Il debito pubblico
genera risparmio privato. Questo dovrebbe (credo) essere ormai chiaro a tutti.
Se non ne siete ancora del tutto convinti, leggete qui.
Ma c’è una
considerazione che mi viene ancora sottoposta da parecchi interlocutori. Sì
certo, si dice, il debito pubblico genera risparmio privato. Ma i soggetti in
causa non sono gli stessi. Non tutti riescono a risparmiare, su tutti invece
grava il debito pubblico.
Naturalmente
questa affermazione sottointende l’equivoco che il debito pubblico “gravi” su
qualcuno. Al contrario, un debito pubblico in moneta propria, il cui cambio
viene lasciato libero di fluttuare, non grava proprio su nessuno. Il paese che
emette la moneta può rifinanziarlo finché vuole. Il problema potenziale è un
altro – evitare eccessi di domanda che producano inflazione indesiderata. Ma in
assenza di tensioni inflazionistiche, deficit e debito in moneta propria non
sono né un “macigno” né un “onere”.
In aggiunta a ciò,
tuttavia, occorre aver chiaro che il deficit pubblico immette risorse
finanziarie nel sistema economico. Aumenta quindi la capacità generale del
sistema privato di risparmiare. Dopo le immissioni di queste risorse, ci sarà,
certamente, ancora qualche individuo che non ci riuscirà. Ma mediamente i
livelli di risparmio individuale saranno più alti, e meno persone si troveranno
nella condizione di non riuscirci.
Dopodiché, a tutti
potrà essere offerta la possibilità di allocare il risparmio in titoli di
Stato. Il che sarà un’opportunità per i singoli ma non una necessità per lo Stato emittente la propria moneta, che non ha bisogno di andare sul mercato per
finanziare i propri deficit.
Maggiori deficit
pubblici in moneta propria, fino al livello in cui non inneschino eccessi di
inflazione o squilibri nei saldi commerciali esteri, producono maggiori redditi
reali e maggior risparmio per la collettività nazionale. Se riduco i deficit
pubblici in presenza di risorse produttive sottoutilizzate, ottengo al
contrario meno risparmio totale, e impedisco di risparmiare a molti che
diversamente vorrebbero e potrebbero farlo.
Domande: il debito estero (che è una parte del debito totale) tecnicamente a cosa serve? Ad ottenere riserve estere? È da considerarsi un onere per la collettività?
RispondiEliminaLe riserve estere servono, in pratica, se si vuole intervenire sul mercato dei cambi. Non servono se si accetta la libera fluttuazione.
EliminaQuanto al debito estero, bisogna distinguere tra netto e lordo. Se c'è un debito netto estero, significa che il paese tende ad accumulare deficit commerciali e li deve quindi finanziare accumulando passività verso l'estero.
Se la posizione netta è in pareggio (come attualmente è il caso dell'Italia) c'è comunque una certa quantità di debito lordo perché i singoli effettuano scelte di allocazione del risparmio, che in parte li portano a diversificare in attività finanziarie estere. In altri termini, il paese ha saldo zero ma a fronte di 100 di investimenti all'estero ha 100 di debito lordo verso l'estero.
Tutto quanto sopra peraltro non è riferito (solo) al debito pubblico, ma al debito totale (come appunto diceva lei), pubblico + privato.