Durante i primi anni dell’euro, l’Italia veniva additata a “cattivo esempio” e a “paese da mettere sotto controllo” per via dell’alto rapporto tra debito pubblico e PIL. Esattamente come oggi.
Rispetto a oggi, tuttavia, si sentiva spesso replicare (per esempio da Giulio Tremonti) che molti paesi considerati “virtuosi” avevano sì meno debito pubblico, ma molto più debito privato. E quindi non erano affatto finanziariamente più stabili dell’Italia.
E in effetti dei quattro “PIGS” originari (che, ricordo, non comprendevano l’Italia: erano Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) almeno due (Irlanda e Spagna) hanno attraversato nel 2010-2 una violenta crisi originata da altissimi livelli di DEBITO PRIVATO VERSO L’ESTERO, nonostante il debito pubblico si attestasse “virtuosamente” (prima della crisi) a livelli molto bassi, tipo il 30-40% del PIL.
Quella crisi fu tamponata emettendo debito pubblico (sottoscritto ANCHE dei paesi dell’Eurozona che NON erano creditori dei “PIGS originari”: tra cui ahinoi l’Italia) per rimborsare i creditori privati.
Come dicevo, mi sembra che l’argomentazione di Tremonti (e altri) sia abbastanza passata di moda. Ma conteneva degli elementi di verità, o quantomeno di valida riflessione.
Perché in condizioni di normalità (che sono il disporre, da parte di ogni Stato, della propria moneta: non, quindi, il manicomio dell’Eurozona) il debito PRIVATO è potenzialmente destabilizzante, il debito PUBBLICO no.
E uno dei motivi, anzi probabilmente il motivo principale, per cui l’Eurozona rimane altissimamente instabile e disfunzionale, è che data l’assenza di una garanzia incondizionata dell’istituto di emissione, si è assurdamente trasformato il debito pubblico in un fattore di rischio. Cosa che non è in paesi dove l’incidenza del debito pubblico rispetto al PIL è superiore alla media dell’Eurozona (USA, UK) se non addirittura a quella di TUTTI gli stati membri dell’Eurozona (Giappone). Paesi che però, come è assolutamente normale, emettono titoli di Stato nella PROPRIA moneta SOVRANA.
Tornare a porre sul tappeto il tema debito pubblico vs debito privato non sarebbe una cattiva idea nel contesto odierno. Argomentando che:
il debito privato è sempre un potenziale fattore di instabilità
il debito pubblico è un potenziale fattore di instabilità solo se l’istituto di emissione non lo garantisce: eventualità che è una pura e semplice decisione POLITICA
il deficit pubblico non è indice di “mancanza di virtù”. Ogni centesimo di deficit pubblico crea un centesimo di risparmio privato. Un eccesso di deficit pubblico può avere conseguenze inflazionistiche ma NON a causa del supero di una qualsiasi soglia predefinita
il deficit pubblico può avere conseguenze inflazionistiche se spinge la domanda per beni e servizi reali oltre la capacità produttiva del sistema; possibilità che peraltro può essere mitigata o eliminata non riducendo il deficit ma utilizzandolo per investimenti produttivi o per calmierare il prezzo di beni di prima necessità.
Come italiano e
come commentatore economico, nonché come proponente di soluzioni per eliminare
le terribili disfunzioni dell’Eurozona, sono STUFO MARCIO di vedere un singolo
indicatore, incompleto anzi fuorviante, come il rapporto debito pubblico / PIL,
preso a pretesto per cercare di far approvare in Italia “riforme strutturali” e
altre amenità euroausteriche i cui effetti CATASTROFICI sono stati già ampiamente sperimentati.
Luca Pieroni: Mi associo... Da sempre é una bufala ma a qualcuno torna comodo sostenerla, e parlo del fronte interno.
RispondiEliminaApplausi.
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