinione in merito all'argomento è che bisognerebbe fare entrambe le cose: uscire dall'euro ed emettere CCF.
    elena.

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    1. Una possibilità molto concreta è: oggi si introducono i CCF. Via via che i contratti in euro scadono - contratti di qualsiasi tipo, affitti, mutui, debito pubblico, rapporti di lavoro - i nuovi vengono stipulati non più in euro ma in CCF - il che equivale a dire in moneta nazionale.
      In pratica: si evita la rottura secca dell'euro, si introduce lo strumento monetario nazionale in affiancamento (ma ottenendo subito tutti i vantaggi consentiti dalla sovranità monetaria) e, nel giro di pochi anni, l'euro cessa di essere utilizzato (salvo per qualche rara transazione finanziaria o di altro genere).

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  6. Condivido l'idea di trovare una strada per una moneta parallela, anche se non so sei sia compatibile con l'appartenenza all'Eurozona. Su questo punto si dovrebbero fare approfondimenti.
    Ritengo sia utile tuttavia proporre questo nuovo strumento "a riscossione differita", come "buono di lavoro". Lo stato emetterebbe (in base ad un importo massimo da definire) "buoni orari di lavoro" (pari al valore di 10 euro) da assegnare a chiunque è disposto a fornre prestazioni lavorative nell'ambito dei programmi che la pubblica ammnistrazione ritiene prioritari e che contribuiscono a migliorare lo Stato del nostro Paese (l'elenco sarebbe ampio e non è il caso di dilungarsi). Questi buoni erogati in base alle ore effettivamente lavorate e controllate dall'organismo pubblico che è responsabile della realizzazione dei programmi sarebbero subito spendibili per l'acquisto di beni e servizi e non rifiutabili dalle imprese che operano sul territorio nazionale. Le imprese sarebbero autorizzate a pagare le ore straordinarie e i premi aziendali/extra legati alla produttività e ai risultati aziendali con buoni di lavoro, altrettanto spendbili in beni e servizi. Ovviamente, dopo due o tre anni, tali buoni possono essere utilizzati per il rimborso di tasse, multe, pagamenti di servizi alla pubblica amministrazione. Rispetto alla proposta di CCF, quella dei buoni di lavoro avrebbe un più diretto controllo di priorità dei programmi di intervento che possono consentire di diminuire i costi del Paese: costo energetico, sviluppo della ricerca, innovazione nelle infrastrutture, investimento nella cultura etc. Anche i mercati potrebbero apprezzare il sostegno alla domanda interna che rafforza un circuito virtuoso del PIL e nello stesso tempo è funzionale a superare gli handicap di sistema che solo l'operatore pubblico può gestire. Cosa ne pensate?

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    1. Mi sembra un concetto assolutamente valido, da utilizzare però in congiunzione (non come alternativa) ai CCF - in quanto un aspetto fondamentale del progetto CCF è destinarli, in parte, a sgravare l'onere effettivo delle aziende per costi di lavoro. Diversamente non ci sarebbe riequilibrio di competitività Italia vs Nord Eurozona e questo produrrebbe sbilanci nei saldi commerciali.
      Quanto alla compatibilità con l'appartenenza all'eurozona, il tema è in ultima analisi politico... tecnicamente è possibile, mentre per definizione questa possibilità non esiste adottando l'unica reale alternativa - la spaccatura dell'euro...

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  7. A proposito di buoni di lavoro, competitività ed equilibrio con l'estero.
    A mio avviso, per l'equilibrio estero, i buoni migliorebbero la competitività delle imprese perchè tutto ciò che deriva dal ciclo (punte di domanda internazionale, esigenze di flessibilità produttiva etc.) sarebbe al presente sopportato/sostenuto a "costo pari a quello di produzione" per le imprese stesse (pagando le remunerazioni straordinarie dei lavoratori addetti con buoni lavoro incassati dalla vendita di prodotti) e non sarebbe una distorsione della concorrenza in quanto il sistema della circolazione e dell'utilizzo dei buoni-lavoro sarebbe fruibile da tutte le aziende operanti in italia. Dal punto di vista finanziario, lo Stato potrebbe ripagare, anche con una certa gradualità l'impegno con una revisione delle spese e con l'acquisto di tempo per riformare l'apparato pubblico, in epoca congiunturale sperabilmente migliore dell'attuale.
    Ovviamente occorre la volontà politica e la forza di andare in questa direzione.

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    1. Da valutare, così come la possibilità di convertire, al momento dell'avvio del progetto (su base volontaria ma con i giusti incentivi) una parte del debito pubblico espresso in euro, in CCF a più lunga scadenza.

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