mercoledì 28 novembre 2018

Sterili atteggiamenti di sfida


Mi era sfuggito un commento apparso pochi giorni fa (22.11.2018) nel sito Eurointelligence.com, gestito da Wolfgang Munchau (editorialista del Financial Times e, di tanto in tanto, anche del Corriere della Sera).

Non so se l’autore del commento sia Munchau stesso (un europeista critico, favorevole al processo di integrazione ma con forti dubbi sul modo in cui lo si sta ponendo – o non ponendo - in atto). Alcuni collaboratori del sito (gli articoli non sono firmati) hanno posizioni maggiormente pro-UE rispetto a Munchau.

Ad ogni modo, un passaggio su cui riflettere è il seguente.

“Abbiamo segnalato, in passato, che esistono strategie intelligenti per sfidare la UE e le sue troppo rigide regole fiscali. Può essere fatto alla maniera francese, oppure è possibile espandere la spesa mediante vouchers che agiscono come una moneta parallela. Quello che non si può fare è ignorare le regole, e non fare altro. Un atteggiamento di sfida puro e semplice non funziona”.

La “maniera francese”, per intenderci (ma si potrebbe chiamarla, ancora più appropriatamente, “maniera spagnola”) è presentare una previsione che rispetta le regole, sapendo in partenza che a consuntivo si sforerà. Rispetto formale e violazione sostanziale, in altri termini.

I vouchers citati come alternativa possono invece prendere la forma dei Certificati di Credito Fiscale, ben noti ai lettori di questo blog: strumenti utilizzabili per effettuare un’azione espansiva sull’economia, senza incrementare il Maastricht Debt.

Effettivamente, il governo italiano per ora non ha fatto né l’una né l’altra cosa. Ha presentato una legge di bilancio che comporta una modesta (e comunque insufficiente) azione espansiva, affermando che violava le regole ma che la violazione era necessaria e giustificata.

Quest’ultima affermazione è corretta, ma la sua correttezza non è, di per sé, d’aiuto. Il clamore mediatico e le turbolenze di mercato che si sono generate hanno, sicuramente, complicato la situazione.

Munchau (o chi per esso) ha ragione quando afferma che l’atteggiamento di sfida dal punto di vista tattico non paga (magari invece porta consensi elettorali, ma da un certo momento in poi conteranno i risultati, non le sensazioni del momento).

Naturalmente la via che preferisco è quella dei vouchers, altrimenti detto dei CCF, che tra l’altro evita le ipocrisie dell’alternativa “franco-spagnola”. E, soprattutto, consente di avviare la ripresa dell’economia riducendo – in contemporanea – la dipendenza dai mercati finanziari.

Era meglio partire fin da subito così: toni sfumati, e lanciare i CCF.

E’ andata diversamente, e il passato non si può cambiare. Da qui in poi, tuttavia, è fondamentale correggere il tiro.

Lo spiegavo qui, e ne sono sempre più convinto.


68 commenti:

  1. Ma il governo non ha nemmeno violato le regole.. non dovrebbe superare il 3% per violarle? (Poi lo so che anche se lo facesse non sarebbe la strada migliore..)

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    1. Le regole sono così tortuose e bizantine che la commissione UE trova sempre il moto di affermare (se vuole) che una violazione c'è stata. Nello specifico (se ho ben capito e per quello che rileva…) riguardo al ritmo di riduzione del debito e al "deficit strutturale" (misurato da loro in modo ESTREMAMENTE discutibile, ma tant'è).

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    2. Quindi è chiaro che anche la tattica alla spagnola avrebbe avuto lo stesso esito.. vorrei proprio vedere che si inventerebbero per i ccf.. ne sarebbero capaci anche se non potrebbero farci un granché

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    3. Ma non l'ha avuta con la Spagna. Il punto è che l'Italia ha presentando una manovra DICHIARANDO che violava le regole. Invece vanno introdotti i CCF affermando che si sta rispettando tutto (il che è 100% vero).

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    4. Il punto di dichiarare di violare le regole senza essere preparati è quello che mi fa dubitare del governo.. se almeno avesse GIÀ ORA introdotto almeno quelli. Voglio dire l'hanno fatto per dimostrare che l'Ue è inamovibile, ma cosi facendo danneggiano noi e loro stessi se non preparano contromisure (a meno che non si debba pensare male già dall'inizio..)

