“Un paese con alto debito pubblico dovrà inevitabilmente imporre ai propri cittadini tasse elevate nel futuro. Salvo che comprima le spese”.
Un’affermazione che suona, intuitivamente, di buon senso. Mentre è completamente sbagliata.
Il debito pubblico di un paese è semplicemente la somma di tutti i deficit pubblici che sono stati messi in atto in passato, esclusi quelli che sono stati monetizzati (cioè finanziati con emissione diretta di moneta). O eventualmente che sono stati oggetto di default (ma non è il caso dell’Italia, che non è mai andata in default nella sua storia di stato unitario).
Il debito pubblico non deve essere “ripagato” nel senso di portato a zero, e neanche ridotto. Casomai rifinanziato, ma questo non è un problema per uno Stato che utilizza la sua moneta.
Il deficit pubblico in moneta propria è il modo più logico e meno destabilizzante di immettere potere d’acquisto nell’economia (vedi questo post).
Inoltre, il potere d’acquisto in circolazione deve crescere di pari passo con il PIL potenziale del paese – che tende ad aumentare per effetto dei miglioramenti di produttività, dell’accumulazione di capitale, e di un minimo fisiologico e sano di inflazione. In passato anche per la crescita demografica; oggi non più però in Italia e in vari altri paesi europei.
Tutto ciò implica che sia NORMALE, per un paese, conseguire in media un rapporto deficit pubblico / PIL di qualche punto percentuale.
Non c’è quindi alcun nesso, ma proprio NESSUNO, tra debito pubblico e tasse future.
Le tasse (nel senso lato del termine: tasse, imposte, contributi, incassi del settore pubblico in genere) devono esistere, ma per una ragione completamente diversa. Il deficit pubblico medio deve essere pari a qualche punto percentuale, ma le spese del settore pubblico incidono molto di più. 30%, 40%, 50% del PIL a seconda del paese.
Se il deficit pubblico medio corretto è pari al 4% del PIL perché quella è la crescita del PIL potenziale in termini nominali, ma le spese del settore pubblico incidono per il 40%, il 36% residuo deve essere coperto da incassi del settore pubblico: quindi, tasse.
Ma l’attuale
debito pubblico non ha, ripeto, NESSUNA RELAZIONE con il livello di tassazione
che sarà necessario, o appropriato, imporre in futuro.
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