La rottura dello
SME, avvenuta nel settembre del 1992, ha creato problemi a una serie di
cittadini e di aziende italiane che avevano contratto indebitamento in valuta
straniera (principalmente ECU, marchi, fiorini, franchi svizzeri).
In realtà
indebitarsi in valuta è una scelta perfettamente ragionevole se si svolge
un’attività che produce redditi espressi in quella stessa valuta, e/o se ci si
indebita per effettuare in investimento, ancora una volta, in quella valuta. E’
in effetti una forma di copertura del rischio di cambio.
Quindi è
ragionevole assumere debito in dollari per un’azienda che esporta negli USA, o
in franchi svizzeri per un privato che compra casa a Lugano o a Interlaken.
Diversamente, un’azienda
o un individuo che si indebita in una moneta “forte” effettua invece un’operazione
speculativa. Scommette, in altri termini, sul fatto che la sua valuta di
riferimento non si svaluterà rispetto a quella in cui si è indebitato – o non
in misura superiore al risparmio di interessi che nel frattempo si ottiene.
Chi aveva assunto
debiti in franchi svizzeri o in ECU per comprare casa in Italia, pagando, ai
tempi, il 3% invece dell’8% o qualcosa del genere, consapevolmente o no aveva
assunto un rischio di cambio. A qualcuno, va detto, è andata bene, perché aveva
finito di pagare il mutuo (o la sua maggior parte) prima della rottura dello
SME.
Molti altri si sono
invece trovati nei guai. Sfortunati, si disse ai tempi, ma anche ingenui.
Ora, un aspetto
paradossale dell’ingresso italiano nell’euro è che lo stesso tipo di ingenuità,
su scala enormemente maggiore, è stato commesso dalla classe politica italiana
di allora – i Ciampi, i Prodi, gli Amato. Che hanno creduto di risolvere il
problema dell’alto debito pubblico italiano convertendolo in una moneta più
forte – l’euro – e quindi con tassi d’interesse inferiori.
Ancora nel 2005, stando a questo articolo, Ciampi continuava a “tirare fuori dalla giacca un
foglietto che gli è caro fin dall’ormai lontano 1998, che continua tuttora ad
aggiornare e dal quale non si separa mai. E’ il grafico sull’andamento dei
nostri tassi d’interesse, che allora ci consentì di tagliare il traguardo di
Maastricht, e che ancora oggi, nonostante il preoccupante riaprirsi della
forbice tra i rendimenti dei BTP italiani e dei Bund tedeschi, ci consente di
risparmiare decine di miliardi di euro.”
Chissà se quel
foglietto Ciampi lo tiene ancora in tasca. Sospetto, tra parentesi, che i
calcoli fossero basati su ipotesi molto discutibili.
Ma comunque, l’insigne
ex presidente ha commesso (e fatto commettere al suo paese, ahinoi) la stessa
ingenuità di chi prima nel 1992 aveva contratto il mutuo in ECU: pensare che il
risparmio di interessi fosse un vantaggio, senza tener conto che si convertiva il
debito da moneta debole a moneta forte…
La stessa
ingenuità ? no, in realtà l’errore è stato MOLTO peggiore. Perché un mutuo in
lire o un mutuo in ECU sempre debito erano. Certo, l’ECU-mutuatario si prendeva
un rischio di cambio. Certo, forse l’ha fatto senza
consapevolezza. Ma l’operazione poteva anche risultare positiva, e per qualcuno
(per chi l’ha estinta prima del settembre 1992) lo è stata.
L’Italia, entrando
nell’euro, ha sostituito un debito espresso in moneta nazionale con un debito
espresso in moneta estera. Un debito in lire che la potestà statale di
emissione consentiva SEMPRE E COMUNQUE di rimborsare – in effetti non un debito,
ma uno strumento monetario: un deposito a termine presso il Tesoro nazionale -
è diventato UN DEBITO VERO…
L’errore è stato catastrofico. La buona notizia è che è risolvibile. La cattiva notizia è che il governo italiano non pare,
ancora, essersene reso conto.
Ho letto solo ora il tuo articolo. E' stupefacente come, leggendo del medesimo argomento da fonti diverse, si riesca ogni volta a capire qualcosa in più. Tu hai la notevole capacità di uscire dall'ovvio, ed esprimerti con una metodologia, anche un lessico, inusuali. Complimenti. Claudio Zanasi.
RispondiEliminaIl lessico è il più semplice che mi riesce, nient'altro :)
EliminaIn quanto a lessico direi che da tempo hai scavalcato, in senso positivo, la famiglia Angela, permettendo a molti di capire qualcosa in più della pseudoscienza economica. Io però sostituirei la parola "ingenuità" riferita ai ciampi, prodi, amato con la più propria espressione di "malafede". Perchè è impossibile credere alla totale imbecillità di persone con i loro curricula...
RispondiEliminaÈ un sospetto legittimo. Concedo il beneficio del dubbio. E del resto tra incompetenza e malafede non so cosa sia peggio...
EliminaL'incompetenza, senza alcun dubbio.
EliminaVoglio solo ringraziarti per l'impegno di anni che spero venga seguito sempre da piu' persone. Grazie e ti rinnovo mia grande e immutata stima.
RispondiEliminaMarco Riccardo d'Amato
Grazie a te !
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