mercoledì 15 gennaio 2020

Default su debito pubblico in moneta estera: è “volontario” ?


In alcuni dei post precedenti, ho chiarito una fondamentale (e peraltro evidente) differenza tra emettere debito pubblico nella propria moneta, rispetto a emetterlo in moneta straniera.

Nel primo caso, non posso essere forzato al default. Altrimenti detto: posso sempre emettere la mia moneta e rimborsare il debito, se in quella moneta è denominato.

Questo non significa che un default in moneta propria non si verifichi mai. Ma è una decisione volontaria dell’emittente.

Tra le motivazioni che possono indurre lo Stato emittente al default su debito in moneta propria, trovate qui analizzato il caso in cui si desideri ridurre il potere d’acquisto in circolazione per tamponare rischi di iperinflazione e/o evitare la svalutazione del cambio.

E qui, il “caso Giamaica” del 2010 / 2013: evitare di pagare ai detentori del debito pubblico tassi d’interesse reali su debito a tasso fisso che non erano altissimi al momento dell’emissione, ma lo sono diventati a causa dalla caduta dell’inflazione.

Mi è stato obiettato che in effetti, se dispongo della mia moneta, posso sempre emetterne un quantitativo “grande a sufficienza” e cambiarlo contro valuta estera per rimborsare un debito denominato (per esempio) in dollari.

Se questo è vero, anche il default su debito in moneta straniera va considerato una decisione volontaria – e non forzata – dell’emittente.

In pratica, il massimo che si può affermare è che l’emittente ci può provare. Che sia realmente possibile, è a dir poco dubbio.

Se (poniamo) l’Argentina ha emesso debito in dollari e a ha difficoltà a rimborsarlo / rifinanziarlo, di quanto crollerebbe il cambio peso / dollaro se si decidesse di emettere pesos per un ammontare pari a svariate decine di punti di PIL ? e di vendere quei pesos contro dollari ?

Non so se sia possibile o sensato formulare un’ipotesi in merito. Va messa seriamente in conto la possibilità che la quantità da emettere diventi “grande a piacere”, rendendo di fatto l’operazione impossibile anche sul piano teorico.

Inoltre, di sicuro si verificherebbe un enorme trasferimento di ricchezza a vantaggio dei soggetti residenti che detengono, in tutto o in parte, il debito, e a svantaggio di tutto il resto della popolazione.

Avrebbe infatti luogo una gigantesca emissione di moneta locale a beneficio dei primi. Una sorta di superpatrimoniale regressiva (visto che i detentori del debito sono, in misura più che proporzionale, soggetti con disponibilità patrimoniali superiori alla media).

La conclusione ? indebitarsi in moneta emessa da terzi – soprattutto se è tendenzialmente più forte della propria – è una pessima, veramente pessima, idea.

E disgraziatamente è quanto ha fatto l'Italia dal momento in cui è entrata nell’euro.


5 commenti:

  1. Ma quando finirà l'impero americano di scassare le balle al mondo intero, era proprio necessario uccidere il generale Sulejmani ? Hanno provocato 1,7 milioni di morti solo in Iraq e adesso che il parlamento democraticamente eletto ha votato per la cacciata dei soldati dell'impero degli STUPRATORI, METICCI, OBESI AmeriCANI e loro che fanno ? I protettori e paladini della libertà e democrazia USA che in passato avevano appoggiato un altro amante della democrazia il dittatore Pinochet in Cile, oggi minacciano sanzioni all'Iraq nel caso in cui l'Iraq volesse ripulirsi buttando fuori le FECCE Americane. A lei sembra normale ? VIVA LA FALSA DEMOCRAZIA IMPOSTACI DAGLI AMERICANI sperando che prima o poi anche l'Italia si ripulisca dal LETAME FATTO NAZIONE GLI USA !?
    LUCA il Nazional Socialista Italiano

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  2. Secondo Avvenire anche diversi mercanti veneziani fiorentini e genovesi partecipavano alla tratta degli schiavi prima dell'Est europeo eppoi dall'Africa ? In effetti ci sono diversi quadri veneziani in cui sono rappresentati schiavi e soprattutto schiave nere è molto probabile che anche i mercanti italiani essendo molto attivi in tutta Europa soprattutto in Portogallo e Spagna abbiano contribuito alla tratta di centinaia di migliaia di schiavi se non milioni ?

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    1. Gli Stati italiani erano grandi potenze commerciali, e il commercio ai tempi era fatto anche (e non in misura marginale) dalla tratta degli schiavi.

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  3. Lei ha detto che il regno delle due Sicilie nonostante possedesse il 66% dell'oro italiano non dimostra che fosse più ricco, ma nel XIX secolo avere così tanto oro non significava al contrario essere ancora più ricchi ? Senza dimenticare l'ostilità inglese che imponeva lo sfruttamento dello zolfo siciliano, il petrolio dell'epoca che avrebbe arricchito ancora di più il regno delle due Sicilie, pensi che i prodotti meridionali arrivavano in tutto il mondo pure la bandiera USA della Casa Bianca è stata prodotta al Sud, nell'opificio di San Leucio dove è stato redatto il primo statuto socialista della storia...

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    1. Veramente non ho mai detto questo. Casomai (vedi post del 31.5.2013) ho detto che non c'è chiara evidenza che la situazione economica del Regno delle Due Sicilie poco prima dell'Unità fosse peggiore di quella del resto d'Italia.

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