domenica 1 dicembre 2019

La battaglia del MES è una guerra dei bottoni


Purtroppo non riesco a definire diversamente la furibonda polemica che si è scatenata intorno alla riforma del MES.

Intendiamoci, reagire all’inaccettabile comportamento di Giuseppe Conte – un vero e proprio tradimento del mandato parlamentare – è più che doveroso.

Il problema, però, è che se anche si riuscisse a bloccare la riforma del MES, rimane il fatto che il MES comunque già esiste – e comunque è pessimo, già nella sua forma attuale.

La polemica e il connesso battage mediatico un importante beneficio lo producono: far capire, alla parte (preponderante, purtroppo) dell’opinione pubblica ancora ignara, quale assurdità sia per l’Italia il MES. Impegni per svariate decine di miliardi che non verranno mai utilizzati a nostro beneficio, ma al massimo per tamponare problemi di altri (vedi le banche francesi e tedesche in Grecia e in Spagna).

Però, la “battaglia campale” (a parole) intorno al MES sotto un altro aspetto rischia di essere un depistaggio: perché si parla di evitare il peggioramento di un assetto comunque negativo. Mentre NON si parla di interventi realmente risolutivi.

L’intervento risolutivo è il progetto CCF. Ai fini del quale non servono battaglie: servono idee chiare e determinazione.

Per sapere cosa e come, venite a Roma, a questo convegno, domani (e se non potete, guardatevi il video, che sarà reso disponibile).

E poi però ponetevi anche voi la domanda che mi pongo io: partendo dal presupposto che occorre rimuovere nuovamente dal governo il partito Bruxelles, alias il PD, e partendo dal presupposto che presto o tardi accadrà – queste idee chiare e questa determinazione, quali persone le possiedono ?

Il mio dubbio è questo.


19 commenti:

  1. Ugo Lenzi: Sacrosanto. Però l'una cosa non esclude l'altra. Anzi, si deve approfittare dell'occasione per far capire l'importanza di usare i crediti fiscali come mezzo di pagamento.
    Dobbiamo cercare di candidare persone che la pensino tutti come noi ovunque candidati.

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    1. Non è inutile, infatti, e l'ho scritto. Ma non è nemmeno risolutivo di nulla. Il mio timore è che non sia ancora sufficientemente chiaro che cosa è necessario.

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  2. Io glielo dissi mesi fa che Conte e Tria erano estensioni del PdR. E aggiungo ora che non è aolo il pd il problema ma pure la Lega e i 5S (il vertice; so che 70 deputati e senatori di loro hanno proposto il ccf ma non basta)

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    1. Certezze non ne ho neanch'io. E del resto, proprio per questo ho scritto "queste idee chiare e questa determinazione, quali persone le possiedono ?"

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    2. Non gliene faccio certo una colpa. Tutti ci siamo cascati negli anni passati fidandoci di questo o quel politico. Ora siamo più accorti perché conosciamo i nostri polli e il problema Ue. Ma la maggior parte come hai scritto lei ancora dorme o non sa nulla. E questo è deprimente. Mai arrendersi cmq sia

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  3. Veramente il partito di Bruxelles, il PD, era stato rimosso, ma la Lega ce lo ha rimesso chiamandosi fuori dall'esecutivo. CI prendono in giro. Gli unici veramente anti-euro sono quelli di Vox Italiae.Dino

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  4. Se sapeva da un bel po' che la Lega era un partito falsario e gatekeeper. Sono liberisti e pro mercato Ue.

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  5. il problema dell'italia è che ha un sistema con scarsa produttività e il sistema industriale e produttivo in generale non è competitivo a causa del cattivo funzionamento del paese, che non gli permettono di competere, poi viene il resto, altrimenti parliamo di filosofia e non di economia! Ricordo che il pil italiano è formato al 50% da sistema pubblico è 50 privato e questo non aiuta!
    Loren

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    1. Questa situazione è la stessa degli anni pre-euro, e allora si cresceva senza problemi in produttività e reddito procapite. Vedi il post del 9.1.2016.

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  6. A prima vista tenderei a concordare con lei che il Mes riguarda "Impegni per svariate decine di miliardi che non verranno mai utilizzati a nostro beneficio". Leggo però anche che in realtà la dotazione raggiungerebbe i 700 miliardi.Mi viene il timore che possa rappresentare in futuro, per così dire, un sostitutivo al QE , dato che la sua continuazione è incerta, e i tedeschi ed a un certo punto anche i francesi hanno espresso critiche su di esso e i tassi negativi. Non so se sono riuscito a rappresentare lo scenario...