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    5. Capisco i dubbi. Io non posso fare altro che suggerire che cosa farei da ora in poi… il passato non è modificabile.

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    6. Intendiamoci non ho ancora completamente perso speranze.. ma se fra pochi giorni il governo firma il Global Compact, vuol dire che sono collusi con la finanza internazionale.. ovviamente spero che NON sia così !

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    7. Se ho ben capito oggi hanno dichiarato che non si va a Marrakech (e quindi non si firma, suppongo…).

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    8. Beh una buona notizia allora.. d'altronde sarebbe stata troppo grossa e palesemente chiara anche per chi riponga fiducia totale.

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  2. Quello che non riesco a spiegarmi è il perché di tanta indifferenza verso il progetto. Vero è che il sito della Banca d'Italia ha forzato il concetto affermando che i CCF sarebbero il riconoscimento di un debito, mentre i crediti di imposta no (assurdo!), ma cosa ci si può aspettare da un Istituto di emissione diventato proprietà di banche di proprietà estera? Anche sulla sovranità monetaria detto Istituto afferma che la sovranità è costituita dal solo rendimento del denaro creato dal nulla. Ma cosa è il nulla che si trasforma in strumento di acquisto?
    Quindi il mio auspicio è quello di andare avanti sui CCF, altrimenti non ci rimane che creare un ente intermedio privato, al quale attribuire questa facoltà. Se il riconoscimento è di una struttura privata il CCF del privato non potrà essere assimilato al debito pubblico!

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    1. Non ha nessun senso, e non è minimamente difendibile, far rientrare i CCF nel debito pubblico, qualsiasi cosa dica Bankitalia. Vedi il post del 15.12.2017.

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    2. Il problema per me è scarsa decisione politica, non il commento Bankitalia che considero, come scritto anche si fra parentesi, assurdo. Ho fatto l'ulteriore aggiunta per superare l'eventuale "timore politico" allo scritto della banca centrale, che non riconosce l'emissione monetaria una prerogativa della sovranità. SE proprio i politici non volessero andare avanti potrebbero affidare questo a un ente privato e perciò non avrebbero da affrontare nulla. Questo ente privato poi potrebbe anche essere incaricato di quello che ho indicato nella successiva riflessione. Ancora meglio, avremmo più fondi a disposizione.

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  3. Se questa struttura privata fosse un'associazione di privati cittadini i quali decidessero di scambiarsi le merci senza utilizzare l'euro? ancora meglio! aumenteremmo i mezzi a disposizione anche per ridurre le imposte q qunat'altro in cantiere senza dover sforare nemmeno il pareggio di bilancio

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    1. Sì, ma lo Stato dovrebbe comunque impegnarsi all'accettazione a fini fiscali.

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    2. Giusto, ma siccome gli interlocutori sono quello che sono, in quest'altro modo vorrei vedere quale obiezione potrebbero tirar fuori. Già mi sembra esagerato avere dei dubbi sull'indifferenza (ai fini del deficit) tra la situazione attuale e quella della creazione dei CCF!

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  4. Non mettete sullo stesso piano i parametri del debito derivanti dal fiscal compact e two pack ( quindi esplicitati nel trattato) con gli squilibri del surplus tedesco che sono semplici indicatori non aventi rango primario e soprattutto privi di automatismi( nel caso del surplus).

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    1. Che non comportino automatismi è un'ennesima stortura del sistema. In realtà sono, oltre certi livelli, estremamente destabilizzanti. Vedi il post del 3.11.2017.

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  5. Non metto in dubbio che siano destabilizzanti,mi riferivo al lato tecnico-giuridico.
    Prova a chiederti come mai gli Stati non portano all'esame della Corte di Giustizia l'infrazione della Germania?...perchè immaginano già l'esito della sentenza.
    La Commissione è custode dei trattati,noi li abbiamo accettati aderendo ad essi con innumerevoli leggi di ratifica e costituzionalizzando i nostri impegni.
    Tutto il resto(giuridicamente parlando) sono soltanto chiacchiere e distintivo.

