lunedì 2 ottobre 2017

Mi dice un imprenditore


“Ho macchine e operai per produrre il 50% in più di quanto faccio attualmente. E poi parlano di inflazione.

E quanto alla produttività, l’incidenza dei costi fissi cala via via che aumentano le quantità prodotte e vendute. I prezzi, anche con quella crescita di domanda e di produzione, non li toccheremmo per cinque anni almeno”.

Questo è un imprenditore (mi scuso se non ne cito il nome, è un contatto twitter e mi sono segnato le sue affermazioni scordando però di prendere nota dell’autore)

questo è UN imprenditore, dicevo, ma la sua situazione è quella in cui si trovano UN NUMERO ENORME di imprenditori – e quindi di aziende - italiani.

In quattro righe, da quanto sopra, emerge che:

uno, ci troviamo in una crisi di DOMANDA

due, introdurre nell’economia italiana un maggior livello di domanda comporta automaticamente di recuperare produttività e competitività, senza bisogno di (vaghe e fumose, quando non controproducenti) “riforme strutturali

tre, non c’è da preoccuparsi dell’inflazione fino al momento in cui non si è rimessa al lavoro, quantomeno in larga parte, la capacità produttiva oggi inutilizzata.

“Capacità produttiva inutilizzata” che significa disoccupati e sottoccupati, impianti fermi o che lavorano a mezzo servizio, capannoni che ospitano quattro linee produttive dove si potrebbe tranquillamente farne lavorare sei.

Significa, soprattutto, disoccupazione doppia rispetto al 2007, persone in povertà assoluta triplicate (tre milioni in più), enorme, ingiustificato, inaccettabile disagio sociale.

Tutti problemi che possono essere avviati a soluzione SUBITO, e risolti in pochi anni.


7 commenti:

  1. Dino Kaliman: Questo è un discorso politico, perché sottoporre anche l'economia reale ai capricci dell'economia finanziaria- quella delle borse e delle scommesse fuori dai mercati regolamentati- quella che determina la crisi dopo il boom. Tutte quelle realtà di capannoni, impianti, strutture di risorse umane, perché accettiamo che siano da utilizzare al 50% e molte a perdere- pensate all'idiozia di essere costretti a far cadere i tetti per non poter permettersi di pagare una tassa, perché assoggettarsi a questi comportamenti che anni or sono li avremmo classificati : Cose da matti?

    RispondiElimina
  2. Oltretutto oggi l'inflazione alta è molto difficile da raggiungere in un Paese industrializzato. Nel senso che la velocità di produzione è molto superiore di quella del 900. Quindi lo spettro dell'inflazione viene invocato in malafede giusto Dott. Cattaneo ?

    Andrea

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oggi viene invocato senza fondamento perché le potenzialità produttive delle economie sono ben lontane dall'essere pienamente sfruttate, e questo è particolarmente vero per l'Italia. Se per "velocità di produzione" intende la produttività per ora lavorata, naturalmente è molto più alta rispetto a 50 o 100 anni fa, ma non è quello che tiene bassa l'inflazione. E' la carenza di potere d'acquisto in circolazione che impedisce al livello generale di prezzi di aumentare significativamente.

      Elimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. Anche la mia società di Software ha i prodotti innovativi (per il Cloud) ma mancano i Clienti a cui venderli.
    Assumerei se ci fosse un alito di speranza ....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E basterebbe introdurre un po' di potere d'acquisto in più nell'economia...

      Elimina