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    1. C'è riuscito benissimo, ma non credo che le cose stiano in questi termini. Il QE serve a calmierare tassi e spread e allontana il rischio di default. Il MES, c'è il forte dubbio che lo avvicini. Non li vedo proprio come uno sostitutivo dell'altro.

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  7. Infatti purtroppo non mi sono spiegato.Concordo pienamente su quanto ha scritto nella sua risposta su effetti e funzioni di QE e Mes, il mio interrogativo è se non teme che il QE venga ridotto così da creare le condizioni per far entrare in campo il Mes.

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    1. Una volontà demoniaca… questo non posso confermarglielo, ma neanche smentirglielo. Sono illazioni che ho sentito. Purtroppo i comportamenti passati e presenti degli organismi UE forniscono all'ipotesi un qualche livello di plausibilità. Ed è vero che una buona parte del board BCE detesta il QE.

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  8. Una delle novità principali della riforma è che si prevede che il Mes possa sostenere il Fondo di Risoluzione unico per le banche. Nel concreto si tratta di una sorta di "paracadute di un paracadute" per le banche europee. Il Fondo di Risoluzione unico è alimentato dalle banche, non dagli Stati, ma qualora si presentasse una crisi particolarmente grave, ora potrebbe chiedere aiuto al Mes se non avesse mezzi sufficienti per intervenire. Questa doppia protezione è una garanzia per tutte le banche europee, non solo per quelle tedesche. Scongiurare una crisi di un grosso istituto europeo è interesse di tutti i Paesi, non solo di quello a cui appartiene la banca in difficoltà.
    La Repubblica
    Lorenzo

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    1. Chissà perché però per le NOSTRE banche in difficoltà non è arrivato un centesimo da nessuno, anzi è stato perfino impedito l'utilizzo del Fondo Interbancario (alimentato dalle banche private) adducendo (incredibilmente !) che si sarebbe trattato di un aiuto di Stato.

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  9. Che cosa c'entra il salvataggio delle banche tedesche con il rischio di ristrutturazione del debito per l'Italia?
    Assolutamente niente. Eppure ancora oggi esponenti politici, come la candidata leghista alla presidenza della Regione Emilia Romagna Lucia Borgonzoni giovedì sera a Piazza Pulita, associano strumentalmente le due questioni. La prima riguarda il sostegno del Mes alle banche attraverso il Fondo di Risoluzione unico, il secondo quello del Mes agli Stati in difficoltà.
    La Repubblica

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    1. Ma garantito che il MES verrebbe attivato per le banche tedesche e non per le nostre, perché il debito italiano sarebbe considerato insostenibile. Quindi noi mettiamo i soldi e se le banche tedesche sono in difficoltà si usano, se sono in difficoltà le nostre, NO.

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  10. Ma esiste un rischio di ristrutturazione del debito per l'Italia?
    Né nel testo originario, né in quello modificato si parla esplicitamente di ristrutturazione del debito, tuttavia ora come prima il Mes può decidere di accordare assistenza finanziaria a un Paese in difficoltà chiedendo che una parte del debito venga ristrutturata. Non si tratta di un automatismo, come chiedevano alcuni Paesi del Nord Europa, ma di una decisione sulla base di una analisi di sostenibilità del debito che viene condotta congiuntamente dalla Commissione europea e dal board del Mes. Se il debito viene giudicato insostenibile, si può chiedere la ristrutturazione. Per decisioni di questo tipo serve comunque la maggioranza qualificata dell'85% del capitale. L'Italia, avendo il 17,7%, potrà sempre porre il veto. Tradotto: nessuno potrà imporre la ristrutturazione del debito italiano senza il consenso dell'Italia
    La Repubblica.

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    1. Ammesso che le quote non vengano ricalcolate sulla base dell'evoluzione del PIL, portandoci sotto il 15%. Comunque se non chiediamo nulla non ci possono imporre le ristrutturazione, ma se chiediamo sicuramente ce la impongono e sarebbe catastrofico. Quindi mettiamo soldi per qualcosa che non sarà mai usato a nostro favore.

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