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    1. A me pare che lo cose stiano un po' diversamente: la Germania non rispetta nulla (se non gli torna comodo) e però pretende (o meglio spinge la commissione UE a pretendere) il rispetto di regole che spesso e volentieri sono interpretazioni estremamente estensive, per non dire totalmente arbitrarie, di trattati e regolamenti.

      Poi rimane il dato di sostanza: tutti i trattati nella storia sono stati a un certo punto disconosciuti, quando la loro ragion d'essere e la loro applicabilità è venuta meno.

      Fermo restando che, comunque, con i CCF io sto proponendo una via che trattati e regolamenti li rispetta...

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  6. Domanda: il fiscal compact è un regolamento intergovernativo giusto? Ma per essere abolito richiede l'unanimità come un Trattato? Sono furbi questi..

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    1. No, è un trattato, anche se non è parte del corpus dei trattati UE (e giusto oggi il parlamento UE si è ulteriormente pronunciato contro il suo inserimento in tale corpus).

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  7. Esatto,è un trattato e non è parte del corpus dei trattati UE.
    La Germania non rispetta ciò che la Commissione dice di non rispettare,in base a 14 indicatori e ripeto ha questa discrezionalità che gli deriva dal principio di attribuzione del trattato UE,la Commissione in sostanza è un'autorità,però,ripeto come mai lo Stato italiano non adisce la Corte di Lussemburgo( e potrebbe farlo per chiedere conto delle supposte violazioni della Germania)? Infine la Commissione ha un membro per ogni Stato della UE,se pretende riesce a farlo perchè altri lo permettono,le decisioni sono prese in modo democratico.

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    1. "Come mai lo Stato italiano non adisce la Corte di Lussemburgo (e potrebbe farlo per chiedere conto delle supposte violazioni della Germania) ?" Perché sarebbe perfettamente inutile. La procedura richiederebbe anni e, in caso di esito favorevole, mancando uno strumento di "enforcement" la Germania semplicemente non rispetterebbe la sentenza.

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  8. Ieri Travaglio su La7 dalla Gruber diceva che Berlusconi quand'era al governo si vantava in Europa che in Italia abbiamo il 40% di lavoro nero, e che in realtà la disoccupazione è molto più bassa, se fosse vero e i dati fossero realistici la disoccupazione sarebbe veramente molto più bassa !! ??
    Luca il PATRIOTA

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    1. In realtà Berlusconi diceva soprattutto che il PIL è più alto per via del nero, dimenticandosi che le cifre del PIL includono anche il nero ! comunque la disoccupazione (e il precariato - non dimentichiamoci che il lavoro in nero è precario per definizione) sono enormemente più alti ora rispetto a prima della crisi.

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  9. Io sono d'origine meridionale, ma sono nato e cresciuto a Milano, di cui sono orgogliosamente cittadino, la nostra città che è già una delle migliori in Italia, come potrebbe essere migliorata, è anche la Capitale Mondiale della Moda, essendo la città più moderna del paese con la miglior moda e stile del mondo !! ??
    Luca il PATRIOTA

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    1. La ripresa dell'economia italiana è la via migliore anche per rendere Milano ancora più bella e importante.

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  10. La moneta di Stato di cui parla Galloni è come il ccf? Potrebbe lo Stato emetterla senza infrangere i trattati?

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    1. Per non infrangere i trattati deve essere un titolo a utilizzo fiscale, ad accettazione volontaria da parte del pubblico. Penso quindi che Galloni abbia in mente una cosa analoga ai CCF.

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    2. Penso anche io comunque mi riferisco alla moneta positiva citata da Galloni alla conferenza alla Camera insieme a lei..

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    3. Galloni non entra mai in dettagli tecnici sulla proposta (almeno a quanto mi risulta).

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  11. Complimenti per il suo intervento alla Camera👍

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    1. Grazie ! ne deduco che è disponibile il video su Byoblu...

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  12. Qui mi sa però che più tempo passa e più le speranze si riducono... sarebbe almeno interessante avere una risposta ufficiosa in cui viene spiegato perché non vogliono seguire questa strada.

