Un paio di articoli, il primo di Alessandro Bonetti e Paolo Paesani e il secondo, in replica, di Antonangelo Viscione, sono interessanti in quanto mettono in luce alcuni comuni fraintendimenti relativi alla MMT.
Gli autori possono essere inquadrati nel filone keynesiano mainstream, e il loro orientamento è sicuramente progressista: come lo è quello degli economisti MMT. Ma, come ho messo in luce in altri post, i keynesiani mainstream hanno la tendenza a criticare la MMT per quello che in realtà non dice.
Nell’articolo di Viscione (autore che in generale apprezzo) si trova a un certo punto questo passaggio:
“Vi è chi sostiene che, soprattutto a causa dell’espansione del sistema bancario ombra e dell’utilizzo dei titoli di Stato tra i collaterali di strumenti finanziari come i derivati, anche la ricetta MMT possa diventare potenziale fonte di speculazione ed alimentare bolle del debito nel settore privato. In sintesi, proprio perché inesatta nel cogliere il ruolo della moneta e del credito privato nei sistemi capitalistici, la MMT rischia di trascurare anche gli effetti collaterali delle sue stesse politiche”.
Non è chiaro se Viscione condivida in pieno questo giudizio, ma avendolo riportato dà l’idea di attribuirgli un certo livello di significatività.
Bene: la “ricetta MMT” non ha niente a che vedere con l’espansione del sistema bancario ombra né con la collateralizzazione dei titoli di Stato. Il cardine della MMT è l’utilizzo del deficit di bilancio, realizzato in moneta statale (o finanziato da titoli di Stato pienamente garantiti dall’istituto di emissione della moneta stessa) per attuare politiche di pieno impiego delle risorse produttive (lavoro e aziende).
Come ho spiegato in particolare qui e qui, siamo agli antipodi rispetto a una “ricetta” di crescita del credito privato. È proprio il contrario: la crescita dell’economia richiede espansione dei mezzi di pagamento in circolazione, e se questa espansione non avviene immettendo moneta nell’economia via deficit pubblico, ALLORA è inevitabile fare ricorso ESCLUSIVO al credito privato (o ai surplus di bilancia commerciale, ma non tutti i paesi possono essere in surplus, ovviamente).
E questo ricorso esclusivo è un fattore di destabilizzazione, data la natura prociclica del credito privato (cresce nei periodi euforici e gonfia le bolle, cala nei periodi depressi ed aggrava le recessioni).
Se volete rendere instabile un sistema finanziario, in altri termini, NON seguire la “ricetta MMT” è un’”ottima” strada. Unitamente, certo, alla deregolamentazione e allo sviluppo di sistemi bancari ombra. Ma quando mai la MMT ho promosso la causa della deregolamentazione selvaggia, o della deregolamentazione tout court ?
Quanto poi alla “collateralizzazione dei titoli di Stato”, studiando e ragionando sulla MMT emerge con grandissima chiarezza che non c’è affatto bisogno di emettere titoli per attuare deficit di bilancio pubblico. Si può emettere direttamente moneta. Anzi, la MMT spiega che lo Stato SPENDE SEMPRE MONETA e poi (casomai, ma questa non è una prescrizione MMT) emette titoli per offrirli a chi si è trovato a detenere la moneta messa in circolazione.
Il deficit è quindi generato SENZA emettere titoli; e ovviamente se non si emettono titoli non c’è nulla da “collateralizzare”.
In sintesi, la
critica di Viscione (nel senso che l’ha esposta lui, poi, ripeto, non so quanto
la condivida) attribuisce alla MMT le conseguenze di politiche che nessun
autore MMT ha mai raccomandato, e che non derivano dall’impostazione
concettuale MMT. Anzi.