Piccolo
addendum a un post di qualche giorno fa - addendum non (troppo) tecnico ma credo
utile per mettere ulteriormente a fuoco la natura non debitoria dei CCF.
S’è visto che i
buoni sconto emessi da un’azienda di distribuzione non rientrano
nell’indebitamento finanziario. In effetti non sono indebitamento a nessun
titolo: i principi contabili internazionali (gli IFRS, International Financial
Reporting Standards) non prevedono nemmeno che debbano essere registrati a
bilancio.
Nel momento in
cui avrà luogo un’operazione di vendita, e il compratore presenterà il buono
sconto per ottenere una riduzione del prezzo rispetto al listino, l’azienda di
distribuzione registrerà un fatturato pari all’effettivo corrispettivo pagato.
Tutto qui.
Del resto, lo
stato di salute finanziaria di un’azienda di distribuzione dipende,
naturalmente, anche dall’ammontare del suo indebitamento. Ma si parla
dell’indebitamento che tale effettivamente è: del debito, in altri termini, che
deve essere rimborsato in moneta.
Un’azienda di
distribuzione non va in insolvenza perché ha emesso buoni sconto. I buoni
sconto sono uno strumento di promozione delle vendite. Può essere, a questo
scopo, più o meno efficace: ma non incrementa il rischio finanziario
dell’emittente.
Avete mai
sentito parlare di una catena di supermercati fallita per aver emesso troppi
buoni sconto ???
Lo stesso vale
per i CCF. Ed è quindi perfettamente coerente e comprensibile che Eurostat non li consideri debito finanziario.
E del resto,
l’architettura dell’Eurosistema è finalizzata a limitare il rischio di
insolvenza degli stati membri. Il Fiscal Compact richiede che tutti gli stati membri
dell’Eurozona raggiungano il pareggio di bilancio e riducano, gradualmente ma
regolarmente, il rapporto tra debito pubblico lordo e PIL fino al 60%.
Lo scopo di
questa richiesta è limitare il rischio che singoli stati possano non essere in
grado di rifinanziare il proprio debito pubblico, con le prevedibili
conseguenze in termini di instabilità e di turbolenze finanziare.
Se uno stato
emette CCF e produce una ripresa di produzione, occupazione e PIL, mantenendo nello
stesso tempo in equilibrio il saldo tra incassi e pagamenti in euro, ed
evitando quindi qualsiasi incremento del debito pubblico (quello VERO, quello
che realmente è debito: quello da rimborsare in euro) le finalità del Fiscal
Compact risultano conseguite.
Con il “piccolo”
effetto collaterale di avviare una significativa ripresa dell’economia, e di
risolvere, finalmente, le pesantissime disfunzioni dell’Eurosistema…
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