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    1. Non credo che ci saranno mai risposte ufficiose. Ci sarà la risposta dei fatti: si fa o non si fa.

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  13. Non si fa. Perché dovrebbero. A Salvini interessano solo gli elettori di Forza Italia che nell'euro ci sguazzano. Inoltre la Lega si è di nuovo venduta al sistema. Lo dimostra il fatto che i grandi giornali attaccano solo il M5S, allo scopo, descrivendo Salvini come il dominus del governo. Il M5S d'altro canto, è lo specchio della maggioranza degli italiani che non ha capito né lo farà mai del problema che l'Euro è per l'economia e la nostra democrazia, convinti che l'affare starebbe solo nei costi della politica, corruzione, legalità e illudendosi che possono riguadagnare giustizia sociale tenendosi stretti l'euro per vil paura. Aggiungiamo poi Tria spalla di Matterella, il governatore tedesco in Italia. Mini-BOT e CCF non si faranno mai. E' più che evidente. Dino

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    1. Beh Salvini gli elettori di Forza Italia se li è già presi. E dubito che sguazzino (quegli elettori) nell'euro…

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    2. Sig. DINO, due cose non tornano nel suo discorso:
      Che l'euro sia per l'economia e la nostra democrazia basta guardarsi attorno il nostro tessuto economico e seguire con un minimo di critica giornali e per intuire che vanno entrambe nella direzione opposta.
      La seconda cosa sarebbe che la maggioranza degli italiani vorrebbe tenersi l'euro per 'vil paura': basta fare la stessa operazione già sopra scritta per arrivare anche qui alla conclusione opposta.

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  14. Scherza? Forza Italia è fatta da gente che ci sguazza nell'Euro. Il motivo è che ci sguazza Berlusconi perchè a Mediaset conviene la Monetona. Quanto agli elettori, Salvini se li vuole prendere e sta lavorando tuttora per questo. I sondaggi non significano nulla, non fotografano un fatto. DINO

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    1. A Berlusconi forse conviene la monetona, ma non ci giurerei, sarebbe uscito e l'hanno fatto cadere per questo, nel 2011. In realtà non è che gli conviene: piuttosto, è troppo colluso e ricattabile. Ai suoi elettori, non conviene.

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    2. Ma allora è vero o no che le azioni delle aziende di B in borsa persero di valore e rischiava quindi la bancarotta nel golpe 2011 ?

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    3. No, il valore delle azioni non c'entra. Non rischiava il fallimento perché non era indebitato. L'arma di ricatto furono le indagini giudiziarie.

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    4. E forse anche le minacce di revoca delle concessioni TV, o comunque di modifica in senso sfavorevole.

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  15. Ho letto la storia dello stemma della Ferrari ed è enigmatica: ci sono diverse versioni, una che è la preferita degli esterofili e dei tifosi della Porsche, dice che il cavallino rampante ha origini tedesche in quanto l'asso dell'aviazione italiana nella 1a Guerra Mondiale abbatté un tedesco di Stoccarda la quale ha come stemma un cavallino rampante, questa è anche la versione del fondatore Porsche; una seconda versione più probabile è che l'asso dell'aviazione italiana Baracca prese spunto per creare il suo simbolo, s'ispirò al reggimento di cui faceva parte, la Reale Cavalleria Piemontese, poi la madre di Baracca cedette il cavallino rampante a Enzo Ferrari come portafortuna; un'ultima versione dice che: Ferrari o qualcuno vicino a lui chiese a un grafico di ristilizzare il cavallino rampante di Baracca e questo grafico s'ispirò a dei ricordini, foto del padre che aveva fatto il militare a Napoli o a Salerno, su queste foto c'erano dei cavalli Neapolitani, cavalli neri, bellissimi cui decise d'ispirarsi, secondo quest'ultima versione il cavallino rampante avrebbe origini napoletane, e in effetti il simbolo della provincia di Napoli è proprio un cavallino rampante nero su sfondo giallo, come quello della Ferrari, c'è da dire che questo simbolo è di Napoli da 700 anni ma che dappertutto in Europa ci sono simboli simili, la cosa più importante è che Ferrari produca e progetti in Italia e che sia sempre italiana e non venga americanizzata dagli Agnelli, sarebbe tragico che un simbolo dell'italianità diventasse americano ??? !!!
    Luca il PATRIOTA

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    1. Veramente tragico, sì. Speriamo non accada mai. Sulle origini del cavallino ho letto anch'io tante versioni...

