Se la politica
andasse a logica, tutte le forze politiche italiane dovrebbero convenire:
Uno, che manca
qualsiasi volontà, condivisa tra gli Stati, di riformare i meccanismi di
funzionamento dell’Eurosistema.
Due, che di
conseguenza il primo e indispensabile passaggio per risolvere l’Eurocrisi e per
rilanciare l’economia italiana è emettere uno strumento monetario nazionale, complementare
all’euro. Senza rompere il sistema, ma per iniziativa unilaterale.
Tre, che il progetto Moneta Fiscale è, tra le idee che circolano, quella meglio definita,
più efficace, e di più rapida applicazione.
Chi mette davanti
a tutto l’obiettivo (per quanto chimerico) dell’unità politica europea teme che
la Moneta Fiscale farà saltare, come un grimaldello, l’intera costruzione.
Ma la
costruzione oggi (anzi da parecchi anni) rischia continuamente di franare, e
comunque non è in grado di fare alcun passo avanti. E sarà così finché, in
primo luogo, non saranno ripristinate le condizioni di corretto funzionamento
dell’economia. O altrimenti, finché non arriverà la frana…
Per il break-up “secco”,
d’altra parte, è schierata solo la destra a trazione Lega. Che peraltro condivide
il passaggio dello strumento monetario a base fiscale, come tappa intermedia per l’uscita totale dall’Eurozona.
La destra peraltro
modificherebbe (credo) la sua posizione sull’indispensabilità del break-up, se
le disfunzioni dell’Eurosistema venissero corrette. Cosa che al momento ritiene
politicamente impossibile. Ma l’applicazione del progetto Moneta Fiscale smentirebbe
questa opinione (al momento plausibile, non si può negarlo).
Se la politica
andasse a logica, la prossima coalizione di governo metterebbe la Moneta
Fiscale al centro del suo programma. Quale che sia la coalizione. E fatte salve
idee migliori, se ce ne sono (ma dove sono ?)
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