Il governatore
della Banca d’Italia ci ha fatto sapere, giusto ieri in sede di "considerazioni
finali" al termine dell’assemblea dell’Istituto, che forse forse tutto sommato
affidare all’Unione Europea la gestione delle situazioni bancarie problematiche
non è stata questa grande idea.
Cito testualmente:
La gestione delle banche in crisi “richiede tempi rapidi e stretta cooperazione
tra i soggetti coinvolti. Sono queste le modalità che in passato hanno
consentito in Italia di superare fasi di tensione, anche gravi, senza danni per
i risparmiatori e per il sistema creditizio nel suo complesso”. Ma le cose
nella UE vanno diversamente: “Gli interventi in caso di crisi sono affidati a
una molteplicità di istituzioni, nazionali e sovranazionali, tra loro
indipendenti, con processi decisionali poco compatibili con la rapidità degli
interventi. Manca un’efficace azione di coordinamento”.
Fosse solo un
problema di coordinamento…
Dov’era il buon
Ignazio quando si approvava la normativa sul bail-in, che ha reso i depositi
bancari insicuri e non garantiti, situazione che nei paesi economicamente
evoluti non esisteva più dagli anni Trenta ? (qualcuno dirà: ma c’è la garanzia
del fondo interbancario fino a 100.000 euro. Ma ci sarà la garanzia a livello
di Eurozona. Peccato che il fondo interbancario è senza soldi, e per la garanzia
comune eurozonica siamo in alto mare, anzi totalmente in mezzo all’oceano, riguardo ai
tempi di attuazione. Mentre la normativa bail-in è già operativa).
Ma prima ancora,
dov’era quando si approvava il Fiscal Compact e si introduceva il pareggio di
bilancio in Costituzione, che comporterebbero per l’Italia (uso il
condizionale perché c’è ancora la speranza che non si arrivi a questi livelli
di follia) ulteriori manovre di bilancio procicliche, affondando PIL e
occupazione, e innescando una nuova ondata di fallimenti e di insolvenze
?
E prima del prima,
dov’era quando l’Italia si spossessava della facoltà di emettere moneta – che è
la leva d’azione fondamentale per gestire situazioni problematiche,
nell’economia in generale e nel sistema bancario in particolare ?
Certo, meglio
svegliarsi tardi che continuare a dormire. Ma il risveglio di Visco – che
avviene oggi nel momento in cui a rischio sono gli istituti di credito, finché
era “solo” un problema di aziende e cittadini i vertici di Bankitalia si
facevano sentire ben poco – non risolve nulla, se non vengono identificate
proposte e soluzioni: e se non vengono caldeggiate con la massima energia.
Moneta Fiscale e
CCF sono vie note e percorribili. Nonché applicabili anche alla messa in sicurezza del sistema bancario. Non è troppo tardi, per Bankitalia, per sposare
con forza il progetto, e per appoggiare l’azione delle forze politiche disponibili
a metterlo in atto.
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