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  16. Marco Cattaneo, a un'azienda il cui business si basa sull'acquisto di format televisivi dall'estero e pagamento di diritti per film provenienti dall'estero è ovvio che convenga la monetona euro. Che Berlusconi volesse uscire non è vero, nemmeno dimostrato, è una favola che si sta mettendo in giro adesso per rifarne la verginità. Io stesso non ricordo nessun atto in questo senso. E avrebbe potuto farne. Quindi io smetterei con questa storia di Berlusconi che voleva uscire dall'euro. Non è vero. Sul fatto della ricattabilità, lo è sempre stato. DINO

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    1. Una parte dei costi di Mediaset sono esteri, ma TUTTO il fatturato dipende da consumi e raccolta pubblicitaria, che l'eurosistema ha massacrato. Che Berlusconi nel 2011 volesse uscire è testimoniato da Zapatero, Bini Smaghi, Sinn, Geithner - e forse dimentico qualcuno.

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  17. Sta bene. Ma resto dell'idea che minibot e ccf non si faranno mai perché ai signori della lega e del M5S non interessa più di tanto venirne fuori, dall'euro, si sarebbero già mossi, e in più perché sanno benissimo che il popolo italiano è il primo a squagliarsi e a rigirarsi contro se si si andasse in "guerra" (questione di carattere). L'Italia resterà ben ancorata all'euro, fintantoché il castello stesso non si smonti per volere di altri (Germania, Francia, USA…), in tal caso ci si accoderà.
    Che i CCF non rompono il giocattolo son convinto, ma come lei sa ci vuol poco a mostrare le cose altrimenti: i giornali sono a disposizione. LaVoce.info lo ha già fatto di recente mettendo qualche giorno fa , nel sommario della newsletter inviata via mail, il link a un articolo di critica ai minibot e ai ccf peraltro un po' vecchiotto, segno che stanno già marcando il territorio (non si sa mai). Zapatero, Bini-Smaghi, Sinn, Geithner non rappresentano testimonianze credibili per me, in quanto contano solo i fatti, e questi Berlusconi non ne produsse nel 2011, quando invece avrebbe potuto farlo. DINO

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    1. Staremo a vedere. I media allineati all'establishment comunque non sono il problema, sono solo delle casse di risonanza degli interessi costituiti che vorrebbero proseguire come si è fatto in questi anni. Ma i tempi cambiano.

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  18. Ho visto il video della conferenza alla Camera con lei Zibordi ecc.. vorrei capire una cosa: lo Stato ha ancora la sovranità monetaria ma le uniche forme di moneta che può emettere sono le monete metalliche e la moneta elettronica che però NON possono essere ad accettazione obbligatoria (legal tender) ? È così ?

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    1. I Mefo bills funzionavano come i ccf? Cioè ci si poteva pagare le tasse dopo 2 anni ?

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    2. Risposta a domanda h 14.33: Anche i titoli (come i CCF). L'essenziale è che l'accettazione sia volontaria.

      Risposta a domanda h 16.13: Per i MEFO la dilazione di due anni non c'era, ma veniva pagato un interesse che disincentivava l'utilizzo immediato nei confronti della pubblica amministrazione (variante a cui abbiamo anche noi pensato per i CCF: le due cose possono essere combinate, peraltro, cioè si possono emettere i CCF in parte con dilazione e in parte con interesse. Vedi i post del 13.11.2015 e del 28.1.2016).

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  19. L'economia è una scienza esatta ? Io penso di no, ci sono troppe variabili !?
    Luca il PATRIOTA

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    1. Non lo è, anzi è molto dubbio che sia appropriato chiamarla scienza...

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    2. L'economia non è una scienza, come è definibile l'economia ?
      Luca il PATRIOTA

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    3. E' una disciplina professionale. Non c'è scienza dove non è possibile condurre esperimenti in condizioni controllate e ripetibili: e in economia, almeno nella maggior parte dei casi, non è possibile.

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  20. Perdoni il domandone (so che ci vorrebbe un trattato per parlarne): secondo lei la teoria del plusvalore di Marx è corretta e vale ancora ai giorni nostri? Basta che mi dica che ne pensa, grazie

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    1. A mio modesto avviso non era corretta né allora né oggi. Ciò detto, Marx è un pensatore importantissimo e di grande attualità, avendo teorizzato la tendenza del capitalismo all'instabilità cronica: tendenza che Keynes (e altri, ad esempio Kalecki) hanno mostrato come gestire e superare, ma che in certi ambiti politici oggi è di nuovo, purtroppo, in primo piano (ogni riferimento all'eurozona è totalmente voluto…).

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    2. Quindi possiamo comunque considerare Marx un grande scienziato sociale anche se come economista non ha indovinato tutto (era comunque una gran testa)

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    3. Sicuramente. Per intenderci, non credo alla teoria del plusvalore, cioè del valore costituito (solo) da lavoro incorporato, perché a parità di lavoro molti altri fattori - risorse naturali, doti e attitudini, pura e semplice casualità - determinano risultati spesso molto diversi. Ciò detto, rileggere e meditare su quanto ha scritto Marx è oggi più interessante che mai...

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    4. Altra domanda: fu sempre Marx a teorizzare la teoria del "terzo contenitore" cioè lo Stato che era necessario per immettere risorse finanziarie nel sistema economico poiché altri due cioè le imprese che producono i mezzi di produzione e quelle che producono i beni non bastavano ?

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    5. Anticipando quindi la finanza funzionale e la MMT ? in tutta sincerità, di questa angolatura del pensiero marxiano non ho mai sentito parlare.

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    6. Non so io l'ho letto in un vecchio articolo di Barnard.. le trascrivo un pezzetto dove ne parla. O magari è un'interpretazione di aernard leggendo Marx. "Marx qui si pianta. Cristo, ma come fa sto settore sfigato dei mezzi di produzione a fare profitti? Pensa che ti ripensa, Carlo ci arriva! Dice: evidentemente, siccome abbiamo detto che il profitto viene solo da un settore esterno al tuo, dove tu non gli paghi i salari o dove non ti tornano indietro i tuoi salari già pagati, allora da qualche parte ci sarà un settore esterno sia ai mezzi di produzione che ai prodotti di consumo, così che il primo, i mezzi di produzione, possa far profitti. E dove sta? Marx dice: sta nel governo, cioè lo Stato, oppure nelle altre nazioni estere. Marx chiama i 3 settori "dipartimenti"

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    7. Allora aveva intuito i saldi settoriali ! può essere...

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    8. Beh non mi stupirei era molto intelligente. Perlomeno il più grande insieme a Keynes e Kalecki (ovviamente loro due erano molto tecnicamente preparati). Tutti geniali di sicuro

      Ps Dovrebbero aggiornare molti testi economici su Marx se la cosa risultasse confermata :)

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  21. Buonasera dr. Cattaneo, ho seguito il video di tre ore sull'economia e moneta Positiva, ottima lezione di tutti i relatori! in quanto riporta fiducia nella intelligenza italiana, dimostrando che ancora esiste. Colgo l'occasione per farle una domanda di economia spicciola: una startup che non può accedere facilmente al credito bancario, potrebbe accedere a crediti fiscali, oppure creare un qualche token (materiale o digitale di propria invenzione o collegato a qualche prodotto italiano), per aiutare a finanziarsi? grazie, per ogni risposta e per aver dato vita a questo blog di economia, chiaro accessibile anche ai profani come me.

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    1. Accedere a crediti fiscali sì, nel momento in cui vengono emessi e circolano nell'economia come qualsiasi altra attività finanziaria. Si potrebbero accettare sottoscrizioni di capitale da parte dei soci in forma di CCF, o lo Stato potrebbe erogarli alla startup come incentivo.

      E quanto ai token che lei descrive, a quanto mi hanno detto (non sono un esperto del tema) alcune startup già l'hanno fatto. Per esempio emettendo token in cambio dei quali si possono ottenere prodotti della società.

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